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Mi  siedo al mio solito posto nel tavolo della cucina. Amanda prepara il mio piatto e me lo posiziona davanti. La cosa si fa sempre più strana. Entrambe, una di fronte all'altra cominciamo a mangiare, regna un silenzio imbarazzante.                            "Aleya ti volevo chiedere scusa per il mio comportamento di oggi, per come ti ho aggredita, la perdita di John ha scosso molto anche me" si scusa, è davvero possibile che si sia pentita? Sta veramente chiedendo scusa a me? Segneró questa data sul calendario, la prima traccia di umanità che vedo in Amanda. "Okay, non preoccuparti" rispondo fingendo un sorriso. Comincia a fare conversazione e a chiedermi come va la scuola e gli amici, per un attimo comincio a credere che voglia davvero rimediare ai suoi comportamenti.                        "Senti Aleya io avevo intenzione di trasfermi a Chicago con te e prendere casa lì, ho trovato un ottimo lavoro e..." comincia a dire. "Aspetta un attimo perché mai dovremmo trasferirci a Chicago, hai un lavoro anche qui e non abbiamo grossi problemi economici"la interrompo.            "Si, ma con quel lavoro potremmo permetterci più spese e vivere meglio e magari potresti fare nuove amicizie, potremmo voltare pagina e lasciarci tutto questo alle spalle" va avanti continuando a sorridere.
"Ma Amanda, stiamo benissimo qui, dimmi il vero motivo per il quale vuoi trasferirti" dico serrando la mascella per mantenere la calma. Tutto quell'interesse nei miei confronti era solo un modo per ammorbidire il terreno prima di darmi la notizia, sapendo che non sarei stata d'accordo.
"É già deciso, tra due giorni parte il nostro aereo, il tuo biglietto è sul tavolo" dice indicandolo."E non cambierò idea, tu sei sotto il mio affidamento e sei costretta a venire con me non voglio sentire obiezioni, sono stata chiara?" alza la voce evidenziando il "sei costretta".                                 
Mi alzo di scatto dalla sedia e la guardo dall'alto verso il basso "Sarò anche costretta a stare con te ma non puoi fare tutto da sola, la decisione spetta anche a me e io non muoveró un piede da questa casa" urlo.
"No, è qui che sbagli stronzetta, la casa è già in trattativa per essere venduta, e non c'è niente che tu possa fare per impedirmelo, tuo padre nel testamento l'ha lasciata a me e tu non hai alcun potere su di essa" dice con tono malvagio. Ecco tornata l'Amanda di sempre, sono stata una stupida a pensare che stesse cercando di stabilire un rapporto me.                                     "Ti odio" urlo correndo in camera mia.                                                  "Ah e prepara le valige che tra due giorni si parte" la sento ridere dal salone.

Non può fare questo, questa è la mia città, qui ci sono i pochi ricordi che ho con i miei genitori, non sono pronta per lasciarmi tutto alle spalle, voglio andare a fondo a questa faccenda e capire se davvero sono costretta ad andare con lei.
Mi sdraio sul letto mi infilo sotto le lenzuola e abbraccio il cuscino sperando che tutto questo sia soltanto uno stupido incubo.

Il sole di agosto illumina la mia stanza, lentamente schiudo gli occhi e li strofino con le mani, mi stiracchio e per un attimo dimentico ciò che è successo la sera prima. Mi alzo dal letto, ho la gola secca e una fame da lupi, scendo subito le scale, vado in cucina, preparo una tazza di latte e caffe e la poggio sul ripiano della cucina, prendo uno sgabello e inizio a gustare la mia colazione con i miei cereali al cioccolato preferiti, che adoro sin da piccola.
"Buongiorno ragazzina" dice Amanda entrando in cucina e rovinando il mio momento felice "Ciao" dico con tono distaccato. Prepara la sua colazione in silenzio senza proferire parola, meglio così, non ho voglia di litigare con lei anche di prima mattina.
Ritorno in camera e indosso una T-shirt semplice con dei jeans abbinati alle mie Vans authentic nere. Vado in bagno, mi sistemo i capelli i una coda di cavallo, lavo i denti, traccio una sottile linea di eyeliner sui miei occhi e metto un po' di mascara.Esco di casa e prendo la bici.

Ho intenzione di andare da Jennifer, una mia compagna di classe, che frequentava tutti i miei corsi, siamo diventate molto amiche negli ultimi 3 anni, ci siamo sempre ascoltate l'un l'altra, mi voglio sfogare un po' e spiegargli la situazione della mia imminente partenza.Inoltre suo padre è l'avvocato Mark Stuncey, che si sta occupando insieme ai medici e alla polizia della caso del mio Papà, per capire la causa della sua morte. Vorrei chiedergli se posso scegliere di rimanere qui e stare da qualche parente e non andare per forza con lei, non credo sia possibile, ma vale la pena provare.
Sono talmente persa nei miei pensieri che quasi non mi accorgo di essere arrivata.

The Recall (Il Richiamo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora