Capitolo 5

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Mentre Valerio stava per chiudersi la porta alle spalle avrei voluto fare qualcosa ma dato il mio scarso coraggio non feci nulla. Sospirai. Che potevo fare? Ero da sola con J. Giulio e Mattia seguirono Valerio e Giorgio.
Tirai fuori il cellulare e iniziai a girovagare per Instagram, così per tenermi occupata. Non era vero. È che tutto quel silenzio creava imbarazzo.
«Allora, io ora devo uscire. Quindi starai qui da sola, la cosa mi dispiace molto se vuoi ti do uno strappo a casa. Ti va? Anche perché non credo che Valerio torni presto sta sera.» chiese lui prendendo le chiavi della macchina. Ma che doveva fare di così importante? Mi stava facendo preoccupare. Decisi però di non farmi gli affari suoi, se me lo volesse dire sarei tutta orecchie.
"No grazie, preferisco andare a piedi. Mi fa bene camminare." Stavo mentendo. Cioè si, mi faceva bene camminare ma da qui a casa mia a piedi mi avrebbe fatto malissimo. Sarei sicuramente svenuta o cose simili. Non ero ancora abituata. Annuì e uscì di casa, lasciandomi da sola. Aspettai cinque minuti che se ne andasse e uscii anche io. Mentre uscivo decisi di scrivere un messaggio a Valerio per informarlo che sarei tornata a casa.
Io:
"Ciao Vale, io torno a casa. Scusami. Sarà per la prossima volta. Buonanotte."
La risposta non arrivò nemmeno dopo dieci minuti. Intanto tornai a casa sana e salva e appena toccai il letto, mi addormentai.

6:00 A.M.
Mi ero appena svegliata. Andai allo specchio e vidi le mie occhiaie che mi arrivavano praticamente ai piedi. Mi ero totalmente dimenticata della sera prima e della "scomparsa" di Valerio. Non mi aveva risposto al messaggio ieri sera e neanche oggi e se ne era andato così senza preoccuparsi che sarei rimasta da sola. Mi preparai e feci colazione.
«Mel, ma tu non restavi a dormire da Valerio?» Disse mio fratello contraendo la mascella. Come lo aveva scoperto solo lui lo sapeva. Lorenzo era molto geloso del fatto che avessi dei rapporti d'amicizia con altri ragazzi. Geloso e protettivo.
«Gne, gne.» risposi io sbuffando. Mi alzai e mi incamminai verso l'auto di mio padre. Mi avrebbe portato lui per circa un mese, così se fosse successo qualcosa avrebbe subito chiamato aiuto. Lo feci fermare qualche metro prima della mia scuola e scesi.
«Ciao pa'. Grazie, ti voglio bene!» dissi sorridendo e chiudendo la portiera.
Fece un sorrisone e mi salutò con il clacson.
Mi avvicinai sempre di più al cancello della scuola non vedendo Valerio ma vedendo solamente molte persone comprese Alessia e Matteo guardarmi. Non degnai lo sguardo a nessuno e filai dritta in classe sedendomi come all'inizio della scuola, in fondo.
Non so perché cercavo di ignorare i miei migliori amici, ma pensavo che sarei stata troppo ingombrante a stare tra di loro. Meglio così. Infondo mi piaceva stare da sola, mi rilassava.
Suonò la campanella della prima ora e io misi lo zaino sulla sedia vuota per far vedere a tutti che era occupata, anche se non era vero. Volevo stare da sola. Mancava Valerio. Tutti gli altri c'erano. Anche Giorgio.
Il professore iniziò a spiegare la lezione e io misi la testa sopra le braccia conserte e appoggiate sul banco. Non stavo pensando a niente. Guardavo fuori dalla finestra le foglie attaccate ai rami cadere. Vedevo persone al telefono, con il passeggino, alcuni di corsa, alcuni fumavano, alcuni si tenevano per mano, altri si baciavano, altri ridevano. Magari ci fosse qualcuno che mi potesse tenere la mano, che mi potesse baciare e far ridere in continuazione. VALERIO. Ah, forse il mio subconscio sta volta, aveva torto. Non poteva essere Valerio, non gli piacevo per niente, forse non ero nemmeno sua amica.
«Forse Melissa vuole spiegarci cosa afferma la prima legge di Keplero.» disse il professore facendosi sentire. Sobbalzai.
«Certo.» dissi mettendomi con poca voglia composta. Iniziai a spiegare. «La prima legge di Keplero afferma che l'orbita descritta da un pianeta è un'ellisse, di cui il Sole occupa uno dei due fuochi.» dissi tutto guardando il prof negli occhi. «E la legge di Murphy? Ce la sai spiegare?» disse sorridendo, come se sapesse che avrei sbagliato tutto.
«La legge di Murphy è un insieme di paradossi pseudo-scientifici a carattere ironico e caricaturale. Si possono idealmente riassumere nel primo assioma, che è in realtà la "Legge di Murphy" vera e propria, che ha dato il titolo a tutto il pensiero "murphologico": Se qualcosa può andar male, andrà male. In altra versione o forse traduzione più letteraria, "se qualcosa può andar male, lo farà." è come il toast imburrato, esso cade dalla parte imburrata perché l'altezza media da cui cade, un esempio è il tavolo, è tale da consentire solo una rotazione parziale.» dissi guardando fuori dalla finestra. Mi ero stupida di quello che avevo detto, mi uscivano parole che non avevo mai usato, da sole. Ero riuscita a dire tutto questo forse perché da piccola, ma anche adesso, quando ero giù di morale leggevo molto queste cose riguardanti la scienza. Le amavo come tutt'ora. Guardai il professore, era stupito.
«Posso andare in bagno?» chiesi.
«Certo Melissa, complimenti.» disse il prof guardandomi uscire triste dalla porta. Mi sentivo sola e avevo bisogno di qualcuno che mi consolasse e che riuscisse a sopportarmi. Solo quando mi accasciai a terra e iniziai a piangere mi accorsi che la persona che stavo cercando era Valerio.
«Ehi, tutto ok?» sentii una voce familiare avvicinarsi a me. Alzai lo sguardo era Alessia.
«Si.» risposi secca.
«Non è vero.» rispose secca anche lei. Era l'unica con Matteo a capirmi veramente. Scoppiai in lacrime e mi fiondai nelle sue braccia.
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Ciao ragaaa! Tutto ok? Io dai.
Questo capitolo è un po' noioso, me ne sono accorta, scusate. È solo di passaggio.
La mia parte preferita è quando Melissa spiega al professore la prima legge di Keplero e la legge di Murphy. A me piacciono tutte le cose che riguardano la scienza 🔬
Cooomuuunque, forse a Melissa sta iniziando un po' a piacere Valerio, che ne pensate?
E secondo voi perché stava piangendo?
Sta sera forse aggiorno! Ciaoo, vi voglio bene!
Ps: abbiamo raggiunto le 100 visualizzazioni! Grazie di cuore

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