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Non avrei mai pensato di poter essere qualcosa di diverso da quello che sono, qualcosa di nuovo. Ho sempre cercato di essere qualcosa di più grande, pensato a come realizzare i miei sogni, a viverli. Anni passati a immaginare un'Aleya con lo zaino in spalla e lo sguardo all'infinito, mi sono rispecchiata in un'esploratrice, talvolta in grande donna d'affari, che probabilmente non diventerò mai, ma la cosa più bella, credo sia sognare. Pianificare la propria vita per poi vederla andare a rotoli, ma riuscire a raccogliere le redini e ricominciare da capo.
In questo momento credo di aver perso le mie redini, di non avere più controllo sulla mia vita, di non trovarle più, sono in un totale stato di caos.
Mi sento cadere all'indietro, le mie braccia sbattono bruscamente contro il pavimento credo di essermi rotta un polso, nessuno cerca di aiutarmi, le mie urla, il silenzio e le risate di Karen intorno a me, la mia vista è appannata, non riconosco volti, è come se intorno a me ci fossero solo sagome e ombre. Credo di stare per svenire ma sono ancora cosciente, percepisco delle urla seguite da singhiozzi, so che sono le mie, ma non riesco a riconoscerle, troppo stranzianti, non credevo di riuscire ad emettere dei suoni così acuti. Sento le mie ossa scricchiolare, allontanarsi le une dalle altre, sto sudando freddo. Poi all'improvviso come un colpo secco, una scossa mi arriva alla testa, è come se un enorme masso mi sia caduto dritto sulla nuca, le grida si fanno più forti, la prendo tra le mani e strizzo gli occhi cercando di mandare via il dolore, il quale a mio malgrado si amplifica.
Scuoto la testa, mi dimeno ma non cambia niente.
Il dolore sembra sparire per qualche secondo poi una nuova fitta si propaga all'altezza dello stomaco, molto più forte di quella precedente, non riesco a respirare.
Ansimo cercando un po' d'aria, ma sembra essere sparita tutta d'un tratto.
Sbarro gli occhi cercando aiuto.
Nessuna delle sagome irriconoscibili che ho di fronte si muove.
Sento gli occhi di tutti puntati su di me.
"Umh" biascico tra le urla, stringendo i denti cercando sollievo.
Mi mordo il labbro, sento le vertebre staccarsi l'una dall'altra.
Il sapore aspro e metallico del sangue invade la mia bocca, sento ancora più dolore devo essermi spaccata il labbro.
Il mio corpo sembra rivoltarsi contro di me, in un punto indefinito sento un qualcosa esplodermi nella pancia. Credo di star per morire. Mi accascio a terra in preda alle grida. Sembrano essere passate ore.
Dei peli argentati cominciano a spuntare sul dorso della mano.
"Aleya non ribellarti alla trasformazione, sarà più doloroso" dice qualcuno.
Provo a fare ciò che dice, ma non so come. Devo riuscirci per lei.
Cerco di mettermi in piedi barcollando, ma la mia spina dorsale è curva, non riesco ad assumere una postura eretta, così cado a carponi sulle mani, che adesso sembrano tre volte più enormi e lunghe, devo essere impazzita. Sto sperando che questo sia tutto un brutto sogno.
Strizzo gli occhi cercando di soffocare il dolore che si sta diffondendo in tutto il corpo, ma l'unica che sembra soffocare sono io.
Quando riapro gli occhi, vedo in modo diverso, la vista improvvisamente ritorna.
Vedo tutto dal basso. Riesco a notare i minimi particolari di qualsiasi cosa, una ciglia sulla guancia di Marlon, sento il battito del suo cuore, lento e controllato, rimbomba nelle mie orecchie, quasi a darmi fastidio.
Sposto gli occhi su mia zia, preoccupata, è ancora sdraiata su quel lurido tavolo, gli occhi aperti, persi nel vuoto, muta.
Cerco di raggiungerla, solo adesso mi accorgo, che non riesco a muovere un dito, guardo sbalordita le mie mani, o meglio le mie zampe. Mi volto verso la mia schiena, adesso coperta da un manto argentato, alla sua base noto una coda.
Cazzo non ci credo, o meglio non voglio crederci. Sono diventata un lupo, un fottuto lupo.
Mi accorgo che ho smesso di urlare, il dolore è diminuito, ma sento come delle scintille muoversi dentro di me, e la mia pelle formicolare.
Provo a parlare, ma non riesco nell'intento.
Entro in panico, non so parlare.
Sento mia zia divincolarsi sul tavolo e Karen ridere.
Tento di dire qualcosa.
"Mhh" riesco solo a dire.
"Imparerai" dice Jaden guardandomi dall'alto, accennando un sorriso. Sono diventata un animale da un momento all'altro e questo coglione ride?
Okay, mi sa che sono diventata anche leggermente irritabile.
"Aleya devi ritornare umana per vedere se hai il dono" .
Scuoto la testa, cioè il muso, per fargli capire che non ho idea di come fare.
"Ordina al tuo corpo di farlo" suggerisce.
"Torna umana, torna umana" mi ripeto stringendo gli occhi cercando di concentrarmi, ma non accade nulla.
Alzo gli occhi per far capire che non sta cambiando nulla.
Poi all'improvviso sento le costole muoversi e ogni osso ritornare al suo posto. Altre fitte, stavolta più deboli mi colpiscono ovunque.
Nonostante il dolore sia di meno non posso fare a meno di urlare e imprecare, per cercare di allentare la sofferenza.
Sento le vertebre riunirsi e la spina dorsale ritornare al suo posto. Percepisco ogni minima vibrazione e spostamento del mio corpo.
Ritorno a vedere normalmente. La mia vista adesso sembra mediocre in confronto a quella di pochi secondi fa.
Mi tocco la testa e sento i miei capelli umidi, tiro un sospiro di sollievo.
Karen si alza e viene verso di me, il sangue ai lati della bocca ormai secco.
Mi avvicino a mia zia e la guardo con compassione.
"Cosa devo fare?" chiedo. Dopo qualche secondo mi porto le mani alla bocca e sbarro gli occhi per la felicità. Cazzo riesco a parlare. Mi sembra una cosa così bella adesso, anche se, fino a ieri era la cosa che mi riusciva meglio.
Le prendo una mano e la stringo forte, con l'altra le faccio pressione sulla ferita, per far uscire meno sangue possibile, anche se ne ha già perso molto. Poi porto lo sguardo su Marlon, a pochi metri da me. Jaden è dietro di lui con le braccia conserte e gli occhi cupi come al solito.
Alzo le sopracciglia come per chiedere spiegazioni, impaziente.
Marlon schiude le labbra per parlare, ma non proferisce parola.
La sua bocca rimane aperta a mezz'aria, spalancata, come fa, poco dopo, quella di Jaden alle sue spalle.
"Ma che vi prende" alzo la voce, irritata più che mai, mia zia sta morendo e questi due mi ignorano. Karen smette di ridere all'improvviso.
Guardano prima me e poi le mie mani, seguo il loro sguardo.
Il sangue smette di uscire, lentamente la pelle sul suo avambraccio sembra ricucirsi al mio tocco, i polpastrelli mi formicolano.
Funziona, sta funzionando.
Un sorriso ebete mi si dipinge in volto, mentre continuo a stringerle la mano, è impossibile che sia opera mia. Sento lo sguardo pesante e sorpreso di tutti su di me.
Zia Kate, tra i suoi biondi capelli scompigliati e leggermente sudati, apre poco di più gli occhi, adesso c'è vita in essi.
"Ti senti bene?" chiede Jaden con gli occhi sbarrati.
"Si, leggermente stordita, perché?" rispondo, cercando di capire perchè ha quella faccia.
"Il tocco" dice sorridendo appena, stupito, a Marlon, il quale lentamente annuisce continuando a fissarmi.

The Recall (Il Richiamo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora