10. Fallo.

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Avanzo nei corridoi della scuola a passo veloce.
Tutti come ogni giorno mi fissano, ormai ci ho fatto l'abitudine ai loro sguardi che dicono solo una cosa: Colpevole.
Perchè è colpa mia.
È vero.

Entro nella sala pranzo e mi siedo al tavolo con gli altri.
Mi salutano col sorriso sulle labbra e io ricambio.
Noto subito il posto vuoto.
Mi manca molto, troppo.
È passato un mese da quando è morta.
Un mese dal suo funerale.
Un mese da quando ho visto la sua famiglia distrutta.
Un mese in cui l'assassino non ha dato nessun segno.
Un mese che gli incubi mi perseguitano non lasciandomi dormire con visioni strane in essi.
Un mese pieno di dolore.

-Notizie?- chiedo sapendo già la risposta, purtroppo.
-Nulla- risponde Ethan.

Tra me e Ethan non è successo nulla, non che sarebbe dovuto succedere qualcosa ma...prima della morte di Cass avevamo stretto un rapporto...non so che tipo di rapporto, ma qualcosa c'era, ora nemmeno quello esiste più.
Mi evita come la peste e non ne capisco il motivo.
E mi fa star peggio questo.
Cioè, lo odio ma vorrei essere sua amica..

L'hai capito anche tu che hai appena detto un controsenso vero? Lo odi ma vuoi essere sua 'amica'.

La vocina appare nei momenti migliori, sempre.
Io per Ethan non provo niente, niente di niente.
Soffrirei e basta con lui, no.
Con gli altri ho legato sempre di più.
Io e Mark ormai ci possiamo considerare fratello e sorella, in questo mese ci siamo avvicinati molto e questo mi fa piacere.
Con Luke vado d'accordo, mi fa sempre ridere ed è troppo simpatico.
Io e Lucy discutiamo sempre ma alla fine facciamo pace ogni volta, ridendo per le stupidaggini per cui abbiamo litigato.
Con Jess, beh lei mi sorride ogni giorno, ogni mattina e ogni sera, mi inietta speranza nel sangue.
Grazie a tutti loro sto vivendo.
In un mese mi sono legata così tanto a queste persone di cui, ora, non potrei farne a meno, e questo almeno un po' mi rende felice, non avevo mai avuto un rapporto così con nessuno, sono sempre stata sola, più o meno, nella mia vita c'erano due persone che erano la mia aria, che ora non ci sono più, così rimanendo sola, soprattutto dopo quell'incidente in quel dannato giorno di pioggia.
Le immagini di quel giorno di fanno spazio nella mia testa.
Inizio ad agitarmi e a respirare velocemente.
-Clary ti senti bene?- chiede Mark avvicinandosi velocemente a me.
-S-si va tutto bene, sono solo un po' stanca, tutto qua- Lui annuisce scettico, mentre Ethan mi trafigge con lo sguardo.
Mi alzo e me ne vado, devo calmarmi.

Dopo le lezioni vado al mio albero e mi siedo un po' li.

Quella sera, dopo che ho perso coscienza, mi sono ritrovata il giorno dopo in ospedale, per una settimana non ho aperto bocca, non ho parlato con nessuno, quando venivano a trovarmi in ospedale ascoltavo e annuivo, annuivo e ascoltavo.
Era una cosa che facevo talmente tante volte che mi ci stavo abituando.
Mi sentivo cosí in colpa, cosí dannatamente schifata di me stessa, anche ora la colpa mi divora.
Mi hanno tenuto sotto osservazione per circa una settimana siccome mi avevano drogata e pestata per bene, ma il dolore fisico che provavo non era niente in confronto a quello dentro di me.
Dopo due settimane ho iniziato a parlare, a comunicare con il resto del gruppo, grazie a loro mi sono rialzata in piedi più forte che mai.
Sono cambiata, mi sono costruita un muro di pietra addosso, semplicemente.
Ho anche iniziato un corso di boxe e autodifesa, ci vado qualche volta prima di andare a scuola e se voglio anche di pomeriggio e sera, si insomma, quando ho bisogno di scaricare un po' di stress.
In questo mese i ragazzi hanno continuato a nascondermi qualcosa.
Non so di preciso cosa.
Ma quando li ho sentiti parlare in biblioteca quel giorno a settembre di me che non dovevo sapere la verità secondo Ethan e Mark e il contrario secondo gli altri.
Dopo il casino che è successo il nostro gruppo si è unito molto e ho paura di quello che possono avermi nascosto.
Ma dovranno dirmelo prima o poi.
L'ho chiesto ripetutamente a Mark di dirmi tutto, ma lui ogni volta si rifiutava categoricamente con un bacio sulla testa e svignandosela.

E...mi mancano i miei genitori...anche mio padre.
Sapere che sono rinchiusi da qualche parte a soffrire mi toglie il respiro.
Perchè questo gioco sadico proprio a me?
-PERCHÉ IO- urlo senza preoccuparmi di chi possa sentirmi.

Ad un certo punto, tutto attorno a me si illumina, per poi ritrovarmi in un posto strano, il cielo, l'erba, l'albero dietro di me, non ci sono più, tutto è sparito per far spazio a un luogo buio.
Cos'è un brutto scherzo per caso?
Ho paura.

-Non devi averne- una voce dolce risuona nelle mie orecchie che mi fa sussultare per lo spavento.
Apro gli occhi e il buio di prima non c'é più, tutto è di un colore caldo...che mi infonde tranquillità.
-Chi sei?- chiedo con la voce tremante.
Starò di sicuro sognando, non è possibile una cosa del genere.
-Lo scoprirai Clary- la voce sembra che mi stia cullando in un dolce sonno.
-Quando?- chiedo chiudendo gli occhi.
Mi sembra di volare, sono così leggera...
-Non manca molto Clary- continua la voce della donna.
-Ti stai evolvendo, abbi cura di te Clary e non fidarti di chiunque, ricorda.- la voce finisce di parlare per poi farmi tornare nel mondo reale.

Cos'è successo? Mi hanno drogata di nuovo?
Mi sto evolvendo? Cosa?
E non devo fidarmi di chiunque?
Tutto questo è troppo.
Mi passo una mano tra i capelli ridacchiando nervosamente tra me e me.
Pretendo spiegazioni.
E da chi posso ottenerle?
Ethan.
In questo mese ho continuato a fare strani incubi, mi sono successe cose strane che non saprei spiegare ma a cui non ho dato molto importanza ma ora basta.

Le mie gambe si muovono così in fretta che raggiungo la stanza di Ethan in meno di 10 minuti.
Sono in ansia.
Busso nervosamente alla porta.
Mi apre il diretto interessato.
-Cosa ci fai qua? Ci sono novità?- chiede lui facendomi entrare in camera.
Entro e non appena chiude la porta parlo -Io e te dobbiamo parlare- dico con uno sguardo di ghiaccio puntandogli un dito contro.

-E di cosa dovremmo parlare io e te?- chiede lui sprezzante.
Sento come se una freccia mi avesse colpita in pieno.
-Voglio sapere. Cosa non vuoi che io non sappia Ethan? A cosa non sono pronta?- chiedo puntando lo sguardo su di lui.
-Devi dirmelo. Mi stanno succedendo cose strane e sto iniziando a pensare di essere pazza- sputo agitata.
Il suo sguardo cambia radicalmente.
Ha capito che non mi può più tener nascosto nulla.

-E se stessi per rivelarti il segreto che cambierà la tua intera concezione di vita? -dice lui poggiando lo sguardo di ghiaccio su di me.
Fallo.- rispondo ricambiando lo sguardo.

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