"È complicato" rispose lui e mamma annuì incerta
"Te lo racconterò domani" sorrisi proprio come mamma
"Quindi tu sei quello uguale a questo Stiles?" Chiese di nuovo e lui annuì
"Proprio così" rispose alzandosi mentre mamma si avvicinò a noi.
"Continuo a credere che sia impossibile che Claudia sia Claudia, dovrebbe essere morta" vidi Void guardarla confusa.
"A meno che non sia una dei Cavalieri Fantasma" corrugammo la fronte e ci girammo verso di lui
"Se riescono a farvi credere che delle persone non sono mai esistite possono farvi credere quello che vogliono" annuii pensando che aveva ragione
"Come ad esempio che lei sia Claudia" dedussi
"Esatto" sorrise
"Dobbiamo andare da lei" mi alzai anche io andando accanto a lui
"Mamma, torniamo per cena" lei annuì incerta e confusa mentre noi uscimmo di casa.
Camminavo velocemente per stargli accanto, detestavo il fatto che camminasse così velocemente. Camminammo in silenzio fino a destinazione, lo raggiunsi dopo due minuti visto che ero rimasta indietro per riprendere fiato, appoggiai le mani alle ginocchia e lo sentii ridere.
"I giovani d'oggi" lo fulminai con lo sguardo e lo fece ridere ancora di più.
"Comunque, se io avessi ragione, lei si ricorderà di Stiles, fingerò di essere lui, se avrà la reazione che mi immagino la fulminerò" spiegò il piano e lo guardai male di nuovo
"Loro cavalcano i fulmini" gli ricordai
"Sì, ma se avrà troppa energia esploderà" annuii visto che aveva ragione.
Bussai la porta e lo sceriffo aprì la porta, stava per dire qualcosa ma fu fermato da Void che lo abbracciò.
"Papà" disse mentre lo abbracciava ancora e lo sceriffo lo abbracciò bensì era confuso.
"Stiles?" Chiese e lui annuì con gli occhi lucidi, era davvero bravo a mentire.
Ci fece entrare dentro dove vedemmo Claudia seduta sul divano, quando si girò verso di noi e vide Void sgranò gli occhi.
"Mamma" lei si alzò in piedi mentre scuoteva la testa e mi guardò con odio.
"Lydia non è divertente" Noah si avvicinò a lei
"Non è uno scherzo, Claudia" lei guardò Void
"Noi non abbiamo un figlio" lo guardò negli occhi
"QUINDI È COSÌ? MI AVETE DIMENTICATO ANCHE VOI? I MIEI GENITORI" urlò avvicinandosi a loro
"Stiles calmati" lo guardò lo sceriffo, sembrava credere che fosse veramente suo figlio, eppure sapeva che il Nogitzune era tornato, ci aveva parlato.
Lui continuò ad avanzare verso Claudia, camminava lentamente questa volta.
"Dovresti essere morta, sei morta dieci anni fa, davanti ai miei occhi" lo sceriffo lo guardò confuso
"Voglio solo un abbraccio, mamma" la donna cominciò a tremare un po' e fece un passo indietro
"Claudia" la richiamò lo sceriffo, vidi Void ghignare e capii che il tremolio era la reazione che lui si aspettava, si avvicinò a lei molto di più, si girò verso di me e i suoi occhi diventarono rossi, tornò a guardare Claudia, le infilzò gli artigli sul collo e lo sceriffo urlò.
"Il Nogitzune" lui si girò verso di noi mentre ghignava
"Non fidarti mai di una volpe" i suoi occhi diventarono rossi e vedemmo quella che pensavamo fosse Claudia esplodre diventando del fumo verde.
"COSA HAI FATTO?" Urlò andandogli contro
"NON ERA TUA MOGLIE, NON ERA REALE" urlò anche lui
Lo sceriffo lo guardò senza dire niente e si girò verso di me
"Pensavo fosse veramente Stiles" lo indicò
"La voce calma, gli occhi lucidi, sembrava tutto così reale" tornò a guardarlo
"Lo avevo già detto, non bisogna mai fidarsi di una volpe" venne vicino a me
"Sceriffo, lui vuole soltanto aiutarci" lui mi guardò negli occhi
"Allora sbrigativi a trovarlo, se esiste lo troverete" annuii e sentii squillare il mio telefono ma rifiutai la chiamata
"Non è così semplice" lo guardai
"Ha scoperto il vero nome?" Chiese allo sceriffo ma scosse la testa, tutti e tre sospirammo.
"Spero che non le dia fastidio se tolgo la carta da parati" indicai il corridoio e lui annuì
"Se servirà per far tornare mio figlio" sorrisi un po' e andai in corridoio seguita da Void.
Mentre io cercavo di togliere la carta da parati Void era appoggiato alla parete e mi guardava, mi dava fastidio, molto.
Sbuffai e mi girai verso di lui guardandolo male ma lui fece spallucce."Potresti aiutarmi?" Scosse la testa
"Sono stanco" rispose e gli porsi la mano, il dolore gli dava forza e io di dolore ne avevo davvero tanto. Lui guardò la mia mano senza muoversi, prese un grosso respiro e lo fece, lui tornò ad essere forte e io a sentirmi un po' meglio.
"Ora aiutami" si avvicinò a me
"Ai miei tempi si diceva per favore" lo guardai male
"E tu quando ti sei impossessato di Stiles hai chiesto per favore?" Chiesi e lui roteò gli occhi che diventarono rossi
"Ascoltami bene, ragazzina, se non te la smetti mi imposserò del tuo corpo, ucciderò tutti quelli a cui tieni, e loro moriranno odiandoti"disse prendendomi per le spalle, lo guardai terrorizzata e lo vidi ghignare, gli dava potere.
"Void mi fai male" dissi cercando di togliere le sue mani
"Anche tu mi hai fatto male" corrugai la fronte mentre respiravo velocemente, lo avevo ferito con quelle parole?
Mi lasciò andare e appoggiò la schiena alla parete, scivolò fino a sedersi a terra, chiuse gli occhi mentre teneva le mani in due pugni vicino alla testa.
"Void" lo chiamai ma non rispose così decisi di chiamarlo di nuovo, lo sentivo dire qualcosa ma non capivo cosa, più diceva quella cosa e più di calmava, o almeno così sembrava.
Aprì gli occhi che erano di nuovo marroni. Mi guardò negli occhi e sospirò per poi spingere la testa all'indietro facendola appoggiare alla parete.
"Perdonami, non volevo" sospirò
"No, perdonami tu" scosse la testa
"Ho posseduto il ragazzo che ami, puoi odiarmi quanto vuoi" mi guardò negli occhi
"Avevi detto che non eri tu il cattivo" sospirai e si alzò in piedi
"E avevo anche detto che la volpe ha quasi sempre controllo su di me" eravamo uno davanti all'altro
"Come facevi a tenerla a bada quando eri giovane?" Gli chiesi
"Tutti noi abbiamo un'ancora" rispose
Si avvicinò alla parete dove stavo togliendo la carta da parati, prese un piccolo pezzo e lo tirò, tutta la carta da parati si tolse e vedemmo una porta.
"La stanza di Stiles" dissi a bassa voce mentre camminavo molto lentamente e senza togliere lo sguardo dalla porta.
"NOAH" sentimmo qualcuno chiamarlo e guardai verso il salotto, era la voce di Elias.
"Andiamo da lui" Void annuì e andammo in salotto, vedemmo lo sceriffo mentre guardava il padre, corrugai la fronte chiedendomi come aveva fatto ad uscire dalla casa di cura.
Si girò verso di noi e quando vide Void sgranò gli occhi.
"Stiles" venne verso di noi sotto lo sguardo confuso e i credulo dello sceriffo.
"Sai il suo vero nome?" Chiesi al nonno di Stiles
"Certo che lo so"
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VOID
FanfictionErano davanti a me che mi guardavano confusi terrorizzati, mi diede potere ma non era ciò che volevo, non volevo potere, volevo vivere. Vidi varie facce nuove ma quella che mi colpì fu quella di Lydia che mi guardava con gli occhi lucidi, non sapevo...