1. L'inizio.

26 1 0
                                    


Sono appena scesa dall'aereo e già mi sento persa fra tutte queste persone.
Eh già, sono finalmente nella Grande Città, Londra.
Sto per dare alla mia vita un nuovo inizio.

Chiedo aiuto a un passante non sapendo cos'altro fare.
-Mi scusi, saprebbe indicarmi dove si trova la Griland?- chiedo a un uomo sulla quarantina.
-Si trova a circa mezz'ora da qui, se vuoi posso chiamarti un taxi- si offre gentilmente lui.
Accetto non avendo altra variante.

Il taxi si ferma davanti a un'enorme edificio, la Griland, dove studieró storia dell'arte, fotografia, arte e tantissime altre materie.
L'edificio è molto grande, ai lati ci sono i dormitori che sono divisi in femminili e maschili e al centro si estende il luogo di studio, la scuola. Il giardino è enorme e posso notare che è ben curato. Davanti a me c'è una fontana che segna il centro del giardino con siepi messe in un ordine concentrico, con le stradine fatte da sassolini, per poi arrivare alle grandi scalinate dell'entrata della scuola.

Non appena entro, una signora si avvicina a me.
-Lei è la signorina Forks?- chiede lei con un sorriso forzato.
-Si- quasi lo sussurro.
-Bene, ora la porteró dal preside, dove le spiegherà tutto il regolamento dell'istituto, poi l'accompagnerò alla sua stanza.- dice lei incamminandosi verso la presidenza.
Io sospiro seguendola.

Dopo un'abbondante mezz'ora di regole e saluti formali la signora dell'entrata mi accompagna alla stanza ma prima mi spiega le disposizioni delle varie aule.
Arrivate mi consegna le chiavi, mi saluta, mi augura una buona permanenza e se ne va.
Finalmente, non la sopportavo più.

Apro la porta, e posso notare che una ragazza dai capelli neri carbone mi sorride allegra.
-Tu sei Clary giusto? Io sono Jessica- dice lei abbracciandomi sprizzante di allegria.
Io sono una ragazza più tranquilla che sta nel suo insomma, il suo contrario, ma spero andremo d'accordo.
Mi mostra la stanza e mi consegna una carta studente con dei fondi che posso utilizzare per la scuola o per me stessa.
La ringrazio e mi siedo sul letto.
Osservo bene la stanza in cui passeró tanto tempo.
È carina.
Sospiro pensando al passato, non devo più farlo, guarda avanti Clary.
La tua vita é appena cambiata.

Il mattino seguente mi alzo piuttosto presto.

-Clary vuoi fare colazione con me e i miei amici?- chiede Jessica sprizzante di energia.
Non so come faccia a essere così anche di mattina.
-Va bene- accetto finendo di prepararmi.

Entriamo nella sala da pranzo che è a dir poco enorme, e ci sono già molte persone sedute ai tavoli.
Seguo Jessica fino al suo dove incontro subito un paio di occhi azzurri.
Sposto lo sguardo su gli altri ragazzi.
Mi salutano tutti e si presentano, sono dei tipi strani.
Luke, biondo cenere, occhi verdi, davvero simpatico sempre con la battuta pronta per tutto.
Lucy, capelli castani, occhi color ambra, piercing sul labbro, una ragazza simpatica e davvero strana.
Mark, moro, occhi castani, il solito ragazzo dolce e gentile.
Cassidy, bionda con le punte rosa che le donano molto, occhi verdi, davvero dolce e gentile.
Ethan, occhi di ghiaccio, capelli neri carbone, un tipo riservato ma nello stesso tempo il contrario. Strano.
Cosa che ho scoperto è che Jessica ed Ethan sono fratelli, interessante.

-Ora che ci siamo presentati tutti tocca a te Clary- esclama Jessica emozionata.
Ecco che inizia la sceneggiata.
-Bhe, non ce molto da dire, vengo dalla California e ho 18 anni da poco- dico ridacchiando.
-Ragazza mia sei veramente strana, ma mi piaci!- esclama Luke facendo ridere tutti tranne me ed Ethan che acceniamo un sorriso.

Le lezioni sono state stancanti.
I professori sono tutti strani, come tutti qua dentro, o magari è solo una mia impressione.
Esco in giardino per fare una passeggiata, vedo un'albero messo in un angolo, decido di andarci.
Mi appoggio e mi siedo li accanto, mettendo la testa all'indietro sospirando.

Tutto sommato non é ancora andata così male, nessuno che mi odia apparte il professor Drake, quel tipo avrebbe voluto uccidermi con lo sguardo non appena mi ha vista.
In classe mi sono ritrovata tutto il gruppo di Jess, per fortuna, così conosco giá qualcuno.

Questo posto mi ricorda casa mia.
Il grande albero lo chiamavo, il posto in cui passavo tutti i miei pomeriggi, non avendo molti amici e non essendo la benvenuta in casa.
Mio padre mi detesta, dice che sono un disastro, mentre mia madre mi adora.
Non ho mai capito il comportamento di mio padre, che mi fa star male.

All'improvviso i ricordi di quel giorno riaffiorano.
Devo dimentucare.
Devo voltare pagina, una volta per tutte.

DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora