Capitolo 10

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Seguì Ayman per altri innumerevoli corridoi labirintici. Ad un certo punto ci ritrovammo in una zona di quel palazzo completamente diversa dal resto della struttura le pareti non erano più affrescate ne tanto meno erano lisciate o decorate in qualche maniera erano semplicemente composte dalla nuda pietra e dalla malta visibile. Iniziammo a scendere una scala a chiocciola che portava semplicemente all'oscurità più profonda. I gradini erano ripidi e consumati ed io rischiavo di cadere ad ogni due per colpa di quella stramaledetta gonna e dell' oscurità. Ad un certo punto Ayman fece una cosa intelligente e prese una torcia dalla parete per illuminare i gradini e facilitarmi la discesa . Io lo guardai male ugualmente.

"Si può sapere dove diamine mi stai portando?" Sbottai dopo l'ennesimo rischio di farmi tutta la scalinata scivolando con il sedere.

"Hai presente quando vedi nei film che nei castelli si scende in profondità in luoghi bui umidi e poco curati"mi disse fermandosi e guardandomi io lo fissai di rimando e non gli risposi.

"lì" continuò per poi girarsi e proseguire nella discesa.

"sai oltre ad essere uno spietato assassino sei anche un notevole stronzo" gli risposi incespicando per stare al suo passo. Lui si fermò e gli andai a sbattere contro ,pensai di averlo fatto arrabbiare e che sta volta avrebbe reagito.In realtà erano solamente finite quelle maledette scale ed ora ci trovavamo in un corridoio stretto ed umido il ragazzo riprese a camminare fino a quando ci trovammo davanti ad un pesante portone in un metallo verde e carico di enormi borchie .Il portone era sorvegliato da due guardie che indossavano una pesante armatura sempre stile orientale con un casco che impediva di vedere loro il volto , queste non appena ci notarono si misero sull'attenti.

"Aprite" ordinò Ayman
"ci è stato dato ordine di non aprire a nessuno " disse una delle guardie senza muoversi. Ayman rimase impassibile fece solo un passo in avanti verso di loro avvicinandosi la fiamma della torcia al viso
"forse non avete sentito bene ripeto: il Principe Ayman figlio di Faith il terribile ti ha ordinato di aprire il cancello "
"oh principe non l'avevo riconosciuta è cresciuta molto " disse la guardia chinando il capo e guadagnandosi uno sguardo omicida dal ragazzo subito dopo fece cenno all'altra guardia che aprì il portone .
Ayman subito entró ed io lo.seguii

"che posto è questo ?"chiesi una volta entrata seguendolo in un' altro corridoio buio si sentivano dei lamenti provenire da delle celle al lato di esso.
"attenzione a tenerti lontana dalle celle "
"sono le prigioni?!"

"mi sembra evidente "rispose il ragazzo alla mia domanda precedente con il suo solito tono di sufficienza senza fermarsi ne girarsi e continuando a seguirlo io arrancai per raggiungerlo.

"perché mi hai portato qui?" chiesi al ragazzo una volta raggiunto ed averlo tirato per un braccio in modo da costringerlo a girarsi verso di me.
"perché devo mostrarti una cosa importante " stavolta mi guardava negli occhi.
"Cosa?" institetti sostenendo il suo sguardo.
"Si paziente "mi fece un sorrisetto sgembo e poi si girò proseguendo a camminare.Io lo seguì osservando le persone dietro le sbarre.Man mano che proseguivamo all'interno delle prigioni le persone diventavano più insignificanti piccole e magre vestite di stracci .Non avevano nemmeno la forza di urlare e lasciavano uscire le braccia ormai ridotte ad ossa dalle celle con debolezza nella speranza di ricevere un pezzo di pane o qualcos'altro.Era evidente la differenza con quelli delle prime che sporgevano le braccia ancora forti nel tentativo di toccarmi.
"Non devi aver pietà di loro sono tutti assassini e stupratori gente che merita anche peggio di questa condizione" Ayman avrà
notato come li guardavo ed io annui distogliendo lo sguardo che spostai a terra sul pavimento umido e melmoso. Proseguimmo lungo il corridoio ancora per qualche metro quando Ayman si fermó. Accanto a lui sulla destra c'era una porta verde di metallo con una finestrella al centro da cui passava una fioca luce arancione .I cardini arrugginiti cigolarono quando il ragazzo la aprí con una chiave che aveva nella tasca del pantalone .Una volta entrati ci trovammo in una stanzino abbastanza pulito non dei cuscini sulle pareti laterali. Dietro la porta aperta c'era una specie di bagno ma io non feci caso a tutte queste cose perché il mio sguardo fu catturato da una figura distesa su una brandina. Si trovava esattamente sotto il raggio di luce di una torcia, sulla parete difronte a me. Era un uomo disteso con i capelli di un rosso biondastro sparpagliati sul cuscino il volto carico di lentiggini cosi come le braccia che spuntavano da quella specie di blusa che indossava.
Era mio fratello.
Era lì.

Un Ombra Ai Confini Del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora