Capitolo 11

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Il marmo del grande davanzale della finestra era freddo, ma ad Antony piaceva sedersi lì. Era forse l'unica cosa che il ragazzo apprezzava della sua piccola e poco accogliente stanza. Il moro si metteva sempre lì seduto quando era piccolo, guardava fuori dalla finestra e osservava le persone, immaginava le loro storie e credeva che la loro vita fosse meglio della sua. Ma ora fuori dalla finestra era buio, il lampione difronte casa sua illuminava soltanto la pioggia che cadeva lentamente contro il marciapiede. Ora era lenta, ma presto avrebbe iniziato a diluviare sul serio. Per una volta Antony non stava immaginando la vita delle altre persone, ma stava pensando alla sua, nella finestra, infatti, vedeva il suo riflesso e l'immagine di ciò che era successo prima, e che forse non sarebbe dovuto accadere. Non faceva altro che pensare al bacio che si era scambiato con Greta quel pomeriggio, e pensava unicamente a quello, nient'altro sul serio. Non riusciva a pensare nemmeno alle emozioni che aveva provato, niente, solo il bacio. Percepiva ancora le labbra di lei incredibilmente sulle sue e ricordava benissimo la sua faccia quando si erano staccati. Greta non aveva parlato, per una volta Antony l'aveva vista più che sorpresa, e non solo quello. Un turbine di espressioni, tutte insieme indecifrabili, si era scaraventato sul volto di Greta quando lei lo aveva guardato. Mentre lui non sapeva bene come reagire né perché era successo. Dopo quello, Greta era corsa via.
Antony si portò le ginocchia al petto e sospirò. Non poteva nemmeno dirlo a Matteo, anzi, non sapeva come dirglielo. Conoscendolo si sarebbe incazzato a morte con lui perché si sentiva escluso dalla sua vita, e anche perché, tra le trecento ragazze a cui andava dietro, Greta era una di quelle. Matteo era sempre riuscito a frequentare o a piacere alle ragazze, mentre Antony era il classico amico che faceva da tramite. Da tramite perché molto spesso le ragazze gli parlavano solo per rivolgerli testuali parole: "Ma il tuo amico con gli occhiali come si chiama? È davvero carino!"
Però, nonostante quello, aveva bisogno dei suoi consigli. Qualcuno bussò alla porta della camera di Antony e, quando questa si aprì prima ancora che lui avesse potuto dire "avanti", il ragazzo capì che si trattava di Matteo.
-Bu!
Esclamò il suo migliore amico con poco entusiasmo. Antony trattenne un attimo il respiro, glielo doveva dire?
Nel frattempo Matteo si era fermato in mezzo alla stanza e lo stava guardando con la fronte aggrottata.
-Ehi, che faccia, mi devi dire qualcosa?

-Ciao amore mio!
Daniele era seduto sul suo letto con le gambe distese. Stava giocando ad un gioco con la PlayStation ma appena Greta era entrata in camera sua aveva bloccato. Greta accolse il saluto di lui con un'espressione impassibile.
-Ciao.
Disse semplicemente per poi togliersi le scarpe e sdraiarsi accanto a lui. Il ragazzo si avvicinò per baciarla ma lei abbassò la testa con la scusa di un messaggio sul cellulare. Non poteva baciare lui dopo che le sue labbra erano appena state a contatto con quelle di un altro ragazzo. Si stava sentendo malissimo per quello, non riusciva a smettere di pensarci. Un magone si era formato nel suo stomaco dopo che si era resa conto di ciò che era successo ed era scappata. Tirò un sospiro tremolante cercando di non attirare troppo l'attenzione di lui, ma fu inutile. Daniele la stava fissando da quando aveva schivato il bacio.
-Che hai?
Greta si passò una mano davanti alla faccia come se volesse cambiare espressione e tornare alla sua sicurezza, poi arrivò ai capelli e se li tirò indietro, scoprendo la fronte dalla frangetta. Si affrettò a scuotere la testa.
-Niente, sono solo un po' stanca.
Lo guardò cercando di sforzare uno sguardo malizioso, poi lo baciò immediatamente con foga. Daniele stava per farla sdraiare sopra di lui ma qualcuno suonò alla porta principale facendoli staccare. I due ripresero fiato e si guardarono, l'unica confusa lì era Greta, Daniele stava sorridendo come se non fossero stati ancora interrotti.
-Chi è? Hai detto che i tuoi non c'erano.
Disse lei sedendosi sul letto, a gambe incrociate.
-Ho invitato qualche amico per una piccola festa, ti dispiace?
Daniele aveva ancora un'espressione beffarda in volto, Greta abbassò lo sguardo abbastanza infastidita.
-Farai già una festa sabato, che necessita c'era?!
Il campanello suonò di nuovo e stavolta sembrava più insistente, o era solo un'impressione di Greta. Daniele nel frattempo si era alzato dal letto ridendo.
-Dai Greta, due festicciole a settimana non guastano mai!
E detto quello uscì dalla camera.

Let me photograph you in this lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora