capitolo 15

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Mi giro è...non ci posso credere...il mio ragazzo che bacia una, non ci posso credere, anzi  non ci voglio credere.
Eleonora mi guarda dispiaciuta, io non so cosa fare, non so cosa dire. L' unica cosa che voglio fare è scappare via, correre come se non ci fosse un domani, scappare e non tornare più.
Le lacrime iniziano a rigarmi il viso e inizio a correre, Eleonora cerca di fermarmi ma qualcuno le pesta il vestito impedendole di raggiungermi.

Io corro, vado via, e stavolta credo per sempre.

L' unica persona in grado di sconvolgermi la vita, l' unica persona in grado di farmi sorridere dopo tanto tempo, l' unica persona che mi ha fatto sentire speciale per la prima volta, l' unica persona che mi ha fatto pensare che la mia vita avesse un senso, l' unica persona che credevo mi amasse davvero era...era uno stronzo, solo uno stronzo. E io, io sono stata così ingenua per tutto questo tempo, io mi sono fatta ingannare.
Ed è vero: l' amore non esiste, non è mai esistito, nessuno al mondo mi ha amata davvero, mio padre mi picchiava sempre, mi madre altrettanto, e quando una piccola speranza di accende in me facendomi cambiare idea, proprio lo stronzo che me la fa accendere rovina tutto.

Continuo a correre senza una meta, e tra i pensieri mi rendo conto che è passata già circa un' ora, non so dove passare la notte, non lo voglio più rivedere quel figlio di puttana.

Dato che non so dove andare decido di passare la notte sotto un albero.

Le lacrime continuano a scendere, vorrei dimenticare tutto, ma non ci riesco, non riesco a smettere di pensare a tutto ciò che ho passato con lui, i momenti belli e i momenti  brutti, tutte le volte che mi ha salvata e tutte le volte che mi ha picchiata.
Non dimenticherò mai tutto questo.

La mia vita non ha senso.

Cercando di togliere i pensieri dalla mia mente, mi addormento.

***

Il giorno dopo...

Sono ancora sotto l' albero, mi sono appena svegliata, non so come sono riuscita a dormire.
Poi ripenso a ieri...e ricomincio a piangere. Perché l' ho conosciuto perché il destino ce l' ha con me.
Non dovevo nascere.
Sono uno scherzo della natura.
Un errore, un fottutissimo errore.
Un errore a cui non si può più rimediare...o quasi.

Mentre penso a questi orribili ma giusti pensieri sento una macchina venire verso di me...

No, non può essere, Eleonora, Federico e...lui...quello stronzo.

Che ci fanno qui e soprattutto come hanno fatto a trovarmi.

Eleonora scende velocemente dall' auto e viene ad abbracciarmi dicendo...

- Bea...ho avuto paura- con già le lacrime agli occhi.

Viene da piangere anche a me, ma cerco di trattenermi, non voglio farmi vedere debole davanti a quello stronzo...

- Bea, ora vieni con noi- ripete Eleonora.
- te lo scordi, io resto qui- le rispondo fredda.
- stai scherzando, mi hai fatto prendere uno spavento, ora vieni a casa mia- dice di nuovo.
- no, io con voi non ci torno, dopo quello che mi ha fatto...vattene ti prego- cerco di convincerla invano.

Ho gli occhi gonfi, sto per scoppiare in lacrime...ed ecco che scendono anche loro dalla macchina per dare il tocco finale e farmi scoppiare in lacrime.

- vattene, io non voglio più vederlo, lo capisci- dico provando a convincerla prima che scendono dall' auto.
- no, vuoi morire per caso?- dice credendo che naturalmente la risposta sia no.
- si- dico.
- cosa?-
- si, voglio morire- rispondo quasi in lacrime.
- dai, non fare così ti prego, vieni con me e non dire queste cose...capisco cosa è successo ma...- dice ma la interrompo.
- ma cosa? Tu non hai provato mai questo dolore, tu non sai la mia situazione familiare, tu non sai la mia infanzia...- dico scoppiando in lacrime.
- scusami- dico subito dopo rendendomi conto di aver detto parole pesanti.
- no, scusami tu, non sapevo che la tua infanzia...- si scusa.
- non preoccuparti-

Nel frattempo scendono i ragazzi.

- Bea, dovrei parlarti- dice lo stronzo.
- no, ho capito tutto sai, ho capito che sei sempre stato uno stronzo, che non cambierai mai e che sono stata una stupida a fidarmi di te- mi fermo un attimo poi continuo- ma io dico che piacere ci trovi a far soffrire una ragazza, o meglio le ragazze perchè chissà quante hanno avuto la mia stessa situazione- dico arrabbiata e con le lacrime che sanno di rabbia e di delusione.
- scusami- è l' unica cosa che riesce a dire.

Ignoro la sua parola e salgo in macchina e sapete perché? Perché non voglio rovinarmi la vita per colpa sua, per colpa di uno stronzo.

Durante il viaggio non dice una parola, forse per la vergogna.

Per fortuna, dopo qualche minuto arriviamo, io dormirò per qualche giorno a casa da Ele, poi vedrò dove stare.

Quando sto per entrare a casa di Ele lui dice...

- ti prego aspetta, vorrei spiegarti...-

Lo ignoro ed entro, cosa vuole dirmi? Che è uno stronzo?

- sono uno stronzo- dice.

Mi giro di scatto verso di lui e dico...

- Lo so-

Poi gli sbatto la porta in faccia.

- non sei stata troppo dura con lui, magari voleva dirti qualcosa di importante- dice Eleonora.
- è così che vanno trattati gli stronzi- dico.
- va bene, allora...ti faccio vedere la tua stanza- dice.
- grazie per l' ospitalità senza di te non avrei saputo dove dormire- dico.
- magari sotto un albero- dice provando a farmi ridere, ma non sono davvero in vena.
- ok, se non ti spiace mi riposo un pò- dico.
- no, riposati, ne hai bisogno- dice.
- grazie-

Mi metto nel letto e penso, e mi deprimo. Non ho voglia di piangere di nuovo, non per lui.

Con tutti i pensieri in testa mi addormento.


Spazio autrice...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se è così lasciate una stellina.
Vi amo, a presto.



 

rapita|| Beatrice Vendramin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora