Capitolo 2

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Finalmente la notte è calata su Mountainhill, la piccola cittadina in cui mi trovo per questo secolo. Per tutta la mia esistenza ho cambiato spesso luogo dove stanziarmi per evitare di annoiarmi troppo. Mountainhill è un posto tranquillo, ma sa essere anche pieno di sorprese, a volte.
"La senti?"
Le voci dei miei fratelli mi distolgono dai miei pensieri.
"Oh, sì. Sembra deliziosa e così...pura" risponde un altro. Mi avvicino a loro, nonostante non cu fosse bisogno di vederli per avere la conferma della loro bava alla bocca.
"Kyle, finalmente. È più divertente quando sei nei paraggi."
Tyson, il più alto e possente dei due, mi rivolge un sorriso smagliante. Porta dei lunghi capelli castani che ora sono raccolti in un codino. Le iridi dorate risplendono nella notte.
"Già. Me lo dicono in molti," ribatto lasciando trapelare il sarcasmo. Tyson ridacchia.
"Yuri ed io ne abbiamo trovata una" mi informa, facendo un cenno del capo in direzione del demone più basso e più esile.
Chiudo gli occhi e mi abbandono ai sensi. Sento il battito del suo cuore, percepisco le sue emozioni da cui trapelano la paura e l'insicurezza. Riesco a vedere dove si trova, la sua camminata veloce ed il suo viso sottile incorniciato da folti capelli di un biondo cenere. Riapro gli occhi lentamente; so che ora sono talmente chiari e luminescenti da sembrare due pezzi di ghiaccio. Basta un mio sguardo, e siamo tutti e tre dalla ragazza. Come se avesse percepito qualcosa, si ferma ed inizia a guardarsi intorno, spaventata. Il suo respiro accelera notevolmente e la fame in me cresce, alimentando il vero demone. Tyson emerge dell'oscurità e si piazza di fronte la ragazza, che trovandoselo davanti all'improvviso, si lascia sfuggire un grido sorpreso.
"Porca miseria!" esclama poi, portandosi una mano sul petto. "Da dove sei uscito?"
"Scusami, non era mia intenzione spaventarti. Assolutamente."
Tyson sorride, stringendosi nelle sue ampie spalle. È bravo a recitare la solita parte. Yuri compare accanto a lui.
"E tu da dove diavolo sei uscito?!" urla la ragazza, facendo un passo indietro. La sua paura sta crescendo ed io non posso resistere ancora a lungo. Sono stufo di lasciar giocare loro due.
"Ragazzi, così la terrorizzate" dico ad alta voce, avanzando nelle tenebre e nella nebbia sottile che si alza dalla strada. "Non dovresti essere qui fuori a quest'ora, Lucinda" sussurro sfiorandole con le dita una ciocca di capelli. Si volta di scatto, spalancando i suoi grandi occhi azzurri. Peccato che tra qualche istante non saranno più così pieni di vita. "Tu chi sei? Come fai a sapere il mio nome? Non ti ho mai visto. Anzi, non ho mai visto nessuno di voi" sibila osservandoci.
Dimentico sempre che Mountainhill è un piccolo paesello dove si conoscono tutti. A volte può essere seccante.
"Perché noi siamo la ragione per cui nessuno esce di casa dopo il tramonto" si intromette Tyson, gli occhi gli brillano nell'oscurità.
"Cosa siete?" chiede Lucinda, mentre il panico inizia a farsi strada in lei. Le prendo un braccio e le mie dita fredde le toccano la pelle, facendola rabbrividire.
"Siamo la tua paura più grande" le rispondo con un ghigno. Dopodiché le sue urla e la risata di Tyson si mescolano nell'aria silenziosa.

"Caspita, Kyle, il tuo livello di sadismo supera il mio," sfotte Tyson. Osservo il corpo senza vita di Lucinda ai suoi piedi. Non ha nessuna traccia dell'aggressione.
"Be', avresti dovuto saperlo, ormai," ribatto glacialmente. Odio essere quello che sono e odio enormemente dover convivere con i rimorsi e con la fama che mi sono creato nel corso della mia esistenza. Tyson ride per la mia durezza. "Già. Ti conosciamo tutti, fratello. Per questo è divertente cacciare con te, anche se a volte vuoi avere tu tutto il bottino e togli a noi il divertimento..." fa il broncio. Alzo gli occhi al cielo e poi faccio un passo verso il buio degli alberi. "Me ne vado" dico.
"È stato un piacere, Kyle" urla Tyson mentre la sua risata risuona nell'aria.

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