Capitolo 16

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                          POV MELISSA
Erano passate circa 2/3 ore da quando avevo detto a Valerio che sarei tornata subito a casa.
So che quando tornerò mi beccherò la solita ramanzina, solo perché lui ha 18 anni e io 16 non vuol dire che ha il potere su di me.
Stavo andando a casa mia, volevo stare un po' li, da sola. Mi mancavano i miei, mi mancava mio fratello.

<Pronto?> risposi con molta tristezza.
<Sono seriamente preoccupato, menomale che almeno mi rispondi. Dove sei?> era Valerio.
<Sono a casa mia.> risposi secca.
<Va bene amo, scusa. Sta notte torni?>
<Si, penso.> pensavo, infatti.

Si erano fatte le 2 del mattino e dopo essere stata a casa a meditare decisi di tornare dagli altri.

Aprii facendo attenzione al rumore e filai in camera, non appena poggiai la testa sul cuscino mi addormentai.

«Buongiorno Mel!» mi saltò addosso Alessia. Era completamente pazza quella donna.
Mugolai, ero in dormiveglia. L'avrei uccisa in quell'istante se solo avessi avuto le forze per farlo. Mi alzai dal letto e mi andai a cambiare in bagno: Un top, dei jeans strappati a vita alta, la felpa dell'Adidas e le mie adorate Globe.
Mi incamminai verso le scale dove trovai Sac.
«Buongiorno» lo salutai con la mano. Mi salutò facendomi un cenno dato che era al telefono. Scesi le scale con poca voglia e andai in cucina a fare colazione. Che bello, si mangia. Di Valerio neanche l'ombra. Com'è che quando sparisco io lui c'è sempre e quando io ci sono lui non c'è mai? Mi incazzai senza motivo, probabilmente per via delle mestruazioni. Tutte le donne le odiano, non ce ne una che le ama. Io soffro molto il mal di pancia e sono molto, molto irritabile. Se mi incontrate per strada, statemi alla larga o cambiate direzione.
Entrò Sac con un volto triste dalla porta della cucina.
«Che hai?» gli chiesi mangiando il mio panino alla Nutella. Era una droga. Io amavo la Nutella.
«Hai presente Benedetta? La mia ragazza? Hai presente?» sembrava nervoso, agitato oltre che triste. Sac e Benedetta si erano lasciati da poco tempo, non andavano più d'accordo come prima.
«Si, si ho presente. Che è successo?» scoppiò in un pianto rumoroso, di scatto e d'istinto mi alzai e lo andai ad abbracciare. Non mi piaceva vederlo così.
«No, no, non piangere. Va tutto bene.» lo rassicurai. Ero ancora abbracciata a Sac quando entrò Valerio. Perfetto. Davvero un tempismo perfetto. Se ne andò su tutte le furie ma poco importava, non potevo lasciare Sac da solo, piangente. No. Valerio avrebbe aspettato.
«No, non va nulla bene. Lei si è fidanzata ma io la amo ancora! La amo ancora cazzo!» pianse più di prima sulla mia spalla. Mi limitai a stringerlo e a trascinare la mia mano su e giù sulla sua schiena.

Sac, dopo una mezz'ora buona se ne andò ed entrò Valerio. Ero incazzata con lui senza alcun motivo e in più avevo le mestruazioni. Se solo mi avesse fatta irritare gli avrei tirato una badilata nei denti che si sarebbe ricordato per tutta la vita.
Silenzio. Silenzio. Silenzio. Silenzio tombale.
Ecco, sì. Silenzio tombale era la descrizione giusta per quel momento. Mi fissava e lo sentivo mentre le mie scarpe diventavano improvvisamente sempre più interessanti.
Sentii che mise la tazza nel lavabo e se ne andò sbattendo la porta. Che cazzo aveva? Ok, aveva visto me e Sac abbracciarci ma insomma, lo fanno tutti!
«Che fai qua da sola?» mi interruppe la voce di Mattia dai miei pensieri. Lo guardai e poi riposai lo sguardo di nuovo a terra.
«Niente.» stavo pensando a che cosa mi fosse capitato in questo periodo, che cosa prendeva alle persone che mi stavano sempre vicine e tutto ad un tratto scomparivano. A me, d'altronde, non importava delle altre persone. A me importava di Valerio, non eravamo più come una volta: baci, abbracci inaspettati, quei 'ti amo' detti non alla cazzo, ma con vero amore. Ci stavamo allontanando e lo sentivo, perché faceva male.
«Ho visto Valerio andarsene su tutte le furie, che è successo? Mel, puoi dirmi tutto quello che vuoi. Cercherò di aiutarti e aiutarvi in qualche modo.» disse dispiaciuto. Mi fece piacere quello che mi disse, ma purtroppo feci una cosa che non dovevo assolutamente fare:
«Non serve a nulla il tuo aiuto! Ci stiamo allontanando e lo sento. Fa male, si, ma niente e nessuno potrà mai fare qualcosa se non si è più innamorati.» gli risposi di merda e per altro gli dissi che non ero più innamorata di Valerio, mi piaceva e basta. I miei sentimenti per lui andavano sempre più a puttane e l'unica cosa da fare era parlarne con lui, ma mi mancava il coraggio. Rimase così sorpreso dalle mie parole che mormorò uno "scusa" che io, ovviamente, perdonai.
«Ma come non vi amate più?» spuntò Giulio con una faccia al quanto triste dalla porta.
«Non ci amiamo più. Non c'è nessuna spiegazione.» risposi secca. Era difficile ammetterlo, non amarlo più. Come se tutti stessero origliando, entrarono anche gli altri che mi guardarono con aria dispiaciuta.
«Sentite, è difficile ok? Io e Valerio ci stiamo allontanando, sempre di più. È chiaro che non ci amiamo più. Se ne troverà un'altra migliore.» scoppiai in un pianto e scelsi di andarmene ma la voce di Federica, la ragazza di Giulio, mi fermo:
«Quindi vuoi lasciarlo?» mi chiese preoccupata. Si, volevo lasciarlo, non volevo farlo soffrire, non volevo soffrire io.
«Si.» tutti mi guardarono sbalorditi. Sapevano che questa volta non sarei più tornata indietro, mai.
Iniziarono a parlarmi e fui costretta a restare lì. Non li stavo ascoltando, stavo pensando a me e a Valerio, a quanto eravamo felici e a quanto ci amavamo. Si troverà qualcuna migliore, che non lo lascerà mai, che lo renda davvero felice.
                            POV VALERIO
Ed io ero lì, dietro a quella maledetta porta della cucina, a sentire Melissa dire la cosa che più avevo temuto in questo ultimo mese. Si, ci eravamo distaccati molto e si, non ci amavamo più come una volta ma lasciarla andare faceva troppo male, dopo tutti quei baci, quegli abbracci. Non avevamo mai fatto l'amore ma sono sicuro che troverà la persona giusta con cui farlo, che non se ne approfitti come pensavo io all'inizio. Se ve lo state chiedendo, si, la amo ancora ma accetterò, con tutto il dolore che porto dentro, la sua scelta.
«Melissa stai facendo un grosso sbaglio, lui ti ama ancora.» sentii Giorgio supplicare Melissa.
«Si, ma io no!» Ormai la sentivo piangere, come stavo facendo io. Volevo andare da lei, abbracciarla, baciarla, dirle che andava tutto bene ma non era così.
«Cazzo.» dissi tra le lacrime. Sentii la porta della cucina aprirsi e Melissa uscire in lacrime. Si girò verso di me.
«Scusa.» e se ne andò.
«Ma ti amo.» non lo sentì. Ma era tutto vero. L'amavo e l'avrei sempre amata.
Mentre stavo fissando la porta sbattere pensai che avevo appena perso, di nuovo e per sempre, la persona più importante della mia vita. Lei che mi rendeva felice. Lei che amavo con tutto il mio cuore. Lei che era la persona più fastidiosa ma carina della terra. Lei che non volevo perdere. Lei si era fatta portare in ospedale, fidandosi ciecamente. Lei che mi fece sedere al suo banco e sull'autobus. Lei che avevo incontrato su quell'autobus. Lei che non avevo mai pensato di incontrare.
Ti amo, Melissa.

E la storia finisce quiii!
Mi scuso con tutti se la storia risulta un po' incasinata ma era la prima volta che scrivevo e quindi cercherò di migliorare.
So che è finita un po' di cacca 💩 ma era per mancanza di idee.
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno cliccato su quella piccola stellina ⭐️ in basso a sinistra, che hanno commentato e come dimenticarci delle persone che hanno letto e basta, grazie anche a voi. 💗
Questa mini-fanfiction devo dire che non mi è piaciuta molto perché era troppo nei dettagli e non sapevo bene come impostarla.
Vi ringrazio ancora per le 400 visualizzazioni, ero partita con l'idea che non sarebbe piaciuta a nessuno ma con l'incoraggiamento di molte persone e sopratutto di ele_ms , sono andata avanti. 💗
Farò un'altra storia e sperando che commentiate, sarete voi a decidere su chi.
                    GRAZIE A TUTTI.
Alizee.

Scusa ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora