Guardo fisso un punto davanti me, seduto su una roccia abbastanza grande e comoda mentre provo con tutto me stesso a distogliere l'attenzione dal bisbiglio leggero proveniente dalla classe di Mia. Seppure lontano, sento e distinguo perfettamente la voce di un'amica dalla sua, più flebile del solito.
"Ne sei sicura?"
"No, ma sto facendo delle ricerche. Vedi, dalla notte in cui mi sono affacciata alla finestra ho capito di dover provare a fare qualcosa."
"Allora hai visto qualcosa?"
"No, Lou. Non ne sono certa. Ma so che lì, nell'ombra e nella nebbia si nascondeva il responsabile della morte della piccola Josie. Aveva solo quattordici anni..." Un sospiro.
Impreco tra i denti. Mia ha detto di star svolgendo delle ricerche? Ma su cosa, esattamente? Non scoprirà nulla. Sta solo perdendo tempo.
"Già, povera ragazzina" commenta l'amica di Mia, Lou. Sembra sovrappensiero. Chiudo fuori le sue emozioni e scuoto la testa, poi mi massaggio delicatamente le tempie, un gesto che ho visto fare un milione di volte agli umani quando sono spazientiti o avvertono un dolore alla testa. Ovviamente le emicranie non sono un mio problema, ma è un gesto che trovo rilassante.
Sono talmente concentrato nel lasciare fuori dalla mia mente le emozioni insulse di Lou che nemmeno mi rendo conto del rumore di passi che si fa sempre più vicino a me. Apro gli occhi di scatto, vedendo Mia imboccare la strada principale ed iniziare a camminare velocemente. La sua espressione determinata mi incuriosisce, perciò la seguo tenendomi comunque a debita distanza, come se potesse accorgersi della mia presenza. Dopo aver superato alcuni negozietti lontani dal centro del paese ci dirigiamo verso le abitazioni più vicine al bosco. Mia si ferma davanti la porta scura di casa sua, la osserva per una frazione di secondi, poi continua a camminare, più spedita di prima.
Quando capisco dove si sta dirigendo, affretto il passo anche io. Perché diamine dovrebbe entrare nel bosco? Presto gli alberi si infittiscono e la luce solare penetra con maggiore difficoltà le loro fronde, lasciando spazio alla penombra. Improvvisamente, Mia si ferma, voltandosi di scatto. I suoi occhi mi trafiggono. E sono puntati proprio su di me.
"Perché mi stai seguendo?" sbotta, incrociando le braccia al petto.
Resto sbalordito per una manciata di secondi, poi mi costringo a rispondere, tentando di non comportarmi come uno a cui manca qualche rotella. La situazione è già abbastanza propensa a farmi sembrare un pazzo e non è delle migliori in questo momento.
"Quindi...riesci a vedermi?" mormoro, rimanendo immobile.
La mascella sottile di Mia ha un guizzo.
"Certo, ti ho visto seduto su una roccia non molto distante dalla scuola. E dato che ora ti trovo qui nel bosco, dove siamo solo tu ed io, riformulo la domanda: mi stai seguendo? Vuoi uccidermi? Violentarmi? Farmi del male in qualche modo?"
La fisso senza dire nulla, non capacitandomi di come questo sia possibile. Ho forse perso il controllo delle mie capacità, prima, concentrato com'ero nel distrarmi dalle emozioni di Lou?
Probabilmente. Ah, dannazione, perché ho abbassato la guardia? Sono uno stupido. Mi sto forse rammollendo? Spero vivamente di no. Sono un demone, un essere spietato e crudele. Non c'è posto per le debolezze, per questo non possiamo provare emozioni umane direttamente sulla nostra pelle. Questa ragazza mi ha riempito le giornate, ha fatto in modo che ne fossi completamente ossessionato. È diventata una debolezza, ed è per questo che ho abbassato la guardia. Ma non si tratta di nessuna emozione umana, qui. La mia ossessione è solo scaturita dalla mia brama per le sue sensazioni, la sua purezza.
Se voglio ucciderti, farti del male, mi chiedi? Oh, se solo sapessi...scapperesti a gambe levate, e ciò sarebbe solo a mio vantaggio, dal momento che aumenterebbe la mia eccitazione, il mio divertimento, la mia fame.
Sgrano gli occhi, rendendomi conto che Mia mi sta ancora fissando, aspettando una mia risposta. Il suo viso determinato è una maschera per nascondere la lieve paura che inizia ad insinuarsi dentro di lei. Deglutisco, estraneandomi dalle sue emozioni. Potrei ucciderla all'istante, se solo volessi. Se il mostro, il demone che è in me decidesse di prendere il sopravvento. Ma non posso. È pieno giorno e romperei l'equilibrio che abbiamo creato con i miei fratelli.
"No, certo che no" ribatto, mantendo un tono tranquillo ed assumendo un'espressione disgustata. Forse questo la tranquillizzerà a sufficienza.
Infatti, Mia rilassa le spalle, ma continua a mantenere una postura rigida, con le braccia strette attorno al corpo e lo sguardo diffidente.
"Allora perché sei qui?"
Merda. Adesso cosa le rispondo?
"Mi piace passeggiare nel bosco. Mi sento a mio agio, qui. Poi ti ho vista camminare spedita ed ero curioso" dico, sperando di essere stato minimamente convincente.
La smorfia che le increspa le labbra rosee non me ne dà la sperata conferma. Resto in attesa, come se fossi sospeso, ed odio profondamente tutta questa situazione.
"Ammesso che ti creda...prima sembravi sorpreso riguardo al fatto che riesca a vederti. Sai, ho un paio di occhi anche io e funzionano benissimo."
Ma che diamine...? Si sta forse prendendo gioco di me?
Oh, non mi provocare, dolcezza...stai giocando con il fuoco.
"Già, ho notato. Ed hai anche una lingua che funziona perfettamente, vedo" ribatto, mordendo la mia prima che aggiunga qualcosa di molto spiacevole, dando voce ai miei pensieri più oscuri.
Un angolo della bocca di Mia si solleva.
"Allora, che sei venuta a fare qui?" chiedo. È ora di spostare la conversazione su di lei e scoprire le sue reali intenzioni. Mi osserva in silenzio, probabilmente indecisa se fidarsi di me oppure no. Rimango fermo dove sono, ricambiando il suo sguardo diffidente e provando a respirare come un normale essere umano per non destare in lei alcun sospetto.
"Ho una cosa da fare" risponde infine, abbassando la voce come se temesse di essere scoperta.
"Ti ascolto" dico, andandomi a sedere su un tronco caduto.
"Non so nemmeno chi sei" dice.
Maledizione, com'è difficile...
"Hai ragione, non ci siamo presentati. Sono Kyle" dichiaro con forzata tranquillità. Questa ragazza possiede la capacità di farmi perdere la testa e così facendo rischia di morire. È sempre consigliato non tirare troppo la corda con un demone.
"D'accordo, Kyle...io sono Mia" sorride leggermente compiaciuta.
So perfettamente chi sei.
Ovviamente, non pronuncio queste parole ad alta voce, perché probabilmente mi prenderebbe per uno stalker psicopatico. È una tipa sveglia e non si fida ancora di me pienamente, lo percepisco, ma almeno la diffidenza di prima è in parte svanita e non voglio assolutamente rovinare tutto, lasciandomi sfuggire i miei pensieri ed esternandoli.
"Quindi, Mia, cosa devi fare nel bosco, esattamente?" domando, accavallando le gambe con eleganza e puntando il gomito destro sulla coscia, poggiando il mento sul palmo aperto della mano.
"Nulla. Aspetto qui fino al tramonto."
STAI LEGGENDO
Fear the night
Paranormal[Prequel di "after the midnight"] "Cosa sono?" "Un sadico." "Uno psicopatico." "Un maniaco." "Un pazzo." "Un demone."