Capitolo 4

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Il ragazzo alzò lo sguardo per vedere con chi si fosse scontrato e incontrò i due occhi verdi di cui si era innamorato. Melissa era lì davanti a lui e Antony stava già per balbettare uno "scusa", ma lei lo anticipò sorprendentemente.
-Mi dispiace, ero soprappensiero.
Si scusò in tono gentile la bionda, Antony sentiva che stava per sciogliersi davanti a lei.
-Non fa niente... comunque io sono Antony, faccio laboratorio di chimica con te.
Lei socchiuse gli occhi pensandoci su.
-Non ti ho mai visto, beh, piacere, Antony.
Stava avendo una conversazione con Melissa o stava sognando? Il ragazzo si grattò la nuca imbarazzato e sorrise.
-Per caso hai visto una ragazza...
-Greta? Cioè sì, la tua amica, no?
Lei chinò la testa e sembrò divertita dal suo essere impacciato. Era bellissima, bellissima.
-Comunque, è laggiù.
Disse indicando dietro di lui. Lei gli sorrise.
-Grazie.
Antony la fece passare, la salutò senza che lei potesse veramente sentirlo e decise di andare a casa.

-Dove porca puttana sei andato ieri?!
Matteo raggiunse Antony all'entrata di scuola sputando quella frase con aria veramente indignata. Lui sbuffò e si girò a guardarlo.
-Tu e Anna ci avete messo un'eternità, per caso avete fatto tappa in bagno? E poi ti ho mandato un messaggio.
Lui si imbronciò e alzò gli occhi al cielo.
-Nessuna tappa al bagno, voleva confessarsi a me però ho cercato di sviare il più possibile e poi cavolo ho visto Greta, era lì, cazzo!
Antony si alterò al suono di quel nome.
-Già, l'avevo vista.
Rispose seccato. Prima che Matteo potesse dire qualsiasi cosa, Antony venne distratto da Melissa che saliva le scale di scuola. Incontrò, come ieri, i suoi occhi. Lei gli sorrise.
-Buongiorno, Antony.
In quel momento si sarebbe aspettato di tutto ma non che lei gli rivolgesse nuovamente la parola. Iniziarono a sudargli le mani e dovette stringerle più forte. Tirò un sospiro tremolante e sorrise nervoso.
-C-ciao.
Lei gli lanciò un ultimo sorriso e li superò raggiungendo il suo gruppetto.
Antony tornò con lo sguardo su Matteo che era a bocca aperta, proprio come il sottoscritto.
-Che cosa... che cosa mi sono perso?
La sua voce stava trattenendo dell'entusiasmo che sicuramente sarebbe esploso dopo la presunta spiegazione di Antony.
-Io non... non lo so, cioè ieri mi sono presentato a lei ma non credevo che si ricordasse di me!
Matteo sorrise e gli diede una pacca sul petto.
-Ce l'hai fatta! Sono contentissimo per te!
Antony stava per esplodere dalla felicità, forse la scuola non era così brutta, forse l'ultimo anno non sarebbe andato veramente così male. Ma adesso stava già fantasticando troppo, così si mosse e, dopo aver salutato Matteo, si diresse a laboratorio di fotografia.

Antony lasciò cadere il grande scatolone che il professore gli aveva ordinato di svuotare, sopra al banco che ora divideva con Greta. La ragazza era seduta e stava tranquillamente messaggiando al cellulare dato che il professore era uscito dalla classe con un'urgente bisogno di un genitore di parlare con lui. Antony decise di ignorarla nonostante avrebbe dovuto farle da "tutor", ma il professore in quel momento non c'era quindi il ragazzo preferiva di certo ordinare vecchie stampe a contatto che parlare con Greta.
-Dovresti ringraziarmi.
Disse però lei mentre il moro era concentrato a togliere dallo scatolone vecchi negativi e oggetti che sostanzialmente non servivano a molto, erano solo esempi di anni passati.
-Perché?
Chiese lui cercando di non far trasparire alcuna emozione, esattamente come faceva lei.
-Perché è grazie a me se hai conosciuto Melissa.
Greta posò il suo cellulare sul banco e rivolse il suo sguardo freddo verso di lui. Gli occhi erano tornati azzurri e lo scrutavano mettendolo in soggezione.
-Mi sono scontrato con lei, tu che c'entri?
La mora inarcò un sopracciglio.
-Era lì per me, senti ok, lo so che non lo vuoi ammettere. Ma si sa che non avevi mai visto una ragazza così da vicino, no? A parte Anna.
Disse il suo nome con disprezzo, come aveva già fatto il giorno prima dandole della "puttanella". Antony smise di fare ciò che stava facendo e si concentrò su di lei.
-Mi spieghi che cos'hai contro di lei? La conosci?
Un sorriso divertito si fece spazio sul suo viso e distolse completamente lo sguardo voltandosi a guardare dall'altra parte della stanza.
-Piuttosto, potresti farmi un favore?
Cambiò discorso lei tornando al suo cellulare. Lui sospirò.
-Cosa?
-Puoi vedere se Daniele è arrivato? Basta che ti affacci dalla finestra, di solito è sempre qui all'angolo a fumare con i suoi amici prima di entrare.
Antony ubbidì e non vide nessuno.
-No, quel cogli... Daniele non c'è.
Affermò mentre si girava di nuovo a guardarla. Per un attimo Antony vide che l'espressione sicura di Greta stava vacillando, ma quella cosa durò pochissimo.
-Stai bene?
Sapeva benissimo come gli avrebbe risposto, ma lui non ci riusciva proprio ad ignorare quelle cose, era troppo buono e si odiava dannatamente per quello. Lei annuì con grande sorpresa di Antony.
-Sì, sto bene.
Disse in un tono poco convincente.
-Sicura?
Lei lo fulminò e Antony capì che aveva tirato troppo la corda.
-No, in realtà! Se tu la smettessi di rompermi i coglioni forse starei meglio! Sbava pure dietro Melissa, fai quello che vuoi, ma io e te siamo solo compagni di laboratorio, stai davvero prendendo troppa confidenza, lasciami in pace, è chiaro?!
Lui annuì senza fare troppe storie.
-Hai ragione, è tutto chiaro.
Raggiunse il suo posto, purtroppo vicino a lei, a testa bassa.
Il professore rientrò in classe e fece un discorso generale su quale fosse il nuovo progetto da fare. Gli alunni dovevano rafforzare i valori della città, parti che erano magari ignorate da chiunque, un progetto che personalmente ad Antony non interessava, ma alla fine si trattava di fotografare queste parti, quindi non era troppo male. Il professore assegnò i gruppi ed Antony non si ritrovò in nessuno di questi e ovviamente capì chi era la sua compagna.
-Antony, già sai che Greta è nuova, quindi magari potresti fare solo tu le foto e, senza dividervi i compiti, lei potrebbe farti da modella.
Greta alzò di colpo lo sguardo dalle sue mani incrociate, velocemente guardò Antony e poi il professore che tranquillamente raggiungeva la sua cattedra.
-Beh, a quanto pare il destino non ci vuole solo come compagni di banco.
Le disse lui.

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