Capitolo 10

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Il fruscio delle chiome degli alberi mosse dal vento leggero mi desta dai miei soliti pensieri cupi. Alzo leggermente la testa, ma tutto ciò che vedo sono foglie, rami ed uno scorcio di cielo privo di nuvole.
È un nuovo giorno.
Mi alzo da terra e lentamente mi avvio camminando verso il centro del paese. Non appena mi avvicino alle prime abitazioni, il vociare delle persone mi rimbomba nelle orecchie e le loro emozioni mi invadono la mente. Chiudo gli occhi ignorandole, tenendo a bada il demone che è in me, la mia natura.

"Kyle!"

Mi blocco, come paralizzato, al suono della voce inconfondibile di Mia.

"Che fai, mi segui?" chiedo ironicamente, voltandomi e provando a sorridere.

"Ti sbagli. Qui quello che segue le persone sei tu, non io" ribatte Mia alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia al petto.

"Touchè."

"Allora...cosa fai qui?" domanda.

Deglutisco appena. Uno stupido riflesso umano.

"Passeggio."

"Passeggi?"
Quasi scoppia a ridere.

"Lo trovi divertente?" sbuffo, "sentiamo, allora, invece cosa fai tu qui?"

"Accompagno a scuola mia sorella, Katherine."

Si volta ed indica una bambina dai lunghi capelli castani giocare con un'altra bionda.
Faccio un cenno d'assenso, poi le chiedo:
"Non dovresti andare a scuola anche tu?"

Mia sorride, l'espressione furba.

"Non posso passare un'altra notte fuori casa, perciò lo farò di giorno."

"Sei determinata. Ma per cosa, esattamente?"

"Voglio trovare i responsabili delle morti di tutte queste ragazze, te l'ho detto."

"Ed io ti ho anche risposto che è impossibile. Finirai come le altre."

I suoi occhi saettano su di me.

"No, se non esco di notte. Allora, ci stai o no?"

"Come?"

"Vieni con me?" insiste.

La fisso, cercando di leggerle dentro. Non avverto paura, ma solo determinazione con un misto di curiosità e speranza.
Speranza. È questo ciò che cerchiamo, oltre alla paura, al terrore. Noi amiamo distruggere le speranze, i sogni, i desideri.
Serro i pugni, prendendo un respiro profondo, mentre ordino al mio demone interiore di tacere.

"D'accordo, vengo con te."

Mi pento all'istante della mia decisione. Sono appena cinque minuti che camminiamo, ma ci siamo già addentrati nel fitto del bosco. Non riuscirò a mantenere il controllo a lungo, qui dentro. Dopo  essersi assicurata che la sorella entrasse nell'edificio scolastico, Mia è partita a passo spedito verso i primi alberi ai margini della strada. Il bosco è un luogo ambiguo, oscuro. Una volta entrati, se non si possiedono buone capacità di orientamento, si è finiti. Si confondono le strade, i tronchi tutti uguali e si perde la cognizione del tempo e se stessi.
Deglutisco, provando a non pensare alla facilità e alla velocità con cui sembrerà che il tempo sia scorso e che ben presto farà buio prima ancora che Mia se ne renda conto.

"Con tutto il rispetto e senza offesa, ma credo davvero che tutto questo sia una grande stronzata" sbotto dopo un po'.
I raggi solari sono sempre più deboli ed il cielo inizia a tingersi di rosa. Mia resta in silenzio, ma poi lascia andare un urlo e molla un calcio ad un tronco vicino, sgretolandone la corteccia.

"Credo anche che tu non sappia realmente dove andare o cosa fare" continuo indifferente.

"Grazie tante!" ribatte stizzita.

Alzo le spalle, come a dire 'non c'è di che.'

"Comunque, dovresti scusarti con il povero albero. Non meritava di perdere la sua corteccia per un tuo calcio frustrato e peraltro dato male."

Mia mi lancia uno sguardo di fuoco, ma un sorriso le spunta sulle labbra poco dopo, nonostante provi con tutta se stessa a reprimerlo.
Errore fatale.
Mi sono lasciato travolgere dalle sue emozioni e dai suoi pensieri ed ora non riesco a controllare le mie.

"Non concluderai nulla in questo modo, Mia. Torniamo indietro" ansimo, prendendo respiri profondi.

Osserva gli alberi, come se si aspettasse veramente che da un momento all'altro qualcuno sbuchi dagli alberi ed ammetta i suoi crimini. Infine sospira, sconfitta e mormora un assenso, venendo verso di me. Insieme ci incamminiamo verso casa sua.
Fortunatamente, non sembra essersi accorta della mia quasi imminente perdita di controllo.

Fear the night Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora