19 Crepes e shopping

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Decidiamo, poi, con Gloria di andare a fare un giro. Credo che distrarmi mi servirà a schiarirmi le idee.

"Pronta?" mi chiede la mia amica prima di uscire di casa.
"Sì." confermo mentre mi infilo la giacca.
Quando usciamo, ci imbattiamo in un vento gelido e con la mente mi maledico per aver indossato una giacca troppo leggera per il periodo dell'anno in cui siamo.
"Cosa ti va di fare?" mi chiede.
"Qualsiasi cosa va bene, basta non pensare." rispondo.
"Dobbiamo avere per forza una meta?" domanda.
"Perché?" chiedo "Cosa intendi fare?!".
"Giriamo senza meta." spiega "Lasciamo che sia il destino a guidarci."
"Ok.. E quindi, dove..?" dico mentre mi prende per braccetto.
"A caso." risponde lei decisa.

Ci ritroviamo nella piazza di questa piccola cittadella.
Osservo la gente che passa. In particolare, noto una coppia di vecchietti sulla settantina: lui un po' grassottello, occhiali quadrati capelli bianchi e occhi azzurro mare; lei, al contrario, magrolina, di occhiali non ne ha, occhi neri notte. Apparentemente opposti, eppure c'è qualcosa che li unisce. Qualcosa che va fuori dalla normalità. Una specie di corda che li stringe e impedisce loro di staccarsi l'uno dall'altro.
Non sembrano, poi, neanche così vecchi.. Solo qualche ruga sul viso mostra la loro anzianità. Per il resto, sembrano ancora dei giovani che potrebbero andare benissimo per discoteche. Mostrano una felicità che nessuno saprebbe capire. Una felicità che deriva da un qualcosa che pochi saprebbero comprendere.
Hanno l'aria di chi ne ha passate tante, superando tutto insieme.

In quel momento mi chiedo se mi capiterà mai anche a me di trovare una persona così. Una persona con cui condividere tutto e niente, che sappia capirmi e accettarmi per quella che sono..
"Fran?" mi richiama Gloria.
"Si?" domando con l'aria di una che non ha idea di dove si trovi.
"Tutto bene?" mi chiede preoccupata.
"Si. Perché?" rispondo poco convinta.
"Ti stavo parlando ma tu sembri andata su Marte." spiega.
"Scusa, ero solo un po' distratta."
"Fa niente." dice "Ti va se prendiamo un gelato?".
"Glo siamo ad ottobre, non mi sembra proprio il caso."
"E allora cosa?!" domanda retorica.
"Tutto tranne il gelato."
"Ok.." si guarda in giro "Crepes?".
Mi si illuminano immediatamente gli occhi.
"Ci sto." affermo.

La fila per la crepes é davvero lunga e quasi mi pento di aver accettato a prenderla.
"Uff.. Ma quanto ci vuole?" sbuffo. Odio dover aspettare troppo tempo, soprattutto se per una cosa che mi piace.
"Sii paziente." mi supplica.
"No." sbuffo ancora "Andiamocene."
"Neanche per sogno." mi risponde dura.
Ci fissiamo negli occhi per più secondi e, alla fine, gliela dò vinta. Rimango lì ad aspettare, mentre Gloria assorbisce non pochi miei lamenti.
Finalmente arriva quasi il nostro turno e riconosco la voce di quello davanti a noi mentre ordina. "Due crepes, grazie." chiede.
Da dietro non sembra nemmeno lui e stento a riconoscerlo. Ma la sua voce, quella sì, é inconfondibile.
Cerco di nascondermi, non ho voglia di vederlo. Nonostante si sia mostrato gentile nei miei confronti, non mi va di vederlo e dover salutarlo.
Gloria sembra non accorgersi del fatto che le sto dietro, sperando che lui non mi riconosca. So di essere esagerata: dopo tutto, non mi ha fatto niente ma continua a non andarmi a genio come persona.
Lui paga il conto e si gira per andarsene. Io mi nascondo e incrocio le dita, sperando non mi noti. E così succede: lui mi passa davanti e non si accorge minimamente di me. Rimango un po' delusa da ciò, una parte di me sperava mi vedesse.
"Cosa fai?!" urla isterica Gloria, accorgendosi che le stavo addosso.
"Nien-te, sc-us-a.." balletto quasi spaventata.
Lei si gira, facendo finta di niente, e ordina ciò che volevamo.

Ci sediamo su di un tavolino per gustare la nostra amata crepes.
"Cosa c'è di meglio della Nutella?!" commento mentre mangiamo.
"Ah, non chiedermelo." risponde ridendo.
Poi ci alziamo, buttiamo il piatto e le forchette utilizzate da noi e Gloria, poi, mi fissa il viso.
"Cosa c'è?" chiedo abbastanza irritata.
"Niente." risponde "Ti consiglierei solo di guardarti la faccia."
In quel momento capisco ciò che voleva farmi capire, prendo dei fazzoletti che avevo in tasca e mi pulisco la faccia.
"Ora?" domando.
"A posto." risponde.
"Bene." dico sollevata.

Gloria mi costringe ad accompagnarla a fare shopping. Andiamo in qualche negozio, provocando la mia estrema noia.
Forse sarò esagerata ma l'idea di dover sprecare il mio pomeriggio a girare di negozio in negozio mi sembra solo un spreco di tempo. Preferisco decisamente passare il pomeriggio andando a fare una passeggiata, stando all'aria aperta e, magari, un buon libro per farti compagnia.
Fare shopping é uno sfizio: dà all'uomo un benessere derivato dallo spendere e dalle cose materiali. Non capisco veramente cosa ci trovino le donne di tutto il mondo.
"Vado a provare qualche vestito." mi comunica la mia amica spendacciona.
"Ok." dico "Ma non metterci troppo."
"No, tranquilla." afferma e poi se ne va con un sorriso malizioso.
Ora non sono soltanto qui a sprecare il mio tempo ma, per giunta, anche da sola.
Osservo il soffitto del negozio ma cambio subito visuale in cerca di qualcosa di più interessante.. Il mio viso si posa su un ragazzo abbastanza alto, con un paio di jeans neri ed maglia bianca abbastanza attillata che rende ben visibili gli addominali. Il ciuffo dei capelli, anch'essi neri, che ne incornicia il viso e gli immancabili occhi grigi.
In quel momento avrei voluto scomparire. Non potevo averlo incontrato di nuovo..
Mi maledico per essermi lasciata convincere da Gloria a fare questo giro pazzo di shopping. Mannaggia a me che mi son fatta portare qui.
Cerco di nascondermi il più possibile ma sono sicura che lui, prima o poi, mi avrebbe scoperto. Decido di entrare nel camerino con Gloria.
"Ma che fai?!" mi urla mentre é solo con il reggiseno addosso.
"Scusami, io.." non mi lascia finire che mi caccia di nuovo fuori.
Grazie al suo spintone, perdo l'equilibrio ma qualcuno mi afferra prima che io cada.

VITA DA LICEO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora