Capitolo 1

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«SVEGLIATI MELISSA! FARAI TARDI A SCUOLA!» Sbuffai. Sentire le urla di mia madre di prima mattina non era proprio il massimo. Oggi era il primo giorno di scuola, anzi, il primo giorno di una lunga tortura. Non amavo andarci, per questo avevo casualmente sempre il mal di pancia o il mal di testa. Andiamo, tutti l'abbiamo fatto. Comunque, io mi chiamo Melissa Bassi, ho sedici anni e vivo a Roma. Sono magra e bassa, ho gli occhi azzurri e i capelli neri, non tinti. Sono una molto timida e dolce, avvolte stronza. Andiamo Mel, hai parlato troppo ora inizia a prepararti. Ok, ok, il mio subconscio aveva ragione dovevo assolutamente prepararmi o sarei arrivata in ritardo ma la cosa non mi sarebbe dispiaciuta affatto. Optai per i miei skinny strappati neri e per la mia felpona ottocentomila taglie in più della mia rigorosamente nera, misi anche le mie adorate Globe sempre nere. Si lo so, nessuno si sarebbe mai aspettato un outfit così da una ragazza dal comportamento dolce. Ogni tanto amavo anche essere un po' la bad girl, anche se non lo ero affatto.
Uscii di casa e mi avviai verso la stazione dell'autobus. Quando salii, vidi un posto libero, dio finalmente, mi sedetti li e mi misi le cuffie. Cinque minuti dopo, però, sentii una mano toccarmi il braccio, mi girai e vidi questo ragazzo, era bellissimo, alto, capelli neri, i suoi occhi oddio i suoi occhi e le sue labbra carnose erano la fine del mondo. Indossava una felpa nera con scritto "GIOVANY" e dei jeans neri. Era davvero bello.
«Ehi? Ehi, ci sei?» Chiese il ragazzo per poi ridere vedendo che mi ero svegliata dai miei pensieri. Grande Melissa, hai già fatto una figura di merda.
«Oh, scusami, non ho capito.. Puoi ripetere?» chiesi io imbarazzata. Sulle mie guance potevi cucinare quello che volevi, stavano andando a fuoco.
«Ti ho chiesto se potevo sedermi vicino a te. Posso?» chiese indicando il posto vuoto.
«Quel posto? Cioè tu vuoi stare vicino a me? Oh, si certo! Certo che puoi!» dissi agitandomi.
Si sedette e si girò nella mia direzione, spero solo di non assomigliare ad un pomodoro più di prima. Ma evidentemente si.
«Valerio.» disse porgendomi la mano.
«Melissa.» dissi stringendo la sua.
Stavo letteralmente sprofondando, non sapevo che fare. Passammo tutto il viaggio in silenzio e quando arrivammo a scuola ognuno andò per la propria strada. Io da Alessia, la mia migliore amica e Luca, il mio migliore amico e lui da un gruppetto di ragazzi, probabilmente si erano trasferiti in questa scuola perché non li avevo mai visti. Sentii la campanella suonare e quindi entrai. Mi sedetti nell'ultimo banco, da sola. Alessia e Luca si erano seduti vicini, c'è qualcosa tra di loro ma non lo vogliono ammettere. Tutti si sedettero nei banchi, rimasero però quattro posti vuoti. La lezione era iniziata da una buona mezz'ora, matematica, che odio, non ci capivo nulla in quella materia io e lei eravamo distaccate, due mondi diversi. Stavo disegnando la professoressa andare a cavallo, non chiedetemi il motivo, non lo so nemmeno io. Comunque sentimmo bussare alla porta, entrarono quattro ragazzi. Tutti più o meno alti e uno che sembrava un nano da giardino, però era così carino. Li squadrai tutti bene ma uno attirò la mia attenzione, tra tutti, un ragazzo assomigliava a quello di sta mattina, poi mi accorsi che era veramente lui e il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Mel, va tutto bene. Stai tranquilla, è solo un ragazzo.
Lo continuai a fissare finché non si avvicinò sempre di più a me, fino ad arrivarmi di fronte.
«Posso sedermi?» chiese lui ridendo, probabilmente per il fatto di sta mattina.
«Si, va bene. Siediti.» dissi io spostando lo sguardo sul mio disegno per poi continuarlo.
«Grazie piccola.» disse sedendosi.
COME MI AVEVA CHIAMATA? OMMIODDIO QUALCUNO MI PORTI ALL'OSPEDALE STO PER SVENIRE. Il mio cuore non reggeva più, stava battendo così forte che iniziò a farmi male. Cazzo, quel nomignolo era così bello! Emisi un gemito di dolore seguito da una lacrima, non mi era mai successa una cosa del genere. Forse era lui?
«Stai bene?» mi chiese preoccupato. Era davvero preoccupato per me?
«Non proprio.» dissi alzandomi per andare a chiedere se potevo andare in bagno. Acconsentì e uscii dalla porta affondando in un pianto di dolore. Non capisco perché. Entrai e vomitai l'anima in un wc. Poi sentii bussare.
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Ciao ragazzi!
Eccovi il primo capitolo , spero vi piaccia.
Se si, fatemelo sapere qua sotto con un commento, ne sarei davvero felice.
Poverina Melissa, il primo già si è sentita male. Sarà per Valerio o per qualcos'altro? Lo scoprirete presto nel prossimo capitolo! Ciao!
-Alix

Scusa ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora