Salgo sul pullman che dovrebbe riportarmi a casa.
Avevo passato la giornata di ieri a pensare a Benjamin e all'incontro che avevo avuto la mattina con quell'isterico. Invece questa mattina a scuola era passata stranamente in fretta.
Gloria ha la febbre ed oggi non c'era all'andata. Quindi, dovrò farmi tutto il ritorno da sola, fantastico.
Appena salgo, mi avvolge la solita atmosfera da pullman: ognuno che si fa i fatti suoi senza avere il minimo interesse verso che gli sta intorno. Gente con le cuffie, gente che parla al telefono, gente che guarda fuori dal finestrino, gente che messaggia.. Addirittura, anche gente che legge un libro.
Non riesco a sedermi e così resto in piedi. Non rimango schiacciata dalle altre persone, come mi era successo nei giorni scorsi. Prendo telefono e cuffie e faccio partire la riproduzione casuale. Parte una canzone che mi ero quasi dimenticata di avere, "Supereroi falliti". Questa canzone mi riporta alla mente un sacco di ricordi, belli e tristi ma soprattutto cose che vorrei dimenticare. Cose del mio passato che ormai fanno parte del mio passato e che sono ferite ancora aperte..
Mi riviene in mente Benjamin. In questi giorni penso parecchio a me e a lui, a come sarebbe se stessimo insieme ma, fondamentalmente, non riesco ad immaginarmi un 'noi'. Sarà perché da quando conosco Benjamin l'ho visto sempre e solo come un amico e, forse, adesso le cose stanno cambiando? Non sono sicura che mi piaccia ma non mi é neanche indifferente. E poi da quando era successo quel fatidico quasi primo bacio, non si é fatto più sentire. Più e più volte avevo pensato di scrivergli ma, ogni volta che ci provavo, non trovavo le parole adatte.
All'improvviso vengo svegliata da tutti i miei pensieri perché l'autista decide bene di frenare a caso e di creare una situazione come domino, all'interno del pullman. Io perdo equilibrio e finisco bruscamente addosso alla povera persona davanti a me.
"Hei ma che fai?!" mi dice isterico.
"Io, ecco..emh.." balbetto con lo sguardo basso.
Mi scanso da lui e dico: "Scusami."
Alzo lo sguardo verso di lui e mi sento dire: "Ancora tu!".
E, per mia sfortuna, anch'io capisco chi é. Quell'isterico dell'altra mattina.
"Ciao anche te." dico scorbutica.
"Evita di fare l'ironica." sbuffa.
"Okay, scorbutico." replico e lui mi lancia uno sguardo assassinio.
Io ignoro il suo gesto, mi giro e mi metto le cuffie. Non avevo intenzione di vedere ancora per un secondo la faccia di quell'antipatico.
Dopo pochi secondi, mi sento picchiettare sulla spalla.. Indovinate chi é? Si, proprio lo scorbutico.
"Cosa vuoi?!" dico acida.
"Mi puoi imprestare le cuffie?" mi chiede.
"Stai scherzando, vero?" faccio una risatina ironica.
"No, per niente. Ti sembro uno che scherza?" domanda lui retorico.
"Non dò le mie cuffie ad uno sconosciuto." affermo con insistenza.
"Sconosciuto?!" dice col suo solito isterismo.
"Si, sconosciuto." confermo.
"A me sembra di non esserti poi così estraneo.."
"Cosa stai insinuando?"
"Che non é una coincidenza che ogni volta che ci vediamo tu cadi fra le mie braccia.. Ammettilo hai un debole per me." dice.
"Eh? MA COSA?!" tra poco urlo.
"Vuoi che ripeta, piccola?" mi domanda.
"Stai zitto, va." rispondo arrabbiata.
Si può essere veramente così scorbutici e arroganti? Presuntuosi e isterici? Superbi e antipatici?
Beh, vi assicuro che esistono persone con tutte queste caratteristiche.
In altri momenti, sarei andata via senza rispondergli ma nel pullman il concetto di "andare via" non esiste. Devi stare nel tuo metro di spazio e non spostarti perché, altrimenti, rischi di rimanere schiacciato tra varie persone.
Quindi gli faccio uno di quei bei sorrisoni, mi metto le cuffie proprio davanti a lui e poi giro ad ascoltare la musica. E, in men che non si dica, mi sento di nuovo picchiettare la schiena. Lo ignoro ma lui continua insistente, così mi giro: "Che vuoi?!" chiedo ancora più acida di prima.
"Sai cosa voglio." in altri momenti sarei scoppiata a ridere per questa risposta ma faccio finta di niente.
"E tu sai già cosa ne penso." ribatto scorbutica.
"Allora presentiamoci.. Ciao io sono Diego." dice tutt'un tratto sorridente.
"Cosa ti fa pensare che voglia conoscerti?" continuo sempre scorbutica.
"Dobbiamo tornare sull'argomento?" mi chiede retorico.
Ora mi sta partendo una delle mie crisi isteriche, questo ragazzo é davvero irritante.
Mi giro e lo ignoro totalmente. Mi sento nuovamente picchiettare la schiena.
"E va bene." dico esasperata alla fine.
"Finalmente." esulta lui.
Sto per passargli le cuffie ma mi dice: "E se ascoltassimo insieme?".
"Neanche morta." rispondo acida.
"Perché?" domanda.
"Beh, caro Diego, rimani comunque uno sconosciuto per me." dico convinta.
"Devi essere una che fatica a fare amicizia." dice ridendo.
Si vedeva così tanto?
Lui, probabilmente, scherzava ma mi aveva centrato in pieno.
Ma la domanda vera era:
"Chi ti ha detto che voglio essere tua amica?" chiedo.
"Non vuoi?" mi domanda con quel suo accento presuntuoso.
"Senti." dico esasperatissima "Prenditi le cuffie e non rompere."
"No." risponde più che convinto.
"Perché?" domando.
"Insisto. Ascoltiamo insieme." mi dice.
"Tu il mio cellulare non lo tocchi." affermo.
Lui prende le mie cuffie e le attacca al suo telefono, dopodiché me lo passa.
"Scegli." mi dice.
Io lo guardo un po' esterefatta, poi giro tra la sua musica e trovo Ed Sheeran.
"Ascolti Ed?" chiedo sorpresa.
"Si, perché?" mi domanda.
"Boh.. Non ho mai incontrato nessun ragazzo che lo ascoltasse." affermo.
"A te piace?" mi chiede quasi speranzoso che dica di si.
"Certo. Come non potrei." rispondo ovvia.
"Finalmente siamo d'accordo su qualcosa." mi dice.
Faccio partire Photograph, quanto amo questa canzone.
"Ottima scelta." mi sento dire.
Mi fa un sorrisone e, per un momento, quello scorbutico non mi appare poi così tanto insopportabile.. Decido di ricambiare il sorriso.
Lui inizia a canticchiare "Photograph" e noto che ha davvero una bella voce.
"Canti bene." dico nel bel mezzo della canzone.
"Grazie, piccola." mi risponde.
Stranamente, quel nomignolo che mi dà non mi irrita più di tanto.
Ascoltiamo due o tre canzoni e poi lui afferma: "Io devo scendere alla prossima." Fermo la musica, stacco le cuffie e gli passo il suo telefono.
"Grazie." mi dice, appena glielo porgo.
"Di niente."cerco di sorridere.
Siamo quasi arrivati alla sua fermata e lui dice: "Solo una cosa..".
"Cosa?" domando confusa.
"Ora mi puoi dire il tuo nome?" chiede.
Mi rendo conto che in tutto il tragitto non mi ero presentata. Ma, soprattutto, non capivo il motivo per il quale volesse per saperlo, tanto non ci saremmo più visti.
Decido di accontentarlo: "Francesca."
"Okay Francesca, ci si vede allora!" mi saluta prima di scendere dal pullman.
"Ci si vede." rispondo mentre lo vedo allontanarsi.ANGOLO AUTRICE:
Buonasalve a tutti!
Oggi devo veramente scusarmi con voi. Ho avuto alcuni problemi questa settimana e non sono riuscita. Mi dispiace. Oggi vi prometto che pubblicherò tutti i nuovi. It's a promise.
Potrà succedere ancora che a volte salterà il capitolo della settimana ma di certo non abbondono la storia.
Comunque, oggi quattordicesimo capitolo.
Volevo dirvi di passare a dare un'occhiata all'altra mia storia "La potente semidea". Se si va, leggetela e fatemi sapere cosa ne pensate.
Su Instagram c'è la mia fanpage ufficiale: @itisalexia.fp Lì ci saranno tutte le news ufficiali per quanto riguardo la storia, quindi seguitela!
Mi farebbe piacere sapere il vostro parere, quindi commentate per farmi sapere cosa ne pensate (anche commenti negativi, ovviamente).
Detto questo, se vi é piaciuto il capitolo lasciate una stellina e se avete bisogno di qualsiasi cosa scrivetemi nei messaggi oppure su twitter dove mi chiamo: @hugsmefede.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e noi ci vediamo domenica per il prossimo!
All the unicorns,
-A.
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VITA DA LICEO.
Teen FictionInsieme ad un'amica sempre pronta ad esserci, ad un migliore amico pronto a proteggerla, e da tante altre persone, Francesca, una ragazza di soli 14 anni si ritroverà ad affrontare tutti gli ostacoli dell'adolescenza: primo bacio, amicizie, pianti...