Capitolo 9: Alla Centrale

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Salì le scale d'entrata della centrale di polizia, attraversò le porte automatiche e si pulì le scarpe sul tappetino apposito. Alla sua destra c'era un piccolo gabbiotto, al cui interno si trovava una signora sulla cinquantina, dai capelli biondi platino. Lei lo squadrò da capo a piedi con uno sguardo minaccioso, si alzò gli occhiali sul naso ad aquilino e con un cenno della mano lo invitò ad avvicinarsi. Lui, lentamente cominciò ad avanzare, con lo sguardo fisso altrove rispetto a dove puntavano gli occhi della donna.
Arrivato alla piccola finestrella che permetteva la comunicazione tra lei ed il cliente, con voce bassa chiese
~Buongiorno, vorrei avere un'informazione~
*Prego, dica pure*
La signora, nonostante avesse una corazza molto forte, aveva un animo gentile e si comportava in modo cordiale, almeno per quanto aveva visto fin'ora.
~Le spiego la mia situazione: sono stato accusato di un crimine che non ho commesso, e ho trovato una prova che potrebbe scagionarmi~
*Mi spiace signore, ma non so come aiutarla, magari se si ricorda e mi dice il nome del giudice che ha presieduto il processo potrei vedere cosa è possibile provare a fare
~Il nome del giudice..., mi ci faccia pensare un secondo~
*faccia pure con comodo*
~Mi pareva cominciasse con la lettera C; ehm, forse Clark?, Carter? Collins?, Campbell?~
*Mi spiace signore, ma credo che i nomi che mi ha detto siano tutti errati, in questa struttura nessun giudice si è presentato con i cognomi che mi ha appena elencato*
Un po' demoralizzato, a causa dei molteplici tentativi falliti, fece soltanto un'altra prova.
~Clifford!~ esclamò
~Provi questo, mi pare sia questo quello corretto~
*...Clifford eh?, vediamo... Clifford, Clifford, Clifford.. oh, eccolo qui; ora purtroppo sta presiedendo ad un processo, ma sarà libero tra circa una quarantina di minuti, se ha voglia di attendere, c'è una saletta d'attesa proprio qui di fronte, se invece vuole tornare domani, magari posso avvertire il giudice in modo che le dedichi qualche minuto*
~Aspetterò qui, grazie infinite~
*non c'è di che*
A passo lento, si diresse verso la mcosiddetta "saletta", che in realtà era un insieme di sedie disposte in file.
Si sedette e cominciò a sfogliare una delle riviste che erano state appoggiate all'inizio della fila di sedie.
La mezz'ora che passo dopo che lui sfoglio la rivista, gli parse interminabile; guardava l'orologio ogni cinque minuti e gli pareva che rimanesse sempre nello stesso identico punto del quadrante.
Finalmente alle 11:35 circa, la signora che stava dentro al gabbiotto lo chiamò, lui si avvicinò e aspettò che fosse lei a parlare per prima
*il giudice la aspetta nella sala degli interrogatori; prenda il corridoio qui a destra, prenda le scale Gino al primo piano e poi giri a sinistra.
La porta è la seconda a destra*
~Grazie infinite~
L'uomo si incamminò per la strada indicatogli dalla signora e arrivato al primo piano vide una porta aprirsi piano piano, scricchiolando e dalla quale comparve una faccia molto familiare.

Delitto A Porte ChiuseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora