"Farò di tutto per scoprirlo" me ne andai senza dire altro.
Stavo camminando per le strade della città, vidi Lydia camminare a testa bassa, velocemente la raggiunsi e quando se ne accorse mi guardò ma poi non disse niente.
"Pensavo che saresti stata meglio insieme a Allison" scosse la testa
"È come se provassi anche il dolore di Stiles" mi guardò negli occhi,i suoi occhi diventarono lucidi.
"Avete una connessione emotiva" sospirò
"Io lo amavo, Void, amo Stiles" si fermò e una lacrima le rigò il volto, le spostai la lacrima
"Portalo via, ti prego" afferrò la mia mano e portai via un po' del suo dolore
"Non posso toglierlo tutto, non è nella mia natura" sospirai abbassando lo sguardo
"Sai, questo nuovo Nogitzune non è poi così male" sorrise
"Sarebbe anche meglio se lo chiamassi per nome" la sentii ridere
"Che diavolo di nome è Void?" Chiese e risi anche io
"Ricordati che ho mille anni" lei annuì
"Giusto" sorrise e mi guardò
"Grazie" mi guardò negli occhi
"Comunque, tornando al discorso di Stiles" la sentii sospirare
"C'è una leggenda in Giappone, La leggenda del filo rosso, in giapponese si dice Akai Ito, il filo rosso del destino, è una credenza molto diffusa. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra." Mi toccai il mignolo della mia mano mentre lei mi guardava curiosa
"Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona a cui siamo destinati: il grande amore, per voi occidentali l'anima gemella. Le due persone così unite, sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano. Perché, il filo rosso, sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Sarà lo stesso destino a tenerlo saldo e unito finché esse non s’incontreranno" raccontai e lei sorrise dolcemente
"È davvero dolce" sorrisi anche io
"Ma sono solo una marea di bugie, sappiamo tutti che le leggende non sono vere" la guardai negli occhi e alzai un sopracciglio
"Le leggende raccontano di noi, eppure siamo reali" lei sospirò e tornammo a camminare
"Andiamo a casa mia" corrugai la fronte
"Beh non hai un posto dove rimanere "
Lydia's p.O.v
Lo vidi camminare tranquillamente accanto a me, era così strano, non avevo mai potuto immaginare che questo potesse succedere.
Era strano, era come se lui mi capisse più degli altri, e apprezzavo al fatto che mi aiutava, mi toglieva il dolore mentre nessuno dei miei amici ci avevano mai provato.
Pensai alla leggenda che mi aveva raccontato, avevo la sensazione come se lui lo avesse provato il che era normale, aveva mille anni, poteva aver avuto tantissime ragazze.
Arrivammo a casa mia e mamma non c'era, ci sedemmo sul divano uno accanto all'altro.
"Non hai finito di raccontare la leggenda" sapevo che non aveva finito e lui annuì dandomi ragione.
" Durante la Dinastia Tang, un tale a cui i genitori erano morti quand’era molto giovane cercò per tanto tempo una donna da sposare e con cui creare una famiglia, ma non ci riuscì. Una sera, arrivò nella città di Song e in una locanda un uomo gli disse che la figlia del governatore sarebbe stata la donna giusta. L’indomani mattina, lui incontrò sui gradini di un tempio un vecchio che leggeva un libro in una lingua incomprensibile e gli chiese cosa fosse. Il vecchio rispose che lui veniva dall’aldilà e che era lì per occuparsi delle faccende umane, soprattutto dei matrimoni. Disse al ragazzo che la sua anima gemella aveva solo tre anni ora e che avrebbe dovuto aspettare quattordici anni prima di incontrarla e averla tutta per sé. Così lui, curioso, si fece accompagnare al mercato per vedere la sua futura sposa. Deluso dalla povertà in cui viveva la bambina, decise di ucciderla per essere sicuro di poter scegliere lui chi sposare. Mandò quindi un suo servitore ad accoltellarla e quando quello tornò, gli disse che l’aveva colpita in mezzo agli occhi. Il ragazzo proseguì più tranquillo la sua vita, dimenticandosi di quella storia. Trascorsero quattordici anni senza riuscire però a trovare una sposa adatta a lui. Ormai viveva nella città di Shangzhou, benestante, e il governatore di quella città gli offrì in sposa sua figlia. Finalmente lui ebbe una moglie e incuriosito da una pezza che le copriva la fronte, le chiese dove si fosse procurata quella cicatrice. Lei rispose dicendo che all’età di tre anni un uomo cercò di ucciderla al mercato. Le rivelò tutta la verità e capì che quel vecchietto del tempio aveva ragione: sin dalla nascita siamo destinati a qualcuno e che niente e nessuno può rompere quel legame" raccontò lentamente, guardava in basso con gli occhi lucidi, aggrottai le sopracciglia, non capivo.
"Void" lo chiamai e mi guardò negli occhi
"È solo una leggenda" dissi corrugando la fronte di nuovo e lui scosse la testa
"È la mia storia" sgranai gli occhi
"Ero io il tale" mi guardò negli occhi, non ci potevo credere.
"Raccontami cosa è successo dopo" sospirò
"Qualche anno dopo il matrimonio lei si ammalò gravemente e morì" lo guardai tristemente
"Mi dispiace" lo guardai ma scosse la testa
"È successo 970 anni fa, è una cosa passata ormai" sapevo che non era così, il modo in cui si ricordava così precisamente gli anni significa che gli importava ancora
Lo guardai e la porta di casa si aprì, vidi entrare mia madre e mi alzai in piedi.
"Mamma" la chiamai e si girò verso di noi sorpresa
"Pensavo che eri insieme ad Allison" guardò bene Void ma non disse niente non sapeva niente del Nogitzune
"Come avete fatto a farla tornare?" Chiese e indicai Void
"È complicato
STAI LEGGENDO
VOID
FanfictionErano davanti a me che mi guardavano confusi terrorizzati, mi diede potere ma non era ciò che volevo, non volevo potere, volevo vivere. Vidi varie facce nuove ma quella che mi colpì fu quella di Lydia che mi guardava con gli occhi lucidi, non sapevo...