{13}

68 10 3
                                    

"Chi sei?" chiedo, facendo finta di non conoscerla.
"Non fare la stupida lo sai chi sono, vuoi davvero venirmi a dire che i tuoi lupacchiotti non ti hanno detto niente?" ridacchia.
"Libera mia zia" le ordino cercando di assumere un tono minaccioso.
"Perché dovrei? È un ottima compagnia, non è vero Katy?" dice allontanandosi dal telefono.
"Va all'inferno troia" sento mia zia urlare in sottofondo.
"Non si urla qui" sputa Karen, mia zia lancia un urlo.
Mi vengono i brividi.
"Kyle è sotto casa tua" mi avvisa.
"Vieni a farci compagnia, se chiami qualcuno la faccio fuori" minaccia per poi riattaccare.
Sono fottuta.
Non posso andare da sola, sarebbe da stupidi.
Mi affaccio dal balcone, Kyle è davanti al portone che mi guarda dal basso con aria divertita.
Prendo il telefono.
*Seguimi, non farti vedere, sono nei guai*
A Marlon.
Appena il messaggio viene inviato lo elimino, sperando che lo legga.
Scendo al piano terra ed esco di casa.
"Ci rivediamo ragazzina" dice con tono divertito.
"Va a farti fottere" dico, dal cuore.
"Non ti scaldare ricordati che tua zia è nelle mie mani" sputa arrabbiato. Le sue iridi si colorano di giallo. Okay meglio non fare incazzare il lupacchiotto.
Faccio una smorfia di disgusto.
"Stai zitta e seguimi" mi ordina.
"Non parlarmi con quel tono" dico calma.
"Io faccio ciò che voglio" dice afferrandomi per il colletto del giubbotto e avvicinando il suo viso al mio. Il suo alito maleodorante mi investe.
"Spero che tu voglia anche lavarti i denti" sputo, dandogli l'ennesima testata sul naso.
Si allontana e ringhia.
"Non ti uccido perché vuole farlo lei" si lascia sfuggire in preda alla rabbia.
Mi riafferra subito per il braccio. Stringendo la presa e trascinandomi nel bosco.
Io sto zitta, di tanto in tanto cerco di liberarmi.
Poi usciamo dalla foresta, deve essere una scorciatoia per la città, perché dopo solo 10 minuti di camminata già sono alla Lincoln square.
"Andiamo" dice a denti stretti Kyle.
Si avvicina a un palazzo, questo quartiere è abbastanza squallido, entriamo nell'ascensore.
Siamo al piano terra, schiaccia alcuni numeri in sequenza ed ecco che l'ascensore, scende ancora più in basso, ma è impossibile!?
Quando si aprono le porte, rimango a bocca aperta.
Sembra di essere entrati in un hotel a cinque stelle, un mini bar self service, sul lato sinistro della stanza color oro, al centro invece un tavolo da biliardo, con intorno un bel po' di persone.
"Uou, cibo per caso?" dice un ragazzo biondo ridacchiando.
"Beh di certo è un bel bocconcino" ribatte un'altro alzando un sopracciglio.
Perfetto sono finita nel club dei cannibali.
"È la figlia di Moon" dice Kyle indifferente. Loro sembrano spaventarsi.
"Ma sfortunatamente non possiamo sbranarla"continua con un sorriso stupido stringendo la presa sul mio braccio e dirigendosi verso una porta in fondo alla stanza.

Jaden's POV
Le mie gambe continuano a dondolare avanti e indietro, sospese nell'aria, mentre sono seduto sul ramo di un albero.
Penso, questo è il mio posto.
La natura mi aiuta a riflettere, su quello che sono, beh in fondo faccio parte di essa, sono un animale.
Il ramo è vicinissimo alla finestra della mia stanza, al piano di sopra, nell'ala ovest della casa branco, la mia unica casa.
La mia vecchia casa era molto semplice, certo più umile di questa. Il mio branco era appena arrivato qui. Ricordo che tutti parlavano sempre di territori, di invocare gli antenati e far fuori gli altri. Non capivo molto allora, anche se provenivo da una famiglia di lupi, mi avevano appena trasformato, per giunta contro il mio volere, ed è stato molto doloroso, quando non lo si desidera l'hakelay che cresce in te divora la tua anima.
Nonostante li odiassi per questo, ero molto ingenuo, credevo che ciò che stavano tramando fosse per una giusta causa, ma durante la battaglia dovetti ricredermi.
Non era una guerra necessaria, no, uccidevano chiunque si parava loro davanti, chi provava a chiarire, chi a chiedere spiegazioni, uccidevo anche io.
I miei genitori mi dicevano di farlo, altrimenti avrebbero ucciso me, ma poi mi rifiutai.
Mi diedero del traditore, dello stupido, dissero che non sarei più esistito per loro se avessi lasciato il branco, ma era contro i miei ideali uccidere innocenti e lo è tutt'ora. Appena decisi di schierarmi con gli altri, mio padre tentò di uccidermi, nei suoi occhi c'era odio, ci stava quasi riuscendo, mi lasciarono moribondo sul campo di battaglia. John salvò anche me, gli devo la vita, per questo devo proteggere Aleya, per lui.
"Jaden Aleya chiede aiuto, credo sia nei guai, andiamo a cercarla" irrompe Marlon nella mia stanza all'improvviso.
"Non si bussa?" chiedo.
"Muoviti" ordina.
Scendo dal ramo e rientro in camera, varco la soglia sorpassandolo, fermandomi davanti le scale.
"Muovi il culo" urlo e inizio a scendere le scale.
"Che dici, ci ha chiamato solo perchè ha fatto un brutto sogno?" scherzo una volta fuori dalla villa.
"Smettila" mi ammonisce.
"Uou, bambolina sei arrossita" dico con una vocina stridula.
"Ma vaffanculo, coglione" mi spinge ridendo.
"Beh devo ammettere che ha carattere, è tosta, approverei" scherzo.
"Si, come se tu guardassi il carattere..." alza un sopracciglio addentrandosi nella foresta.
Ha ragione, in genere penso al fisico, come tutti del resto, ma la prima cosa che ho notato in quella ragazza è stata la sua curiosità e la sua odiosa testardaggine, è buffa.
"Hai per caso idea di dove si sia cacciata?" chiedo cambiando discorso.
"Se ha chiesto aiuto probabilmente centra Kyle, la seguo dall'alto ogni tanto, la perseguita e di tanto in tanto tenta di aggredirla" spiega.
"Dove può averla portata? Di sicuro in un posto dove gli umani non possono trovarli" dico.
Poi l'illuminazione.
"La casa branco" diciamo in coro all'improvviso voltandoci l'uno verso l'altro.
Iniziamo a correre, sfruttando la nostra velocità.
Il mondo visto a questo ritmo sembra un caos, è come se fossi a 120 km orari sull'autostrada, tutto mi sfreccia affianco, il vento si scontra con il mio corpo, i capelli sono spinti all'indietro dall'impatto violento, anche se odio essere un licantropo, questa è una delle poche cose belle che porta la trasformazione.
Arriviamo in città, sappiamo dove si trova la loro casa branco e loro sanno dove si trova la nostra, ma nessuno ha mai osato violare il nostro territorio, ció vuol dire che oggi saremo noi a irrompere nel loro.

The Recall (Il Richiamo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora