Capitolo 4

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Era la mia ex. Federica. Che cazzo era successo ieri sera? Perché lei era qui con me? Perché ero solo in boxer e lei nuda? Mi alzai velocemente dal letto e la svegliai bruscamente. Si alzò tenendosi il piumone sui suoi seni e sulla sua intimità per coprirli.
«Ma che cazzo ci fai qui?» dissi incazzato.
«Davvero non ti ricordi?» disse facendo un sorrisetto malizioso e iniziando a ridere facendomi infastidire.
«No, non mi ricordo.» dissi quasi urlando.
«Siamo tornati insieme a casa e mi hai invitata a dormire, ci siamo baciati con foga per finire in bellezza come hai detto tu. Spero che con "per finire in bellezza" tu abbia capito cosa intendo.» Ma che cazzo. Le sue parole rimbombarono nella mia mente più volte, ero un coglione. Che cazzo mi passava per la testa?
«Vai fuori da casa mia, immediatamente.» dissi mantenendo la calma.
«Ma Valerio, non ti va di divertirci ancora un po'?» disse per poi togliersi il piumone e mostrarmi le sue parti intime.
«VATTENE!» urlai così forte che si spaventò e se ne andò subito. Presi il telecomando e lo lanciai contro il muro. Sentendo quel rumore Giulio salì a controllare. Aprì la porta e vide il telecomando a pezzi ed un Valerio urlare. Sentii le sue mani fermarmi dal prendere a pugni il muro.
«Fratè, ma che cazzo hai?» disse piazzandosi davanti.
«Quella puttana. L'ha rifatto, cazzo!» dissi infuriato. Non c'è la facevo più a sopportare le sue provocazioni. Erano frustranti. Ogni volta ci cascavo e lei ne approfittava.
«Bro, te la sei fatta?» disse guardandomi sperando in un no. Sapeva quello che mi aveva fatto e che solo a vederla non avrei resistito a scoparmela. Da un po' di tempo a questa parte, però, ero abituato a vederla e cercare di non prenderla a schiaffi. Ieri sera aveva approfittato del mio stato di ubriachezza per convincermi a farmela.
«Si cazzo. Ma è tutta colpa sua.» dissi per poi sedermi sul letto. Ero nervoso, incazzato e triste. Vaffanculo.
MELISSA
Mi svegliai in un letto d'ospedale. Con mille cavi e tubi infilati nel mio corpo. Cercai di toglierli perché mi davano fastidio ma ogni volta che ci provavo, l'elettrocardiogramma aumentava sempre di più.
«Ma perché sono qui! Che cazzo è successo?!» urlai sperando che qualche dottore o infermiera mi sentisse, data la porta aperta.
Mi guardai intorno. Ero sola.
«Ciao Melissa, sono il dottor Rossi, finalmente ti sei svegliata!» disse felice avvicinandosi a me. Svegliata? Che era successo? Non mi ricordavo nulla.
«Eh?» dissi dubbiosa.
«Ieri mattina due ragazzi ti hanno portata in ospedale. Eri svenuta quindi ti abbiamo portata in una stanza e fatta riposare. Tutto d'un tratto l'elettrocardiogramma ha iniziato a suonare sempre più forte. Stavi per tagliare le cuoia. Non si sa il perché e come. Ti abbiamo portata qui e oggi ti sei svegliata.» mi raccontò la storia. Stavo per morire? Davvero?
«Io non mi ricordo nulla.» sbuffai. «Posso scendere?» continuo.
«No.» disse secco il dottor Rossi.
«Sono stufa di stare a letto con tutti questi tubi. Voglio scendere.» dissi io incrociando le braccia.
«Melissa, sarebbe molto pericoloso per te. Non se ne parla.» disse il dottore per poi andarsene.
«MA CHE COGLIONI.» urlai. Stranamente nessuno mi sentì.
«Vaffanculo.» iniziai a togliermi aghi, tubi e fili dal mio corpo. Sentii una fitta al cuore e mi accasciai a terra. Un'infermiera arrivò velocemente e mi aiutò a rimettermi di nuovo a letto. Mi rimise aghi, tubi e fili e mi raccomandò di non farlo mai più.
Dopo una settimana
Il dottor Rossi, mi lasciò andare via da quell'inferno di ospedale. Era domenica e il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola, che schifo. Ero sdraiata sul letto quando sentii dei sassi schiantarsi contro il vetro della mia finestra. Mi alzai e andai a controllare, era Giorgio. Giorgio? Lo salutai con la mano e mi fece segno di scendere, andai a chiedere il permesso ai miei genitori che mi dissero di sì. Quindi tornai in camera.Mi misi dei leggins, una felpona e le mie Globe. Quando aprii la porta Giorgio era già li.
«Ehi!» lo salutai sorridente.
«Ciao Mel!» ricambiò il sorriso.
«Dimmi tutto.» dissi guardandolo negli occhi.
«Sali in macchina, Valerio ti vuole vedere. Sono venuto io perché in questo periodo non ha molte forze e non c'è la fa a guidare.» disse un po' dispiaciuto.
«Che cosa gli è successo?» dissi avviandomi verso la sua macchina. Mi seguì. Lui si mise al posto del guidatore e io del passeggero.
«Questo penso che te lo debba dire lui.» disse facendo partire con un rombo la macchina.
Annuì e rimanemmo in silenzio per tutto il viaggio. Quando entrai in casa, vidi Valerio girarsi e farmi un sorrisone per poi venirmi ad abbracciare. Si cazzo, un suo abbraccio ci voleva proprio! Ok, Mel stai calma.
«Come stai?» mi chiese facendomi accomodare sul divano.
«Dai, insomma, mi fa male alle volte il cuore ma è tutto a posto per il resto! Te?» chiesi a sua volta. Avevo detto la verità.
«Si, un po' stanco. Ti fermi a dormire?» mi chiese sorridendo.
«Se non disturbo va bene!» poi altri tre ragazzi insieme a Giorgio scesero le scale. Riconobbi solo Giulio e Mattia, l'altro mi era sconosciuto.
«Ciao bella!» dissero tutti e tre all'unisono. Giorgio se n'era andato in cucina per una telefonata. Arrossii e abbassai lo sguardo.
«Ciao..» dissi timidamente.
«Io sono Giulio! Puoi chiamarmi lowlow o low!» mi disse il nanetto.
«Io Mattia, puoi chiamarmi briga.» mi disse un ragazzo alto e bello.
«Stiamo nella classe tua, non abbiamo avuto la possibilità di incontrarci per il tuo malessere!» continuò.
«Ed io sono Luca, puoi chiamarmi J!» mi porse la mano e io gliela strinsi.
«Io sono Melissa.» mi presentai infine. Guardai Valerio e vidi che stava fissando J come per dirgli di non toccarmi più. Geloso? Boh.
«Valè, dobbiamo andare.» disse Giorgio infuriato.
«Dove?» rispose Valerio.
«Te lo spiego in macchina.» disse lui. Dove sarebbero dovuti andare?
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Ciao ragaaaaaa! Come state? Piaciuto questo nuovo capitolo? Un po' noioso ma anche intrigante. Dove andranno Valerio e Giorgio? E sopratutto, Valerio secondo voi, è geloso di Melissa?
Buonanotte!
/Alix

Scusa ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora