Capitolo 8

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Avverto una strana sensazione di gelo nelle ossa.
Mia alza un sopracciglio, sembra divertita.
"Tutto bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma" ride. "È per quello che ho detto, vero? Perché voglio restare nel bosco fino a stanotte" afferma tranquilla.
Il suo modo di fare serafico mi destabilizza.
"Sai che vige un coprifuoco naturale" mormoro, confuso.
Lei annuisce. "Perfettamente. Mi nasconderò qui e resterò in attesa per un po'. Dopodiché, me ne torno a casa."
"Cosa vorresti attendere?"
Il sorriso di Mia assume una strana piega mentre si spegne. "Ancora non ne sono sicura. Ma presto lo scoprirò" sussurra.
Maledizione. Se adesso me ne andassi, lei sarebbe morta, ma se restassi qui, rischierei di imbattermi nei miei fratelli e Mia scoprirebbe inevitabilmente la mia natura.
Reprimo un sospiro esasperato e mi sdraio all'indietro, incrociando le braccia dietro la testa e rivolgendo lo sguardo al cielo, seminascosto dalle chiome degli alberi.
"Se non ne sei convinta tu stessa, perché non lasci perdere?" dico, provando a farle cambiare idea.
"Per chi mi hai presa? Non sono una che si arrende facilmente. E poi, non mi pare di non esserne convinta. Non ne sono certa, ma non di ciò che penso io. Ma di quello che ho...visto."
"E cosa avresti visto?" domando, fingendo noncuranza, ma ci è voluta tutta la mia forza di volontà per non scattare nuovamente seduto.
Mia resta in silenzio per un po', probabilmente starà decidendo se parlare o no. Decido di rimamere fuori dalle sue emozioni ed aspetto, sperando che scelga di sua volontà di confidarsi con me.
"Hai presente quella ragazzina di quattordici anni, Josie? Più o meno la conoscevano tutti, ma non mi sembra di averti mai visto qui. Comunque, l'hanno trovata morta" sussurra poco dopo.
Deglutisco, non sapendo come rispondere.
"E sai la parte migliore? Ho assistito al suo omicidio, l'ho visto dalla finestra della mia stanza" continua.
Ho un sussulto. "Non sembri il tipo di persona a cui piacciono le cose macabre" cerco di alleggerire la situazione.
Mia assottiglia gli occhi, scuotendo la testa.
"Io credo di saper riconoscere almeno uno di loro, quello moro. Erano più di uno, ne sentivo le voci. Li ho visti andare verso il bosco. Perciò, seguendo la logica, se sono loro che ogni notte uccidono la gente devono per forza passare di qui."
"Il tuo ragionamento non fa una piega, ragazzina" commento sottovoce, ma non le sfugge il mio appellativo nei suoi confronti.
I suoi occhi si riducono a due fessure. "Ragazzina?"
"Nonostante le belle parole, però, non credo che tutto questo porti a qualcosa. Anzi, potrebbe essere un suicidio, te ne rendi conto?" la ignoro.
"Senti, non so nemmeno per quale motivo io mi sia messa a dirti tutto, ma non sei tenuto a restare. Non te l'ho chiesto. So benissimo cavarmela da sola."
Mi viene da ridere. Se solo sapesse...tornerebbe immediatamente a casa.
"Sei testarda, dannazione" sospiro, chiudendo gli occhi.
"Che stai facendo?"
"Mi riposo, mi pare ovvio" ribatto, non nascondendo una punta di fastidio. Non ricevo risposta, ed il silenzio regna sovrano, eclissando anche i versi degli uccelli.
La sento avvicinarsi. È cauta, ma allo stesso tempo percepisco la sua curiosità nei miei confronti, nonostante la diffidenza che prova non sia del tutto svanita.
Resto con gli occhi chiusi, reprimendo un sorriso beffardo, ma non appena le punte dei suoi capelli mi sfiorano il viso, apro gli occhi di scatto, ritrovandomi i suoi castani a poca distanza.
"La smetti di fissarmi?" le dico.
È china su di me, ma quando si accorge del mio sguardo su di lei, si raddrizza di colpo, schiarendosi la voce e distogliendo l'attenzione da me. È in imbarazzo.
"Volevo solo vedere i tuoi capelli da più vicino."
"I miei capelli?"
"È raro da queste parti avere un colore di capelli così particolare. Sono quasi...bianchi" sussurra, come se stesse parlando fra sé e sé.
"E sei strano. Non solo per il colore di capelli. C'è altro in te. Qualcosa di pericoloso."
Si allontana, osservandomi con sospetto. Devo ammettere che è una ragazza parecchio sveglia.
"Perché ti ho incontrato così all'improvviso nel bosco e ti sei presentato dicendomi di volermi aiutare?" domanda, ma pare più una riflessione che sta esponendo ad alta voce.
"Non posso?" prendo la parola, alzandomi in piedi e sollevando un sopracciglio.
Mi osserva a lungo, in silenzio. Sembra stia riflettendo su qualcosa.
"Ci conosciamo? Cioè...io credo di averti già visto. Il tuo volto, di sfuggita. Ma non ricordo dove o quando."
Mi irrigidisco impercettibilmente, pensando alla notte in cui ho parlato con Josie. Mia ha visto tutto dalla sua finestra, nascosta dalla tenda. Probabilmente ha scorto il mio viso nel breve istante in cui ho alzato lo sguardo su di lei.
Maledizione, questo potrebbe essere un problema. Devo guadagnarmi la sua fiducia, non posso mandare all'aria tutto.
"Se fosse stato così, lo avrei detto, non credi?" replico con tranquillità.
Mia riflette, poi annuisce leggermente, seppur poco convinta.
Reprimo un sospiro di sollievo e mi lascio andare contro il tronco di un albero, guardando in alto ed incrociando le braccia al petto.
Tra poco calerà la sera, ed il buio sarà mio alleato.

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