Chapter 25.

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"Hai lasciato la tua felpa a casa mia." La voce di Luke apparve al mio orecchio mentre stavo mettendo via i libri nel mio armadietto.

Mi girai per guardarlo, e non sembrava molto felice. Lo attirai comunque in un grande abbraccio, perché non era venuto a scuola negli ultimi tre giorni e stavo quasi per andare io a casa sua se non l'avessi ancora visto. Lui però non ricambiò, infatti si spinse oltre al mio corpo e infilò la mia felpa nel mio armadietto.

"Luke, andiamo." mi lamentai. Lo sentii sospirare nel mio orecchio prima che mi avvolgesse le mani attorno al mio corpo, ma non mi strinse come faceva sempre. "Che c'è?"

"Hai lasciato la tua felpa nella mia camera, Stel. Mia mamma ha trovato la tua felpa nella mia camera." Disse Luke allontanandosi.

"Che cosa ti ha detto?" sussultai. Sapevo che il suo piccolo piano per farmi uscire da casa non avrebbe funzionato, lo sapevo che sarebbe finito nei guai.

"Non ha detto niente." scattò Luke, e sapevo esattamente cosa intendeva. Sua mamma l'aveva ferito, di nuovo, anche dopo che avevamo pensato le cose andassero meglio.

"Stai bene?" gli chiesi piano.

"Sto bene, Stel."  disse lui. Indietreggiò e si passò le dita tra i capelli, facendo un altro grande sospiro.

"Hai davvero bisogno di parlarne con qualcuno, Luke. Questo non va bene." dissi, allungandomi per prendere la sua mano. Lui trasalì, ma una volta capito che volevo solo tenergli la mano si rilassò e lasciò che le nostre dita si intrecciassero.

 "Starò bene, finché non farai più una cosa del genere." mormorò. Abbassò lo sguardo al pavimento, come se non riuscisse a  incontrare il mio sguardo.

Questa volta toccò a me a fare un sospiro. Per quanto fossi triste che Luke fosse finito nei guai per colpa mia , davvero non capivo perché sembrava incolparmi per tutto. Sapevo che era colpa mia per aver lasciato la mia felpa da lui, ma c'erano un bel po' di cose che avremmo entrambi potuto fare per far sì che sua mamma non scoprisse niente.

"Quindi è colpa mia?" dissi, lasciando la mano di Luke.

"No, no affatto. Scusa, Stel." scosse la testa. "Ho avuto una brutta settimana, non volevo arrabbiarmi. Non è colpa tua."

"Va bene, fa niente." Dissi piano, anche se ancora non capivo bene l'intera cosa. Capivo che cosa stava passando Luke, però, e sapevo che alcune volte diceva cose che non pensava veramente. Mi guardò, quasi come che fosse sorpreso che l'avessi già perdonato.

"Adesso possiamo andare a pranzo?" chiese lui, cambiando completamente argomento.

"Sì." annuii, prendendolo dal braccio e trascinandolo per il corridoio.

Avvolse il suo braccio attorno a me e si avvicinò, lasciandomi un piccolo bacio sulla tempia. Quando lo guardai di nuovo aveva un grande sorriso stampato sulla faccia, sembrando già di umore migliore. Questa era ancora uno dei più grandi misteri di Luke, il modo in cui riusciva a passare da arrabbiare a felice in così poco tempo.

"Stai bene?" mi chiese, chinandosi così che fosse alla mia altezza. Le sue parole mi svegliarono, ero stata a fissarlo per un bel po' di tempo che mi ero persa nel mio mondo. 

"Perché non dovrei esserlo?" risi nervosamente. Luke stava ridendo adesso, e mi stavo chiedendo cosa avessi fatto per divertirlo così tanto.

"Ti sei quasi scontrata con quel ragazzo laggiù." disse lui, continuando a ridere.

"Giusto." sorrisi. "Sto bene."

"Mi stavi spaventando." sorrise Luke.

Entrammo nella mensa dove potevo vedere Michael già seduto al nostro solito tavolo, e ignorai i commenti che ricevemmo io e Luke mentre passavamo. La maggior parte di loro  si stavano chiedendo persino chi era Luke, dal momento che era abbastanza asociale. Ma c'erano anche alcuni commenti su me e Ashton, il che non mi fece sentire molto bene.

Fall (l.h.) \\ Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora