Antony era solo, con Melissa. La cosa che voleva di più da quando aveva visto Greta insieme a lei, ma ora voleva solamente sprofondare nell'entroterra.
Lei stava trattenendo un sorriso e Antony notò una fossetta sopra la guancia sinistra, era la prima volta che la notava e lo trovò strano.
-È vero quello che dice Greta?
I suoi occhi verdi erano socchiusi e si contrastavano alla sua pelle bianca, alimentata dal fondotinta. Lui provò a non esitare, a non farsi vedere imbarazzato, ma non era proprio il suo forte ignorare quel tipo di emozioni.
-Sì cioè no! Io volevo solo conoscerti meglio perché sembravi simpatica e io... io non so come a Greta possa essere venuta in mente una cosa del genere!
Stavolta il suo tono era più sicuro, non sapeva da dove lo avesse cacciato ma Melissa sembrò credergli, gli sorrise di nuovo.
-Greta è fatta così... comunque sì mi sembri simpatico e potremo incontrarci fuori da scuola qualche volta.
Affermò con una scrollata di spalle e un sorriso angelico. Antony non capiva perché tutta la scuola - persino Anna - parlassero male di lei e dicessero che addirittura fosse peggio di Greta. A lui non sembrava per niente come tutti l'avevano dipinta. Comunque quando la sua risposta arrivò al suo cervello non gli parve per niente vero, trattenne con un grande sforzo l'entusiasmo e sorrise in modo sghembo.
-Bene, adesso andiamo a chimica?Antony si sedette al suo posto vicino a Greta nel laboratorio di chimica. La ragazza era concentrata a scrivere qualcosa su un foglio, ma appena lo aveva visto entrare con Melissa il suo sorrisetto divertito di prima era tornato a farsi spazio sul suo volto. Antony non l'aveva guardata, e non lo stava facendo nemmeno in quel momento, non voleva darle la minima soddisfazione di aver creato scompiglio prima, alle macchinette. Ma non resisteva più, e poi il professore era appena arrivato ed era impegnato con il registro, così si voltò a guardarla, stava ancora scrivendo velocemente su un foglio strappato dal quaderno.
-Sei una stronza, lo sai?
Disse a bassa voce per non farsi sentire dagli altri, ma soprattutto non da Daniele e Melissa agli ultimi banchi.
Era quello che si aspettava, quello che voleva sentirsi dire, Antony lo sapeva. Infatti la ragazza si morse il labbro per trattenere una risata che arrivò subito dopo. Lo guardò e il ragazzo non riuscì a decifrare il suo sguardo.
-Ti ho risparmiato un'ennesima figura di merda.
Disse semplicemente, tornando poi a scrivere. Antony appoggiò i gomiti sul banco e allungò lo sguardo verso ciò che stava facendo a quel foglio, ma non riuscì a leggere nulla prima che lei gli coprisse la visuale involontariamente con i capelli.
-Comunque, vedo che hai ascoltato il mio consiglio dell'altro giorno.
Disse Greta nel suo solito tono divertito e sicuro di sé.
-Lo avrei fatto comunque.
Sbuffò una risata.
-Non lo ammetterai mai che ti ho fatto un favore, vero?
Antony era incredulo.
-Perché dovresti fare un favore a me?
Lei lo guardò di nuovo, un secondo, poi distolse lo sguardo.
-Perché non so come ma mi sei simpatico, anzi, mi fai pena. E poi, mi hai fatto delle belle foto ieri, quindi non voglio perderti come fotografo.
Il moro non sapeva se sentirsi usato o confuso, era così che Greta trattava le persone che le erano "simpatiche"? E poi gli faceva davvero strano sentirsi dire da lei, che era riuscito a starle simpatico, e pensare che nello stesso posto dove si trovavano ora lei gli aveva detto "parlami ancora e ti renderò la vita impossibile", e non era passato nemmeno tanto tempo. Decise di lasciar perdere e di pensare al fatto che Melissa gli aveva detto che potevano uscire, non ci credeva e non vedeva l'ora di dirlo a Matteo. Il ragazzo si accorse che il suo amico era assente solo in quel momento, dopo lo avrebbe chiamato, gli pareva strano. La sera prima, quando si erano visti, Matteo sembrava in perfetta forma.
Il professore nel frattempo aveva iniziato a spiegare, o forse a parlare semplicemente dei suoi affari da ubriacone, Antony non stava prestando attenzione. Era finalmente riuscito a leggere cosa Greta stava scrivendo vicino a lui. Era il testo di una canzone, era riuscito a scorgere solamente il titolo dato che era scritto in caratteri più grandi: Perfectly Perfect dei Simple Plan. Antony sorrise.
-Ti piace quella band?
Esclamò lui in tono sorpreso. Lei lo guardò, sembrava abbastanza irritata.
-Già.
Disse semplicemente, lui avrebbe voluto approfondire la conversazione, dirle che piacevano anche lui e che non si aspettava che avesse i suoi stessi gusti musicali. Ma rimase in silenzio e ascoltò il professore parlare.
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Let me photograph you in this light
RomanceSono sicura che molte persone partiranno prevenute su questa storia appena vedranno che i protagonisti sono ormai due noti youtubers non sopportati da molti. Ho scritto tante storie su di loro ma quando ho iniziato questa è stato un po' per abitudin...