Le foglie secche scricchiolano sotto i piedi di Mia, il sangue le gocciola dalla ferita sulla gamba. Posso avvertire il suo dolore, ma lei stringe i denti e si concentra sulla strada che si sta aprendo di fronte a sé.
Merda.
Ha raggiunto la statale ed ora le sue scarpe battono forte sull'asfalto, il respiro accelerato.- Ora basta - dico, comparendo di fronte a lei. Si blocca, boccheggiando per la corsa interrotta bruscamente.
- Perché diavolo non ha funzionato? - domanda, ma è come se si stesse rivolgendo più a se stessa.
- Il pugnale, dici? È evidente che hai preso quello sbagliato - ringhio, poi la sbatto a terra.
Mia non urla. Sta per essere massacrata ma non grida.
La mia violenza non è alimentata dalle sue emozioni, dal suo terrore. Lei sta accettando la sua morte e sa perfettamente che quello di cui ho bisogno sono le sue sensazioni, ma lei le nasconde. È il suo ultimo tentativo per cercare di annientarmi, il suo ultimo gesto per farmi capire che sa essere più forte. Non ho idea di come sia in grado di riuscire a fare una cosa del genere e tutto questo mi fa imbestialire.
Ora l'unica cosa che bramo è la sua morte, violenta e insensata perché non basterà a nutrirmi.
Mi avvento su di lei con una furia mai provata prima, rara, e lancio un grido liberatorio. Non posso lasciare segni sul suo corpo e lo so bene, ma farò in modo che la sua morte sia stata volontaria, un suicidio. La sua anima non è prosciugabile, è priva della miccia che accende il mio desiderio.
Mia emette un unico suono, simile ad un lieve rantolo, rovescia gli occhi vitrei verso il cielo e spira sotto le mie mani, la testa inclinata in modo innaturale. Le ho spezzato l'osso del collo.
Serro le mani a pugno, mentre la rabbia pare non placarsi. Non sono soddisfatto, l'ho uccisa e quasi non me ne sono reso conto, non ho gustato la sua fine nel modo giusto, non ho tratto nutrimento dalla sua anima umana.
Grido ancora, stavolta per la frustrazione.
Mi alzo lentamente, mi carico in spalla il corpo di Mia e la trasporto verso una collina con in cima un gruppo di alberi. Al ramo più alto e robusto di quello centrale vi è appesa una corda a formare un cappio. Non sarà una novità che un abitante di Mountainhill si sia tolto la vita per impiccagione.
Dopo aver sistemato Mia, mi allontano, osservando il corpo inerme penzolare dal ramo, oscillando lievemente nell'oscurità.
Nessuno saprà mai la verità su cosa è accaduto a Mia. Così come per tutte le altre ragazze prima di lei e quelle che verranno dopo.
Ritorno nel bosco, ed Elijah mi sta aspettando, appoggiato contro il tronco di un albero caduto.
- Alla fine l'hai uccisa, quindi - esordisce, guardandosi le mani affusolate.
- Non ho voglia di parlarne.
- Non è stato come ti aspettavi?
Lo guardo, in silenzio.
Sospira, alzando le spalle.
- Te l'ho detto: dovresti provare con altro.
- Come i tuoi stupidi conigli? - ringhio.
- È una situazione di emergenza, dovresti adattarti.
- Che emozioni trarrei da un animale? Non ha nulla a che vedere con un'anima umana.
- Non mi pare che tu sia rimasto comunque soddisfatto avendo ucciso quella ragazza, Mia.
- Sta zitto! - esclamo. Ha ragione e sto perdendo il controllo.
Un pianto di una bambina risuona in lontanza. Chiudo gli occhi, ed un lento sorriso mi increspa le labbra per la familiarità di quel suono così dolce alle mie orecchie.
- Dove vai?
Elijah si raddrizza. Ha sentito anche lui.
- Sono ancora affamato. Molto affamato - rispondo rivolgendogli un ghigno, prima di voltarmi e sparire nel buio.
Quando arrivo a destinazione, la delusione monta in me prima della consapevolezza: mi trovo di fronte la casa dove viveva Mia ed è Katherine che sta piangendo. Non posso fare nulla se lei non esce da quel suo stupido rifugio, ma sto progressivamente perdendo il controllo dalla fame che sento.
- Hai pensato alla mia proposta? - Elijah mi appare accanto, perfettamente conscio di quello che mi sta accadendo, di ciò che sto provando. Lo guardo con rabbia, sconfitto per la prima volta. Emetto un verso di stizza mista a frustrazione e scrollo le spalle. Se non troverò altro, stanotte mi nutrirò degli stupidi conigli di Elijah.
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Fear the night
Paranormal[Prequel di "after the midnight"] "Cosa sono?" "Un sadico." "Uno psicopatico." "Un maniaco." "Un pazzo." "Un demone."