17 Merendine

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Salgo sul pullman che mi avrebbe portato a scuola.
Le vacanze erano volate. E già ne avevo nostalgia. Le avevo passate a studiare e a pensare ciò che era successo con Benji. Ne avevo parlato anche con Zoe ma a lei non sembrava vero. Invece, non poteva essere più vero di così: per Ben ero solo una amica e tale sarei rimasta.
Una Gloria sorridente mi distrae dai miei pensieri: "Bella lì!".
Mi metto a ridere. Era da un po' che non ridevo.
"Ciao anche a te." le rispondo.
"Come sono andate le vacanze?" mi chiede mentre mi fa sedere accanto a lei.
"Bene, tu?" mento.
"Bene." mi risponde "E con Benjamin?".
"Non ho voglia di parlarne adesso." dico con tono acido.
"Ok, scusa." sembra dispiaciuta.
"No, niente.. tranquilla. Ho un po' la luna storta oggi ma tu non c'entri." la rassicuro.
"Cambiamo argomento, va." dice sorrdente.
"Che materie hai oggi?" chiede.
"Italiano, matematica, greco, latino e qualcos'altro che non ricordo." affermo.
"Ottima memoria, mi dicono." dice.
"Ovvio." confermo.
Chiaccheriamo, come al solito, del più e del meno e Gloria mi aiuta anche a ripassare un po' greco e latino.
Arrivata a scuola, mi sistemo al mio banco, che non mi era mancato per niente, e aspetto l'entrata del prof. Vedo i miei compagni parlare tra di loro, come se si conoscessero già da tempo. Io, invece, non ero ancora riuscita a parlare ancora con nessuno e chissà se ci sarei mai riuscita..
"Buongiorno ragazzi." entra con passo prorompente il prof. di italiano.
Noi ci alziamo in piedi: questo é il nostro modo per dirgli 'buongiorno'. Poi il prof fa l'appello e inizia a spiegare. Comincio a prendere appunti e a fine lezione mi vengono i crampi alla mano.
Arriva matematica e in quest'ora avrei preferito che un melone mi cadesse sulla testa, piuttosto che fare questa materia. Non ho mai sopportato matematica, siamo due mondi astratti, due rette parallele che non si incontreranno mai.
Non commento, poi, l'ora seguente. Per fortuna arriva l'intervallo, il salvagente di ogni studente durante le lezioni.
Prendo due euro dal portofoglio e corro verso le macchinette. Avevamo deciso con Gloria che oggi mi avrebbe insegnato ad usare le macchinette perché io non ho idea di come si faccia.
Appena arrivo, vedo una fila infinita di persone e quasi mi passa la voglia di prendere la merenda. Peccato che la fame ha il sopravvento su di me e mi metto anch'io a fare la fila, aspettando il mio turno. La coda sembra durare un'infinità e vedere le altre persone, che se ne vanno tutti contenti con la loro bella merendina in mano, non aiuta.
Cerco disperatamente Gloria con lo sguardo. Stare da soli é veramente stressante. É vero che non sono una che socializza molto, sono timida e forse anche chiusa di carattere ma se riesco a trovare la giusta complicità con una persona mi lascio andare.

Proprio in quel momento mi arriva un messaggio da Gloria: "Fran scusa ma non posso venire."

"Ok.." le rispondo.

Ci sono rimasta male, lo ammetto. Ma avrà sicuramente un motivo per cui non venire. Per di più, ora sono anche senza merenda. Cosa faccio?
Potevo andarmene e tenermi il languorino che avevo o andare alla macchinette e prova a vedere se riuscivo a combinare qualcosa.
Decido di non rinunciare al cibo, anche perché non ci riuscirei. Aspetto ancora un po' e, quando arriva il mio turno, mi faccio coraggio.
Vedo quei tasti su quell'affare e vado nel panico. Sbarro gli occhi. Cerco di capirci ma é tutto invano. Mi avvicino di più per capire cosa possano mai significare quei tasti.
La ragazza dietro di me si rivolgendo a me, sbraitando: "Vuoi sbrigarti?! Noi tutti qui avremmo fame. Quindi se ti sbrighi, ci fai un piacere." Bhe simpatica, tutto sommato.
Non avevo la minima idea di cosa fare. Avrei voluto qualcuno qui, affianco a me, che mi dicesse cosa fare e cosa digitare.
Ad un certo punto, sento una voce conosciuta intervenire: "Come ti permetti?! L'educazione a casa?!".
Alzo lo sguardo e vedo Diego, come avevo immaginato.
"Oh scusa. Mi dispiace." dice la ragazza mentre lo guardava con occhi sognanti.
"Ora chiedile scusa." le ordina lui.
Io lo squadro con gli occhi. Faccio di no con la testa per intendere che non ce n'è bisogno. Lui, semplicemente, mi fa l'occhiolino.
La ragazza lo guarda male, davvero male. Poi, acconsente: "Scusami non volevo." Falsa, come pochi.
"Tranquilla, non fa niente." rispondo mentre lei mi guarda malissimo.
La ragazza si rivolge a Diego e gli dice: "Dammi il tuo telefono che ti dò il mio numero."
Io avrei voluto scoppiare a ridere. Crede veramente che basti così poco per conquistare un ragazzo? O forse sì? In effetti lei era bella e, forse, col suo caratteraccio aveva fatto colpo. D'altronde anche Diego non era tutta questa simpatia..
Lui, gentilmente, gli dice: "Grazie ma ne faccio anche a meno."
Avrei seriamente voluto scoppiare a ridere in faccia a quella preseuntuosa ma mi sono trattenuta. Sono troppo educata.
La ragazza, guardando in cagnesco sia me sia Diego, se ne va. Entrambi ci mettiamo a ridere.
"Avresti potuto accettare." dico mentre continuavo a ridere.
"Nha, si crede troppo chissà chi. Mi farebbe sicuramente impazzire." risponde.
Mi calmo finalmente, senza più ridere.
"Grazie mille ma non dovevi." lo ringrazio.
"Si, invece." ribatte "Quella lì é una maleducata e non é la prima volta che fa così."
"La conosci?" una parte di me spera di no.
"Solo di vista." risponde.
"Ok. Grazie, comunque." rispondo, poi, mi giro per prendere la merenda ricordandomi che non idea di come si faccia.
Passo qualche secondo lì ferma e Diego mi chiede: "C'è qualche problemino?".
"Più o meno." rispondo.
"Cioé?" domanda.
"Niente, tranquillo." non ho voglia di dirgli la verità.. Passerei per un'imbranata anche se é quello che sono.
"Dai." dice così per più volte.
Alla fine cedo: "Non so come si faccia a prendere la merenda dalla macchinetta."
"Oh, principessa." mi dice scoppiando a ridere.
"Cosa c'è da ridere?!" sbuffo.
"Devi ammettere che fa ridere." dice.
So che ha ragione ma mi dà parecchio fastidio che rida.
"Senti, io me ne vado." affermo e faccio per andarmene.
Questo ragazzo ha davvero la capacità di trasformare un bel momento in uno da dimenticare. Quanto lo odio..
Sento qualcuno che mi cinge i fianchi:  avverto che il cuore inizia a palpitarmi velocemente e, lungo la schiena, mi vengono dei brividi, un po' come mi ero sentita con Benji pochi giorni prima.
"Tieni, principessa." mi dice e mi porge nelle mani una merenda, proprio quella che volevo.
Avrei voluto dirgli di allontanarsi e che non aveva diritto di starmi così vicino ma le uniche parole che mi escono dalla bocca sono: "Grazie mille."
"Di niente." mi sussurra all'orecchio mentre suona la campanella della fine dell'intervallo che mi riporta in classe.











ANGOLO AUTRICE:
Heilà bella gente! Come sta andando la settimana?
Eccomi con il diciasettesimo capitolo.
Inutile dire che mi scuso se questo capitolo non é uscito ieri. Siate clementi con me..
Io cercherò di rispettare i giorni di pubblicazione ma, se non dovesse essere così, spero non vi arrabbierete. I due capitoli alla settimana ci saranno sempre ma i giorni di pubblicazione saranno più variabili.
Su Instagram c'è la mia fanpage ufficiale: @itisalexia.fp Lì ci saranno tutte le news ufficiali per quanto riguardo la storia, quindi seguitela!
Mi farebbe piacere sapere il vostro parere, quindi commentate per farmi sapere cosa ne pensate (anche commenti negativi, ovviamente).
Detto questo, se vi é piaciuto il capitolo lasciate una stellina e se avete bisogno di qualsiasi cosa scrivetemi nei messaggi oppure su twitter dove mi chiamo: @hugsmefede.
Spero che vi piaccia il capitolo e noi ci vediamo domenica per il prossimo!
All the unicorns,
-A.

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