capitolo 17

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La prima volta che mi svegliai tutto era pura oscurità. Contornata da un dolore insopportabile in ogni angolo del mio corpo. La seconda volta potei sentire delle voci che parlavano ma non riuscii a distinguere alcuna parola al di fuori del mio nome. La terza volta aprii gli occhi. La prima cosa che vidi furono le cortine del mio letto a baldacchino nella stanza che mi era stata riservata al palazzo e volli morire. Significava che ero ancora rinchiusa in quel posto. La seconda cosa che notai era Ayman seduto accanto al mio letto su una poltroncina . La sua postura si irrigidii non appena si accorse che ero sveglia. Mi guardò per poco negli occhi prima di alzarsi e dirigersi a passo svelto verso la porta. La aprì e cacciò fuori solo la testa.

"Si è svegliata" Disse penso alle guardie.Nel seguire i suoi movimenti con la testa il collo mi fece male e mi uscì un lieve lamento dalle labbra. Ayman mi sentì e si girò verso di me e i suoi capelli rossi gli volteggiarono attorno alla testa formandogli un aureola infuocata intorno alla testa.Il suo viso mi parve sfocato .

"chiamate Molindor! Fate presto!" urlò alle guardie e poi venne vicino a me.

"Non dormire"

"ho sonno" tentai di dire ma dalle mie labbra uscì solo un verso lamentoso.

"so che vorresti dormire ma non riaddomentarti " i suoi occhi tremarono e per un istante potei leggervi preoccupazione e tristezza. Era così devoto alla causa del padre che la mia morte lo preoccupava fino a questo punto?

"Non. Dormire." Mi disse. E io mi addormentai.

Quando mi risvegliai Ayman no era più accanto a me e sulla poltrona verde non c'era nessuno. Accanto alla porta c'era un anziano signore molto alto con i capelli lunghi portati legati dietro la testa più bianchi della neve e una barba incolta di una che gli copriva tutto il collo e che arrivava a sfiorargli il petto. L'anziano signore era vestito come un monaco ma con una tunica di un viola brillante. Era in piedi accanto alla porta e parlava con Faith. Appena lo vidi mi venne un innato desiderio di ucciderlo. Tentai di alzarmi. Ci riuscì ma non senza un lamento di dolore che fece girare gli uomini verso di me. Gli occhi dorati di Faith mi incatenarono al letto. Di nuovo la sensazione che avevo provato la prima volta che ci siamo incontrati. Avrei fatto qualsiasi cosa lui mi chiedesse sotto quello sguardo.

"bene bene ci siamo svegliate finalmente." mi disse lui con tono cantilenante.

"hai ucciso tua figlia " mi uscì dalle labbra con tutto il veleno e la rabbia che una frase come questa dovrebbe contenere. Ma lui mi sorrise ed il suo sguardo non si spostò dal mio. Dovetti lottare per non distogliere i miei occhi dai suoi.

"Molindor..."

"si signore?" chiese l'uomo facendo un passo avanti verso il suo re e chinando il capo.

"vattene" ordinò all' uomo senza staccarsi dai miei occhi.

"ma signore la ragazza..."Faith si girò innervosito per non essere stato ubbidito immediatamente.

"ho detto vattene" scandì ogni singola parola con le labbra strette. E l'uomo ubbidì uscendo dalla stanza e lasciandoci da soli.
"sei disgustoso" rise
"molte donne non la pensano allo stesso modo" disse avvicinandosi e incatenando i suoi occhi dorati nei miei verdi. Lui era un lupo ed io ero la preda i suoi occhi dicevano questo. E io così mi sentivo.
"te lo hanno detto loro?" chiesi indietreggiando
"si. In molti modi diversi" andai ad urtare con il bordo del letto.
"immagino che le tue schiavette robot siano state liete di accontentarti" era davvero troppo vicino.
"sapevo che eri quella giusta" un sorriso gli tagliò il viso.
"hai ucciso tua figlia" si fece ancora più vicino
"si ho ucciso lei e i miei figli che portava in grembo. E non me ne pento. Avevo già intenzione di farlo. Avevo pianificato tutto. Una scusa per  calmare il popolo. Sarebbe una scocciatura. Lei con la sua fuga il suo tradimento me lo ha servito su un piatto d'argento. È per questo che ti ho informato da subito sul mio piano. Ecco perché ti ho concesso di circolare. Ecco perché quella ragazza come schiava e no una normale. Ecco perché ti é sembrato che io non mi accorgessi delle riunioni nella serra abbandonata. Ecco perché ti é stato cosí facile fino alla fine.Sapebo che avresti tentato di fuggire e sapevo che avresti chiesto aiuto a lei. Sapevo che saresti riuscita a convincerla io so  tutto di te." Sapevo che mi aveva fatta spiare per due anni. Ma cio non rese la cosa meno inquietante. E poi stava ancora parlando di quel piano assurdo secondo cui avrebbe trasferito i poteri di Ayda su di me uccidendola. Ne parlava con uno sguardo spiritato, una voce da esaltato, da pazzo.
" E' perfetto" si avvicinò ancora  a me. Io ero incantata volevo allontanarmi m sentivo ancora quella sensazioni di subordinazione di impotenza che i suoi mi imponevano. Quando mi accarezzò delicatamente una guancia con il retro della mano senti dei brividi diffondersi dal contatto dei  suoi numerosi anelli con la mia pelle.
"TU sei perfetta"
"hai fallito io non ho niente di lei sono la stessa di prima non mi sento più forte non mi sento diversa" lui di allontano un po' da me m sempre mantenendo il mio volto con la sua mano e stringendo facendomi male.
"non ho fallito. Molindor ha già controllato dentro di te hai la sua anima." pronunciò la sua anima con un tono di profondo affetto. Di amore. il suo sguardo però era perso oltre  me e sempre più inquietante. Mi sentii libera di muovermi e salii sul letto retrocedendo in modo da raggiungere l'altra estremità. I suoi occhi purtroppo tornarono subito su di me non appena sentí il rumore delle lenzuola mosse dal mio peso e mi bloccò di nuovo.
"l'anima di chi?Di Ayda? " chiesi subito l'unico modo per liberarmi da questa soggezione era distrarlo. Purtroppo stavolta non funzionò. Al contrario si concentrò ancora di più su di me e rise. Perché rideva sempre?
"No la sua Ayda come te era solo una custodia e un caricabatterie"
"per cosa?" Alla mia domanda tornò nella realtà che sembrava  aver abbandonato  da un po'.E si ricompose
"Non ti interessa saperlo" si allontanò da me ed io mi sentii libera di muovermi di nuovo.
"ora riposati. Da domani inizierai l'addestramento con Molindor. Non posso permettere che la barriera si indebolisca." Mi sedetti sul letto troppo alto.
"Addestramento per cosa?" i miei piedi dondolavano.
"per gestire i tuoi poteri" ed uscì dalla stanza.

Un Ombra Ai Confini Del SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora