capitolo 13

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-Eleonora? Che ci fai qui?- dico.

Non mi aspettavo assolutamente di vedere lei dietro la porta...

- Beatrice mi dispiace, non volevo farlo sapere alla polizia- dice davanti la porta tutto d' un fiato.
- Eleonora entra, cosa hai detto?- dico facendola entrare.
- scusami Bea, io non ho potuto non dirlo a mia madre- continua lei.
- siediti e racconta-

Sono abbastanza arrabbiata con lei, ma sembra davvero dispiaciuta...

- io l' ho detto solo a mia madre perché non riesco a mentirle, ma non volevo che finisse così- dice con gli occhi lucidi.
- come hai fatto a sapere che eravamo qua?-
- sono andata in carcere per vedervi ma la polizia mi ha detto che non eravate li allora sono venuta qua...- si ferma qualche secondo poi riprende...- quindi non vi hanno messi in carcere?-
- si, ma siamo scappati...racconterai anche questo alla polizia?- dico con tono arrabbiato.
- mi dispiace, mia madre ha raccontato tutto, io non ho potuto fermarla-

È davvero dispiaciuta...

- Eleonora...ti avevo detto di non dire niente...sapevo che sarebbe finita così- dico molto più calma...non volevo che si sentisse così in colpa.
- scusami...mi perdonerai?- dice quasi implorando.
- certo- dico con un sorriso sulle labbra.

Ci abbracciammo...

- ora che siamo amiche...dimmi...avevi pianto poco prima che aprissi la porta? Ti vedo sconvolta- mi dice.
- non mi va di parlarne- dico più che chiara.
- dai...magari posso aiutarti-
- ne dubito-
- è successo qualcosa col tuo ragazzo?- chiede.
- no, no non c' entra nulla- rispondo.
- allora cosa? Sembri traumatizzata-
- te l' ho già detto, non mi va di parlarne, non fare altre domande-
- dai...sono curiosa... dimmelo-
- non insistere-
- ti pregooo-

Non potendone più dico quasi gridando...

- mia madre è morta-
- m mi dispiace, non volevo essere così insistente-

Io ricomincio a piangere...

- scusami, davvero...perché non mi faccio mai i fatti miei- dice di nuovo dispiaciuta.
- non preoccuparti...la cosa peggiore è che sono io la causa della sua morte- scoppio in lacrime.

Non volevo dire quelle cose soprattutto a lei, non so perché l' ho detto, ma a questo punto meglio dirle tutto magari mi aiuta a stare meglio...

- che vuoi dire?-
- che è colpa mia-
- non dire cosi, qualunque sia il motivo della sua morte tu di certo non c' entri niente- dice provando a consolarmi.
- questa volta no, è davvero colpa mia-
- ma come? Se vuoi racconta...ti farà sentire meglio...spero-
- è morta al mio rapimento-
- e questo sarebbe colpa tua?-
- si-
- stai scherzando? Non lo è-
- mia madre mi picchiava, credevo che non mi volesse bene...è colpa mia, se non fossi uscita di casa quel pomeriggio...-

- basta, basta, sono sciocchezze, non è colpa tua, perché pensi a queste cose?-
- forse hai ragione, me lo dicono tutti-

Magari ha davvero ragione...

- certo che ho ragione...dai ora asciugati le lacrime-
- ok-
- dimentica questa storia e non sentirti in colpa-
- ci proverò-
- e ci devi riuscire...dai vuoi uscire un pò, ti farà bene-
- no, no non me la sento-
- ti farebbe bene, possiamo andare al centro commerciale che ne dici?- chiede.
- no, non posso-
- come perché non puoi? Non sei libera ora? Chiedilo al tuo ragazzo e andiamo...che problema c' è?-
- no davvero-

Non ho mai chiesto di uscire da quando sono qua, e sinceramente ho paura della risposta che mi darebbero...non vorrei essere di troppo...

- hai, paura?- mi chiede.
- di cosa dovrei avere paura?- rispondo.
- non vuoi chiederglielo perché hai paura della sua reazione?-
- come lo hai capito?-
- sesto senso-
- comunque non glielo chiederò, già mi ha salvata dal loro capo...-
- e questo cosa c' entra?-
- non voglio essere di troppo-
- ok, se non vuoi affrontare questa cosa lo farò io-
- cosa? No!-
- si...dai...dov' è?-
- chi?- dico facendo finta di non capire.
- il tuo ragazzo no? Nel divano? Si, la tua faccia non mente mai-

Perché ogni volta che qualcuno indovina qualcosa la mia faccia cambia?

- no, no davvero, non dirgli niente-
- la piccola Bea imbarazzata, che tenerezza- dice con una voce snervante.

Fantastico!!!

- eccolo li, che fa dorme?-
- Non dirgli niente per favore-
- allora non hai paura, ti vergogni!-
- no, lascialo stare-
- no ora lo sveglio-

Neanche finisce la frase che si sveglia da solo...

- ehi! Bea! E lei che ci fa qui?- dice.
- è una lunga storia-
- noi vorremmo uscire!- interviene Eleonora.

Fantastico, perché non si fa mai i fatti suoi?

- uscire?- dice il mio ragazzo.
- no non vogliamo uscire- dico.

Non voglio chiedere troppo...o magari ho paura di chiedere troppo.

- invece si, vogliamo andare al centro commerciale- riprende Eleonora.

Ora non so più che dire...

- allora? Possiamo?- gli chiede Eleonora.
- tu di sicuro- le risponde il mio ragazzo.
- che vuoi dire? Bea non può uscire?-
- è rischioso-
- rischioso? Rischioso? Andare al centro è rischioso?-
- per lei si-
- sei troppo preoccuposo, cosa potrebbe andare storto-
- il mio capo potrebbe vederla, l' ho comprata ma lui la voleva ancora-
- al tuo capo non credo che gli interessi lo shopping-

Ecco ora stanno litigando per me e mi stanno facendo fare una figura di merda...

- basta!! Non importa, tanto non volevo uscire- dico andando in cucina.
- aspetta!- dice il mio ragazzo fermandomi.- puoi andare-
- davvero?- dico buttandomi su di lui abbracciandolo.
- non sei in carcere e poi un pò d' aria ti farà bene-

Non ci tenevo così tanto ad andarci, ma sapere che potevo uscire mi ha dato sollievo...avevo davvero paura della sua reazione.

***

Il pomeriggio con Eleonora è andato bene, non abbiamo incontrato il capo...è stato tranquillo, io non ho comprato nulla, Eleonora si è portata a casa mezzo negozio...ora sono sul divano e ho quasi dimenticato la faccenda di mia madre, i sensi di colpa sono quasi definitivamente scomparsi ehhh...sono più tranquilla...uscire mi ha fatto davvero bene.

Spazio autrice...
Eccomi finalmente tornata con un nuovo capitolo, lo so vi ho fatto aspettare troppo, ma ora posterò regolarmente...

Lo so che sono i ritardo ma...buon Natale : )

A presto!!!   

rapita|| Beatrice Vendramin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora