14 Damon

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La serata era andata a puttane. Il piano di Dylan? Era andato a farsi fottere. Ed ora ci trovavamo fuori dal locale, accanto alla macchina di Haylee. Lui era davanti a me, appoggiato sulla capotta della macchina mentre si tamponava con un fazzoletto il labbro inferiore, dove aveva uno spacco. Aveva anche uno zigomo che pian piano prendeva un colore violaceo. Valerie e Haylee erano dall'altra parte dell'auto con lo sportello aperto, dove Hay era seduta sul sedile davanti dalla parte del passeggero ancora leggermente scossa per la rissa, Val invece si era seduta sul bordo della macchina cercando di consolarla. Io mi ero beccato un cazzotto sulla mascella, che era destinato a Dylan ma Tate, nell'intento di colpirlo mentre li dividevo, aveva preso me. Immaginavo che mi si stava formando un livido, perché iniziavo a sentire quel punto indolenzito e dolorante. <<Dylan mi spieghi che cazzo è successo, da quando ci siamo divisi?>> gli chiesi, era da quando eravamo usciti dal locale che non pronunciava una parola. Teneva lo sguardo fisso dietro le miei spalle, e quindi sull'edificio del locale, tenendosi sempre il fazzoletto premuto contro lo spacco sul labbro poi sospirò <<Fanculo, per colpa di quello stronzo è andato tutto a puttane>> disse con un timbro di voce pieno di rabbia. Mi avvicinai a lui appoggiandomi con un braccio alla macchina <<Perché vi stavate prendendo a cazzotti?>> chiesi, sperando che questa volta mi avrebbe detto qualcosa oltre a "lui è uno stronzo", <<Perché?>> disse facendo una risata piena di sarcasmo. Lo guardai aspettando che continuasse e lui sostenne il mio sguardo con un sorrisetto sulle labbra, abbassando la mano con cui si stava tamponando il labbro, <<Perché quel coglione ha detto una cosa che non doveva dirmi>> disse riportando lo sguardo verso il locale. <<Dylan, arriva al punto>> gli dissi cercando d'immaginarmi quello che avrebbe potuto dirgli Tate, <<Dopo aver salutato Haylee, Tate è venuto a salutare me, dicendomi all'orecchio "è davvero brava a letto, vedrai ti divertirai un mondo">> disse irrigidendo la mascella. <<Come cazzo dovevo reagire Damon? Dimmelo. Perché io non ho resistito a spaccargli la faccia>> disse alzando leggermente la voce. Rimasi di sasso. Non mi aspettavo che Tate, anche se non lo conoscevo affatto, potesse dire una cosa del genere su Hay. Per quello che mi aveva detto Valerie, sapevo che loro due erano cresciuti insieme ed erano amici da una vita, eppure.. Lui aveva avuto il coraggio di parlare così di lei. Mi passai la mano tra i capelli sospirando mentre Dy si riportò la mano vicino al labbro ricominciando a tamponarlo, abbassai per un momento lo sguardo e tra noi calò un silenzio, rotto solo da un lieve brusio di voci e dalla musica attutita che proveniva dal locale. <<Fammi vedere..e non fare il coglione>> senti dire, quando alzai lo sguardo Haylee era davanti a Dylan e con le mani gli aveva preso il viso, osservando i danni della rissa. Gli sfiorò con la punta dell'indice lo zigomo ormai nero con un contorno violaceo, lo fece sussultare appena mentre non distoglieva mai lo sguardo dagli occhi di lei. Mi sentii una mano sulla spalla richiamando la mia attenzione, e quando mi voltai, trovai il viso di Valerie rivolgermi un lieve sorriso che ricambiai appena lo vidi. Tolsi il braccio appoggiato sulla macchina così da voltarmi verso di lei, le portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio facendola sorridere <<Tutto okay?>> le chiesi, lei annuì e si avvicinò di più a me cingendomi con le braccia la vita appoggiandosi con il capo alla mia spalla <<Tu? Stai bene?>> mormorò. Il suo profumo di balsamo e pesca m'invase l'aria nei polmoni mentre stringevo le braccia attorno alla sua vita, stringendo il suo corpo al mio. Non mi ero neanche accorto che la radio in macchina era accesa e che Dylan e Haylee si erano spostati dall'altra parte dell'auto, dove prima c'erano le ragazze. Sentivo la lieve canzone, che proveniva dalla radio, di The power of love di Jennifer Rush. Presi ad accarezzarle la schiena lentamente con la punta delle dita, appoggiando il mento sulla sua testa <<Si, sto benissimo, a parte un livido sulla mascella, ma..adesso sto benissimo>> mormorai sorridendo mentre mi chinavo parlandole così vicino all'orecchio. La sentii ridacchiare leggermente e sfregò la punta del naso nell'incavo del mio collo stringendosi di più a me, quel gesto mi provocò un leggero e piacevole brivido lungo il collo. Averla così tra le miei braccia, pensai, era la cosa più piacevole che avessi mai provato. Mi sentivo rilassato, come se non ero appena uscito da una rissa, ma semplicemente eravamo lì. La musica che proveniva dalla radio ci faceva da sotto fondo, chiusi per un momento gli occhi godendomi quell'atmosfera speciale. Senza volerlo mi tornò in mente la scena accaduta dentro il locale, lei era lì, sempre tra le mie braccia. Come adesso. Solo che i nostri visi erano uno di fronte all'altro, invece ora, la sua guancia era premuta contro il mio petto e la mia contro i suoi capelli, appoggiata sul suo capo. Le sue labbra arano così vicine alle mie, in quell'attimo. Mi ricordai della sensazione provata prima, quasi come se l'aria non riuscisse ad arrivarmi ai polmoni e il mio desiderio di baciarla sovrastasse ogni altro pensiero. Cercai di non pensare a quel momento, strinsi il braccio attorno alla sua vita e portai l'altra mano sulla sua spalla, sfiorandole la pelle con la punta delle dita <<Restiamo così..ti va?>> le sussurrai all'orecchio accennando un sorriso, lasciandole un bacio a fior di labbra sulla tempia.
Avrei voluto veramente rimanere così, per sempre. Eravamo lì, in quel parcheggio, ma sembrava come se non fossimo veramente lì. Lei si scostò leggermente alzando il capo per potermi vedere in viso, notai che sulle guance avevano un leggero colorito e non potei fare a meno di sorriderle, lei mi guardò mentre arrossiva di più. I suoi occhi castani incontrano i mei occhi verdi, e notai una leggera luminosità nei suoi.
Mi rivolse un ampio sorriso leggermente imbarazzata, mi morsi l'angolo del labbro inferiore continuando a sorridere, era davvero bella. Così bella che sarei rimasto a guardarla per ore, il mio cuore batteva contro il mio petto facendomi sentire per un'attimo, come se lei potesse sentirlo. <<Quindi resteresti qui? In California?>> mormorò lei, facendo premere quelle labbra da baciare, tra di loro. <<Se potessi, si. Lo farei, resterei qui>> dissi portando una mano sulla sua guancia, sfiorandole con il pollice lo zigomo ancora leggermente accaldato e arrossito, lei abbassò lo sguardo annuendo. Forse si aspettava un sì da parte mia?
Dei passi attirarono la mia attenzione e alzando lo sguardo vidi Dylan fare il giro della macchina guardandoci con un sopracciglio alzato, per un momento m'irrigidii schiarendomi la voce. Val alzò lo sguardo e sgranò leggermente gli occhi vedendo che il fratello ci osservava con aria interrogativa e protettiva nei suoi confronti, lei si scostò da me stringendosi le mani attorno al corpo <<Emm..tutto okay Dy?>> disse lei leggermente con la voce agitata. Lui si avvicinò di più a noi appoggiando una mano sul capo della sorella <<Si, sto una favola, allora vogliamo andare?>> disse sorridendo, facendo allargare lo spacco sul labbro dove si stava già formando la crosta. Attirò la sorella verso di lui, e quel gesto mi fece capire che stava cercando di farmi cogliere il suo avvertimento che diceva "lei è off limits". Val gli diede una leggera gomitata al fianco <<Andiamo scemo>> disse ridendo appena e lasciandogli un bacio sulla guancia come se avesse capito cosa stesse cercando di fare il fratello. Osservò poi il livido sul suo zigomo <<Spero che sei consapevole che dovrai spiegare tutto alla mamma>> continuò lei lanciandogli uno sguardo di rimprovero, lui alzò gli occhi al cielo <<Si, si mammina>> disse lui. Lei rise facendogli il dito medio mentre aggirava la miniCooper per salire ai posti posteriori dell'auto, dove già si era sistemata Haylee. Mentre seguivo con lo sguardo Valerie mi sentii una mano sulla spalla. La stretta era così forte che sembrava volesse staccarmela <<Che cazzo stai facendo? Ci stai provando con la mia sorellina?>> mormorò Dylan guardandomi con la fronte aggrottata. D'improvviso sentii la gola secca, mi inumidii le labbra cercando le parole giuste. Ma di colpo mi resi conto che aveva ragione Dylan. Non lo facevo con coscienza, era una cosa naturale come respirare, eppure il mio approcciarmi a lei metteva bene in evidenza le mie emozioni.
Ci stavo provando con lei. E lei ci provava con me?
Di colpo quella domanda mi riempì i pensieri, distogliendomi per un momento dal presente. Io la volevo, la volevo da matti, il suo corpo era una continua distrazione per me e il suo sorriso..il suo sorriso..
Bello da morire che mi destabilizzava anima e corpo. Dylan mi scosse per la spalla riportandomi al presente <<Oh rispondimi!>> disse, lo guardai e lui ricambiò il mio sguardo, guardandolo leggevo sul suo volto un'espressione di confusione.
Non pensavo che potesse succedermi di nuovo ma..
<<Si, Dy..mi sto innamorando di tua sorella>> dissi senza esitazione, di sotto fondo si sentiva la musica provenire ancora dalla radio immersa dalle risate delle ragazze in macchina, non avevo pensato che Valerie potesse sentire la conversazione. Ma sentendole ridere e non prestare attenzione a noi mi rilassai passandomi una mano tra i capelli, sorrisi mordendomi il labbro ridendo quasi tra me e me. <<Sei proprio un'idiota, ha proprio ragione>> disse Dylan e quando lo guardai stava ridendo.
<<Sei proprio un coglione, ha proprio ragione>> dissi ridendo anch'io, lui alzò le spalle ridendo ancora, perché sapeva che avevo ragione e anche lei.
Haylee definiva lui un coglione e Valerie me un'idiota.
Avevano capito tutto di noi, e la cosa ci divertiva.

Due persone. Due mondi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora