Capitolo 8

164 18 10
                                    

Alla fine Greta aveva stranamente accettato l'invito al McDonald, anzi, non era tanto strano dato che era lui ad offrire. I due erano seduti al tavolo che principalmente era per quattro persone, si trovavano uno davanti all'altra. Antony si era preso una semplice Coca Cola mentre lei delle patatine fritte.
-Smettila di guardarmi.
Affermò la ragazza infastidita, Antony si riscosse, in realtà si era incantato ma fece finta di niente.
-Cosa?
Lei sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-Odio quando la gente mi guarda mangiare.
Lui nascose un sorriso divertito e si appoggiò allo schienale del materassino dove era seduto.
-Scusa.
Avrebbe voluto dirle che era bella anche mentre mangiava ma preferì restare in silenzio, come al solito.
-Ti ricordi quando ti ho chiesto se potevi darmi lezioni di fotografia?
Chiese Greta subito dopo aver finito le patatine. Adesso aveva preso il pacchetto di colore bianco e ci stava giocherellando, piegandolo in varie forme.
-Sì, perché?
Disse Antony alzando lo sguardo. Con un tuffo al cuore intuì dove Greta voleva arrivare. La mora alzò lo sguardo a sua volta e i loro occhi si incontrarono. Antony decise che non voleva staccarli, non voleva più guardare altro se non i suoi occhi marroni, il resto non era di certo all'altezza di quella visione.
-Te lo volevo richiedere.
Disse ritirando le labbra.
Antony non ce l'aveva con lei per come lo aveva trattato, ma comunque notò che Greta era senza vergogna a chiedere quella cosa. D'altronde lui aveva detto di no per un motivo ben preciso. Il ragazzo guardò le sue mani incrociate sopra al tavolo di colore giallo sbiadito.
-Se proprio ci tieni.
Disse con voce sommessa continuando a non guardarla. Lei annuì soddisfatta.
-Ti piacciono le mie foto?
Domandò Antony con un sottofondo di insicurezza che probabilmente sentì soltanto lui.
-Sì, sono... belle.
Antony sorrise.
-Ti costa davvero tanto fare la gentile, vero?
Greta chinò la testa confusa.
-Guarda che sto dicendo la verità, Dio sei così idiota, se facevi schifo a fotografare te lo avrei detto senza problemi.
Antony scoppiò a ridere e si sentì immensamente bene, i suoi scatti le piacevano, beh in effetti se non fosse stato così non gli avrebbe mai chiesto di farle delle lezioni. Greta lo guardò trattenendo un sorriso a stento.
-C'è una foto che hai scattato che ti piace particolarmente?
Chiese lei lasciando cadere la testa sulla propria mano, aveva appoggiato i gomiti sul tavolo e sembrava interessata alla risposta di Antony. Lui annuì.
-Quale?
Chiese di nuovo.
-L'ho scattata quest'estate, credo, ero con Matteo e... lascia perdere, un giorno te la farò vedere, c'è una storia dietro quella foto.
Rise tra sé e Greta sembrò ancora più incuriosita.
-Oh, che mi combini, Antony? Quale storia?
Disse con un tono di scherno, come suo solito verso d lui. Antony serrò le labbra e scosse la testa.
-Non sono tenuto a raccontarla.
La vide mordersi il labbro irritata e allo stesso tempo divertita. Antony si sentì esattamente come prima allo zuccherificio, ma stavolta i pensieri erano altri. Guardava attentamente i suoi denti rovinare quelle labbra stupende... stava pensando a lei in un modo... e non aveva mai pensato a lei in quel modo. Si ordinò di distogliere lo sguardo prima di perdere l'autocontrollo. Il ragazzo notò un messaggio sul suo cellulare, lesse soltanto il nome: Mamma. Non perse tempo nemmeno a curarsi del testo, si era già alzato.
-Devo andare, è stato bello, mi sono divertito.
Greta sorrise, ma stavolta il ragazzo riusciva a vedere la sua freddezza che tornava.
-Sì anche per me, ci rivediamo in classe, con un bel 10 in pagella, e se non è così ne risentirai.
Si alzò lasciando che quella frase percorresse l'aria ed arrivasse a lui con tono di minaccia. Ma sta volta non lo spaventava, non lo spaventava più.
-Va bene.
Disse con fermezza per poi lasciare il locale.

I giorni scorrevano stranamente tranquilli tra i banchi di scuola, ed Antony era molto più rilassato. Sembrava andargli tutto bene, e, finalmente, Melissa aveva accettato di uscire con lui. Quella era l'ultima cosa successa in quella settimana, e forse quello non lo faceva proprio tanto rilassare. Era venerdì quando era successo, si erano messi d'accordo per sabato prossimo. Quel giorno era passata una settimana da quando aveva scattato le foto con Greta, e appunto quello stesso giorno avevano consegnato il progetto prendendo un bel nove e mezzo. Greta gli aveva sorriso, facendogli battere il cuore a mille. Gli faceva sempre quell'effetto, lei, ultimamente lo aveva trattato come al solito, ma nelle sue parole sarcastiche c'era divertimento, lo prendeva in giro ma per scherzare, almeno credeva. Nonostante all'inizio lo irritasse, passare del tempo con Greta lo aveva fatto sbloccare, adesso aveva più coraggio. Era convinto che quel venerdì fosse stato una benedizione. In quel momento era domenica, Antony era sdraiato sul letto e pensava al fatto che dopo tutto quello che era successo in quei giorni doveva essere felice. Già, in teoria doveva. Solo che non riusciva ad esserlo, e questo lo faceva innervosire, cavolo, la ragazza che amava da anni lo aveva finalmente notato e lui non era felice? Antony aveva messo su delle teorie, faceva sempre così, la sua mente era sempre ben organizzata per queste cose.
Aveva pensato che forse non si sentiva felice per il semplice fatto che non era abituato o non se ne rendeva conto. Magari si era immaginato così tante volte di aver speranze con lei che adesso gli sembrava troppo bello per essere vero. Poi aveva un'altra teoria, si stava concentrando troppo sulla scuola e non sulla sua vita, pensava più a studiare, al laboratorio, a Greta e... già, Greta. Il ragazzo si rigirò nel suo letto e guardò il soffitto lasciando cadere il braccio destro sulla sua fronte. Antony si rese conto che non faceva altro che pensare a quando Greta aveva sorriso e al modo strano... quasi nuovo, in cui lo aveva fatto sentire. Comunque dopo aver messo questi pensieri in ordine riuscì ad arrivare ad un'unica spiegazione: era confuso, e non poteva parlarne ad alta voce con nessuno, nemmeno con Matteo. Già, Matteo, i due avevano avuto una specie di discussione, lui era arrabbiato con Antony per non essersi più fatto sentire dopo la loro ultima telefonata. Era tornato a scuola e lo aveva evitato fino al litigio vero e proprio. Ad Antony dispiaceva, ma Matteo era fatto così, quando era arrabbiato non voleva aver a che fare con nessuno, Antony doveva solo aspettare che gli passasse. Ma nel frattempo gli mancava e doveva ricevere consigli da qualcuno.

Let me photograph you in this lightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora