Sprazzi di oscurità negli occhi

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Sembrava che Hermione si fosse ripresa, fisicamente e psicologicamente.
Continuava ad assumere Beazoar ogni giorno. Gli spasmi erano quasi cessati del tutto, come la scritta aveva smesso di sanguinare in modo violento.
Quante le ci era voluto riprendersi quasi totalmente? Un mese e mezzo?
Era stato un mese e mezzo all'insegna dello stress, della paura che il veleno potesse impadronirsi nuovamente del corpo di Hermione.
Aveva avuto un paio di ricadute, ma che furono superate nell'arco di una giornata al massimo, costringendola a stare a letto e saltare la lezione.
Questa sensazione nervosa l'avevano avuta anche i due amici.
Soprattutto Ron. Oltre che stare in pensiero per colei che reputava una sorella, non si capacitava della presenza di Piton dietro la cattedra.
Stava per sbottare, ma il prescelto dovette ricorrere a metodi duri, non potendo rivelargli la verità.
"Ron non dire una parola. Piton è qui per volontà di Silente. Non si discute un suo ordine. E poi...ció che è successo a Malfoy Manor non lo deve sapere nessuno."
"Ma Harry, tutti hanno visto il rapimento di Hermione!"
"Silente ha rassicurato tutti dicendo che è stato subito bloccato."
"Ma perché tacere?"
"Perché rischiamo che nella scuola ci sia il delirio e non ne abbiamo bisogno, di questi tempi. Ron fidati di Silente, se non ti fidi di me"
"Io mi fido di te, ma Piton.."
Il prescelto lo bloccó "Ron chiudiamo l'argomento e cerca di stare sereno"
Il rosso tenne il broncio per un paio di giorni, ma fu temporaneo, perché l'attenzione si spostó sulla salute di Hermione e sugli studi.
Ad Harry dispiaceva non poter dire la verità a Ron, ma era questione di sicurezza.

In una delle tante sere, Hermione cenó assieme a Harry, Ron e Ginny. Risero e scherzarono come ai vecchi tempi, ma ci furono due persone che videro un notevole cambiamento in Hermione e lo vedevano dagli occhi color dell'ambra della ragazza. Harry e Piton, infatti, la guardavano molto spesso e ció che intravidero non piacque a nessuno dei due: i riflessi emanavano una luce strana, quasi malvagia.
Non che Hermione fosse spiritata, anzi, ma quando lo sguardo della ragazza volgeva verso uno dei due, capivano che lo sguardo non trasudava più una serenità, un'ingenuità e una dolcezza tipica della vecchia Hermione.
Non dissero nulla alla ragazza, semplicemente la tenevano monitorata: l'uno per affetto nei confronti della riccia, l'altro per ordine di Silente.

Hermione si congedó dalla tavolata con un semplice "vado a prendere un po di aria".
Tutti la guardavano perplessi e lei se ne accorse "ma che avete?!" Chiese leggermente confusa e sorridendo appena.
Harry semplicemente disse "Herm, ti accompagno io"
"Ma non serve!" Non capiva tutte quelle attenzioni eccessive, quasi fosse da proteggere.
"Herm non dirmi di no, sai che sarebbe una battaglia persa"
La riccia sospiró e abbassó la faccia, puntando lo sguardo sul piatto frugale appena consumato.
Si sentiva infastidita da quella situazione. Non poteva avere un po di privacy.
I due uscirono dalla Sala Grande e non pochi volsero lo sguardo su di loro, compresi i professori.
La ragazza si sentiva gli sguardi addosso e disse sottovoce al prescelto "mi sento un mostro. Tutti mi guardano come se fossi un esperimento malriuscito"
"Capisco la sensazione Herm. Tu non sei nulla di quel che hai appena detto. Ció che è successo oltre un mese fa è stato sconvolgente per tutti, ancora se ne parla nei corridoi"
La vide camminare a testa bassa e le circondó le spalle con un braccio.
Salirono sulla torre di astronomia e stettero lì un po, mentre il tramonto si stava pian piano trasformando in crepuscolo.
"La pagherà, Bellatrix Lestrange" disse Hermione.
Harry annuì "si, al momento opportuno"
"Vorrei farla soffrire allo stesso modo che ha fatto con me, se non peggio"
Gli occhi di Hermione sembravano essersi scuriti dalla vendetta, metaforicamente parlando.
Harry lo notó nuovamente e cercó di riportarla alla realtà "Herm, non inseguire troppo la vendetta, potrebbe portarti fuori strada"
"Tu non sai cosa voglia dire subire un atroce dolore e per oltre un mese sperare di non morire!!!" La ragazza era scoppiata in lacrime, almeno stava sfogando parte della sua rabbia. Harry l'abbracció. Una voce li interruppe.
"Ma che romantico quadretto..." era Piton, ma da dov'era sbucato? Riprese subito a parlare "mi spiace interrompere questo idilliaco momento ma il Preside desidera parlarvi"
Annuirono e seguirono il professore fino all'ufficio di Silente.

"Buonasera Harry, Signorina Granger" disse cordiale Silente "mi spiace dovervi disturbare. Non lo farei se non fosse urgente. Dovete entrare a fare parte dell'Ordine della Fenice. Avete avuto i primi contatti effettivi, reali con i mangiamorte. Abbiamo bisogno di voi."
"Si Signore" annuirono entrambi.
"Nessuno oltre a voi due dovrà sapere del reclutamento. Più questa informazione verrá mantenuta segreta, più la vostra e nostra incolumità perdura" fece una piccola pausa "tra poco partirete ed andrete a Grimmauld Place, per eseguire il voto infrangibile. Vi scorterà Severus"
I ragazzi guardarono per due secondi Piton. Harry poi intervenne "scusi professore, ma con Ron come faremo?"
"È già stato informato riguardo voi. Non sembrava molto felice, ma diamo tempo al tempo" sorrise bonario.
Severus si mise tra i due ragazzi.
Li prese per le spalle. "Preparatevi" disse solamente. Prima che scomparissero con la smaterializzazione, Hermione fece appena in tempo ad appoggiare la mano su quella del professore, in quel momento appoggiata sulla sua spalla, come un'ulteriore sicurezza.
Atterrarono di fronte a Grimmauld Place. Harry era a 20 metri da loro, dato che non aveva avuto un ulteriore contatto con il professore, oltre alla sua mano sulla spalla, durante la smaterializzazione.
Invece Hermione, prima di materializzarsi al quartier generale dell'ordine della Fenice, aveva involontariamente incrociato le dita con quelle del professore. La cosa che la stupì fu l'assenza di un respingimento, anzi, Piton strinse di più le loro mani.
Il problema non fu principalmente quello, ma la caduta. Se Piton sapeva cadere sui suoi piedi, per Hermione non fu la stessa cosa e, legata dalla mano di Piton, lo spinse sopra di lui.
I visi erano estremamente vicini. Si guardarono per pochi secondi e Piton si tiró in piedi velocemente.
"Granger, voleva ammazzarci tutti?"
Lei rispose con un flebile "mi scusi" presa da un altro pensiero: la sensazione che provó nell'aver così vicino il suo professore, non fu spiacevole.
Il cuore le batteva all'impazzata.
Ma i suoi pensieri furono interrotti. Piton si volse verso Harry "Potter, è una piaga, l'ho sempre saputo"
Hermione sorrise divertita.
Si sistemarono ed entrarono al quartier generale.

L'altra faccia dell'odio (SeverusxHermione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora