20 Damon

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"Lo sai che ti dico, sciao".
Inspirai forte rigirandomi nel letto, non volevo pensare a quelle parole. Volevo dormire e basta <<Damon sei sveglio?>> sentii la voce di Dylan, ma io non mi mossi. Non avevo voglia di parlare e quindi non mi mossi tenendo gli occhi chiusi, anche se avevo il cuscino in testa che mi copriva la testa. Dopo un po' sentii i suoi passi camminare per la stanza, sentii la porta aprirsi piano e poi richiudersi, sospirai.
Perché? Mi chiesi, ma poi mi mandai a quel paese da solo perché non volevo farmi domande su nulla, volevo solo dormire. È così feci, lentamente il sonno riprese il sopravvento su di me, portandomi nel buio più totale.
Dove non c'erano domande, né dubbi, e né Valerie.

Colpito da un colpo di calore iniziai a svegliarmi, tenendo ancora gli occhi chiusi e sbadigliai spostando con le mani il lenzuolo facendo così che l'aria fresca mi accarezzò il petto. Mi inumidii le labbra con la punta della lingua per poi deglutire, il solo pensiero di alzarmi dal letto mi faceva venire voglia di darmi una botta in testa per dormire ancora.. Poi però un rumore attirò la mia attenzione. <<Dy?>> dissi con voce leggermente roca, nessuno rispose, aprii piano gli occhi aspettandomi di trovare un Dylan pronto per farmi uno scherzo. Guardai confuso la stanza vuota e mi appoggiai su un gomito rivolto verso il letto di Dy, passandomi una mano tra i capelli e accennai un sorriso, m'immagino anche i rumori adesso...
Mi pietrificai quando la notai sul suo letto, era sdraiata su un fianco con le ginocchia quasi al petto e le mani sotto la guancia. Aveva gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, sentivo il suo respiro leggero e regolare, mi morsi il labbro inferiore con insistenza. Perché doveva essere così bella? Perché era nel letto del fratello? E perché io avevo una stramaletissi a voglia di baciarla!?
Sospirai appoggiando le mani sul materasso gonfiabile per mettermi seduto, iniziai a mordicchiarmi l'interno della guancia spostando lo sguardo su di lei. Avrei voluta guardarla dormire per tutto il giorno..poi mi ricordai che ero arrabbiato con me stesso. L'avevo lasciata andare in giro da sola per il locale, per poi trovarmela tra le braccia di quel coglione.
Non doveva andare così. E invece era andato tutto a puttane e ora dovevo affrontarne le conseguenze, ma non ero pronto..
Tenevo lo sguardo sul suo viso, quasi come se mi fossi incantato, mi protesi verso il bordo del letto appoggiando un gomito su di esso. Il cuore iniziò a martellarmi nel petto ma inspirai a fondo per calmarmi, non era il momento di farmi prendere da sentimenti smielati o altro. Allungai l'altra mano posandola sulla sua spalla <<Valerie>> dissi scuotendola appena, la sua risposta fu un mormorio incomprensibile quindi riprovai portando la mano sulla sua guancia, non avrei dovuto ma iniziai ad accarezzargliela lentamente con il pollice. <<Svegliati bimba>> dissi senza rendermi conto delle parole che avevo appena pronunciato, lentamente iniziò ad aprire gli occhi sbattendo un paio di volte le palpebre. Quando incontrai il suo sguardo mi resi conto di quello che stavo facendo e subito tolsi la mano dalla sua guancia, scostandomi un poco dal letto mentre lei si stropicciò un occhio. Nel momento che realizzò che ero sveglio si sollevò un poco con il busto appoggiandosi sul braccio <<..Ciao>> sussurrò, i suoi occhi sembravano tristi. <<Ciao>> mormorai mentre seguivo ogni suo movimento, si alzò lentamente mettendosi seduta poi scese dal letto di Dylan avvicinandosi al mio di letto. Si mise seduta a gambe incrociate difronte a me per poi afferrarsi il labbro inferiore <<Io..non so da dove cominciare..>> mormorò passandosi una mano lungo il braccio abbassando poi lo sguardo <<Non c'è bisogno che tu dica nulla, forse sarebbe meglio che vai>> dissi. Perché ero così freddo con lei? Non era colpa sua, era mia. E quel coglione si era approfittato di lei. Se lo avessi incontrato gli avrei spaccato tutte le ossa, non solo il naso, anche se non ero un ragazzo violento..
<<Ma..>> sussurrò guardandomi poi la sua espressione si fece più seria <<Senti capisco che sono stata una stronza ecc, ma non ero in me! Non volevo che>> disse ma la interrompi <<Val non c'è l'ho con te! Okay? Però adesso non ho voglia di parlare io..>> dissi guardando altrove, se non fossi arrivato se la sarebbe portata anche a letto, quel pensiero mi fece irrigidire la mascella ma quando sentii il suo tocco abbassai lo sguardo sulla sua mano che era sulla mia. <<Damon io non voglio lui, lo sai..>> mormorò prendendo la mia mano e facendo intrecciare le sue dita con le mie, sospirai costringendomi a guardarla e vedendo il suo viso strinsi la presa sulla sua mano <<Lo so>> dissi, non riuscii a dire nient'altro. Sapevo che lei non lo voleva, eppure non riuscivo a sbloccarmi. <<Allora cosa?>> disse lei in tono dolce, come se avesse capito che non riuscivo a dire quello che volevo, alla fine feci come facevo sempre evitare il problema. <<Adesso non posso, scusa, ne parliamo più tardi>> dissi sfilando la mano dalla sua, mi alzai e camminai verso la porta senza guardarla neanche per un secondo, aprii la porta e uscii dalla stanza andando in bagno. Appena chiusi la porta a chiave appoggiai le mani sul lavandino facendo qualche passo indietro con i piedi, lasciai andare via l'aria dai polmoni, come se prima l'avessi trattenuta.
Avevo sbagliato, il coglione non era Ben ma io.
Lui almeno aveva provato a riprendersela mentre io non riuscivo neanche a farmi avanti, riuscivo solo a pensare che l'avevo lasciata da sola.
<<Idiota>> mi dissi stringendo le mani attorno al bordo del lavandino alzando il capo guardando il mio riflesso nello specchio. Avevo perso Amber, volevo perdere anche Valerie?
Non c'era bisogno di una risposta, uscii dal bagno camminando a passo svelto verso la porta della camera la spalancai ma lei non c'era, mi voltai verso le scale ma lei non c'era. Mi girai verso la porta della camera di Val e vendo a chiusa deglutii. Feci qualche passo verso la porta e allungai una mano, mi soffermai un'attimo con la mano sospesa sopra la maniglia, respirai a fondo e poi l'afferrai aprendo così la porta.
Quando entrai la trovai in piedi, si era voltata verso di me avendo sentito la porta aprirsi e quando vidi i suoi occhi lucidi mi sentii quasi male. Mi fiondai dentro la camera richiudendomi la porta dietro le spalle, appena la raggiunsi lei si era completamente girata verso di me e mi guardava mentre una lacrima solitaria gli scendeva lungo la guancia. Le presi il viso fra le mani avvicinandomi con il viso al suo, qualche ciocca dei miei ricci gli sfiorò la fronte e lei chiuse gli occhi premendo le labbra tra di loro, sentii le sue mani sul petto nudo. Il mio cuore batteva così forte che sentivo il rimbombo nelle orecchie, inclinai un poco il viso di lato e socchiusi gli occhi le nostre labbra si sfiorano per poi premere le miei sulle sue.
E lentamente iniziai a baciarla.

Due persone. Due mondi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora