Capitolo 9

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Il tramonto arriva subito ed il buio nel bosco si infittisce, mentre le temperature scendono ed una nebbia sottile ci avvolge le caviglie. I miei fratelli sono vicini, e saranno qui a breve se percepiranno Mia. Deve solo mantenere la calma e non lasciarsi travolgere dalla paura.
La ragazza si stringe il busto con le braccia, strofinandosele con le mani per riscaldarsi.
"Hai freddo?" domando.
"No, sto bene."
"Hai paura?"
"Sto bene" ribadisce, "non ho paura."
"Be' dovresti averne" sospiro, guadagnandomi un'occhiata di traverso da parte sua.
"Tu sì che sei di conforto, grazie per la compagnia" dice sarcastica, spingendomi ad alzare gli occhi al cielo, esasperato.
La ucciderei io stesso, se non volessi scoprire il suo completo, infallibile piano.
Improvvisamente, uno scricchiolio riecheggia nell'aria. Mia resta immobile, il fiato sospeso e le pupille dilatate. I miei sensi sono molto più sviluppati dei suoi, quindi conosco già la fonte del rumore che sembra aver terrorizzato Mia così tanto da metterla in allerta.
"Hai sentito?" bisbiglia.
"Rilassati, è solo un gufo. Vedi?"
Punto l'indice contro l'animale e Mia ne segue lentamente la direzione con lo sguardo per poi rilassare le spalle parzialmente, notando i due occhi gialli che la fissano.
"Inquietante..." commenta, mantenendo però un tono di voce abbastanza basso.
Un altro rumore, e stavolta sono io a scattare sull'attenti, i muscoli in tensione ed i sensi in allerta. I miei fratelli sono vicini e non ci vorrà ancora molto prima che percepiscano Mia.
"Non è un animale, adesso, vero?"
La sua voce mi costringe a voltare il viso per guardarla negli occhi, ancora sgranati.
"Riesci a calmare le tue emozioni?"
"Cosa?" chiede, guardandomi confusa.
"Sei in grado di mantenere la calma e non provare...troppa paura?"
"Ti ho già detto che non ho paura" ribatte.
"Meglio così allora. Ti servirà."
"Che significa?"
La sua domanda viene smorzata dal suono di una risata in lontananza. Stanno arrivando.
Non potendo rimanere come uno sciocco ad aspettarli senza fare nulla, decido di allontanarmi da Mia. Non sarà in pericolo prima che io possa percepirlo.
Raggiungo i miei fratelli in una frazione di secondo, ma mi blocco a qualche passo di distanza dai due.
"Kyle, sei qui per unirti a noi?" chiede Elijah con il suo solito tono pacato e con un sorriso serafico sulle labbra più rosse del solito.
Raven, l'altro demone, mi fa un cenno del capo. È molto simile ad Elijah in quanto aspetto fisico: il notevole pallore della sua carnagione, le occhiaie che circondano gli occhi scuri, ma i capelli di Raven sono di un blu notte.
"No, sono qui solo di passaggio. Siete a caccia?"
Elijah sghignazza.
"Siamo solo in ricognizione, non per nutrirci" Raven prende la parola, con la sua voce esile.
"Bene, allora."
Mi volto, pronto ad andarmene, quando la voce di Elijah mi fa fermare, il corpo rigido.
"Cos'è questa tensione che avverto, Kyle?"
Gli rivolgo un'occhiata apparentemente tranquilla, ma ho la mascella serrata ed i pugni chiusi lungo i fianchi. Rilasso le spalle, aprendo le mani e distendendo le dita.
Elijah sostiene a lungo il mio sguardo, poi solleva un angolo della bocca in un sorriso sghembo. La nostra comunicazione silenziosa non sembra averlo sorpreso in maniera eccessiva.
"Allora...buon divertimento, Kyle" ridacchia prima di defilarsi insieme a Raven.
Torno nel fitto del bosco e facilmente riesco a raggiungere Mia. È rannicchiata su se stessa per proteggersi dal freddo pungente ed ha la testa poggiata su una roccia accanto, gli occhi chiusi. Mi avvicino normalmente, non voglio che si spaventi nel caso in cui dovessi comparirle silenziosamente davanti. Perciò, lascio annunciare il mio arrivo allo scricchiolio di rami e foglie secche sotto i miei piedi.
Gli occhi di Mia si aprono di scatto, mi trovano immediatamente, spalancati e terrorizzati.
"Perdonami, non era mia intenzione spaventarti" dico.
Lascia andare il respiro trattenuto fino ad ora e scuote la testa, passandosi una mano sugli occhi.
"Devo essermi addormentata. Ci hai messo molto?"
Ora è il mio turno di scuotere la testa.
"Suppongo tu non abbia avuto le prove che cercavi. Che ne dici di tornare a casa?"
Mi guarda per un momento con uno sguardo di fuoco che mostra la sua determinazione, ma esso si spegne in fretta, rivolgendosi verso il terreno. Scuote la testa, sospira.
"Okay, d'accordo. Per stanotte torniamo a casa, ma giuro che avrò quello che cerco."
Alzo gli occhi al cielo, ma nell'oscurità del bosco lei non può notare la mia reazione alla sua cocciutagine.
"Tutto quello che vuoi" mormoro, il sarcasmo trapela dal mio tono di voce.
Grazie alla mia presenza, Mia riesce a tornare a casa sana e salva ed in breve tempo.
"Tu dove abiti?" domanda prima di aprire la porta d'ingresso.
Serro le labbra. È una domanda scomoda.
"Non molto distante da qui" rispondo, decidendo di rimanere sul vago. Se la mia risposta non le è piaciuta, Mia non lo dà a vedere.
Fa un cenno secco del capo e solleva le sopracciglia.
"Be', allora grazie per essere rimasto con me, oggi" dice prima di sgattaiolare dentro la casa buia.

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