Capitolo 1

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Era successo tutto molto rapidamente. Un momento prima mi trovavo nella piazza con i miei amici un momento dopo tutto buio .

Mi svegliai in una specie di container all'inizio non capii molto ero stordita e mi faceva male la testa poi mi resi conto che  mi trovavo all' interno di un camion. Il tempo di chiedermi che diavolo ci facessi in un camion  che questo si fermò. Fui scaraventata in avanti della frenata e caddi dal materasso su cui non mi ero nemmeno resa conto di essere. Mi sentii tirare dalla caviglia. Riuscì a mettere a fuoco nell'oscurità una catena da gli anelli doppi che partiva dal pavimento accanto al mio materasso e si chiudeva in una cavigliera intorno alla mia gamba. La strattonai inutilmente per un po' mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa con cui liberarmi ma non c'era nulla. Nell'angolo opposto a quello in cui si trovava il materasso un secchio e più in là nell'altra estremità del camion una specie di ammasso si cui non riuscii a identificare la natura a causa della strana oscurità che regnava  in quell' angolo del camion .Mentre ero  intenta a guardare quell' ombra sentii un rumore nella direzione opposta al mio sguardo. Alla mia testa dolorante quel rumore  parve assordante così come la luce mi apparve, se è possibile, troppo luminosa. Non appena mi girai nella direzione del rumore che attribuii alla porta del container del camion che veniva  aperta. In contro luce riuscii appena a distinguere una figura umana che mi sembrò maschile ma ne ho conferma non appena questo parlò

"ah sei sveglia. Finalmente! Temevo di averti uccisa con quella dose di sonnifero. Sei così piccina"

"chi sei ?" la mia voce era roca e la gola mi faceva male

"non importa" mi rispose il misterioso uomo .Ora lo distinguevo meglio era un giovane ragazzo piuttosto attraente, devo ammettere, per essere un rapitore molto probabilmente completamente pazzo.

"invece a me ,incredibilmente ,importa sapere l'identità del pazzo che mi ha rapita" il ragazzo rise.

"Se vuoi da mangiare... ecco" mi pose una barretta energetica che io non presi .Avevo deciso che la strategia migliore era guardarlo intensamente negli orrendi occhi marroni che si ritrovava.
"È il meglio che potrai avere per ora. Avrai del vero cibo non appena arriveremo non ti preoccupare" non smisi di guardarlo male. Quindi si arrese e  mise la barretta davanti ai piedi.

"se hai sete lì c'è dell' acqua" e  indicó un angolo all'estremità del materasso dove effettivamente c'era una bottiglia d'acqua.  Poi uscì senza peró prima lanciare uno sguardo fra il disgustato e il dispiaciuto alla matassa nell'angolo scuro.

In che guaio ero finita

Un Ombra Ai Confini Del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora