Capitolo 66

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Cartina sottobraccio cammino a passo spedito verso la tenda dove io e gli altri abbiamo progettato di vedere Malthus, Shwerz ed altri due mutati che rientrano nella cerchia fidata che da sempre ci aiuta negli spostamenti e nella direzione delle nuove truppe-umane.
Ho cercato di ripetere una cosa a me stessa negli ultimi giorni: non puoi pretendere la quiete dopo la tempesta se l'impeto di quest'ultima è ancora restio ad abbandonarti. Perciò quello che ho tentato di fare e stato rimboccarmi le maniche e dare il mio meglio in una fase che ritengo più che cruciale. Harry mi ha accennato di avere delle idee per la mente così come ha chiarito il suo modo di adoperare Roger. La logica che ha seguito è la stessa che io avevo supposto e sebbene Roger non abbia fatto l'infiltrato per poi così tanto tempo, secondo Harry se la sta cavando. E con questo si intende che se la sta cavando a non farsi ammazzare non che abbia raccolto particolari informazioni a nostro favore.

La neve sotto le suole gommose dei miei stivali pare amido fra le mani, è una sensazione piacevole e mi rilassa dai miei pensieri torbidi mentre percorro gli ultimi metri prima di avvistare il tendone bianco dove già dovrebbero esserci gli altri. O quasi tutti: infatti quando entro trovo tutti coloro che dovrebbero esserci (compresa la professoressa Judith) ad eccezione di Harry. Loro tutti mi guardando come se si aspettassero Harry alle mie spalle. Ma rimangono delusi. "Crede di poter essere puntale almeno una volta nella sua vita?" Lo rimprovera Jayden che gioca a far levitare oggetti che capitano sulla sua via. Non hanno l'aria che un gruppo che sta programmando di distruggere un super cattivo di solito dovrebbe avere.

In effetti come gruppo è alquanto spento e privo di quella linfa che direbbe scorrere nelle vene di chi vuole ribaltare il sistema. Appoggio la cartina che tenevo avvolta sotto al braccio sul tavolo al centro della tenda e lo srotolo sulla sua superficie di esso prima di conficcare quattro coltelli agli angoli della mappa stessa perché non si chiuda.

"Brutale." Borbotta Zayn con un sorriso quando mi accorgo dei suoi occhi su di me. Gli faccio l'occhiolino. Il tempo di lanciare l'ennesimo sguardo all'orologio che finalmente qualcuno fa il suo ingresso. Non è Harry, non solo lui per lo meno. La sua figura spicca siccome è il primo della processione di persone che ha alle spalle: Peter Adkins, Cassia Huxley e Lionel Shark.
Inutile dire che l'entusiasmo e la temperatura salgono drasticamente. I ragazzi, che erano seduti in modo scomposto a terra o in vari punti, si alzano prontamente in piedi meravigliati di vedere questi voli. Colleen sorride stringendo le mani in grembo, Malthus , Shwerz e gli altri due soldati che dovrebbero essere Nixia e Argon, battono il pugno sul torace mantenendo lo sguardo fisso fino a quando Harry non li congeda dalla posizione rigida con un gesto della mano.

"Amici- si rivolge a tutti quanti- adesso cominciamo a ragionare." Appoggia altre carte sul ripiano del tavolo mentre noi ci approssimiamo a dare il benvenuti ai nuovi arrivati. Shark è oggetto di molte attenzioni, perfino delle mie a cui il suo volto non è estraneo: non avrei mai potuto immaginare che sarebbe riuscito a lasciare la sua tana, il suo tugurio. Ed invece eccolo qui a stringermi le mani ed a baciarle con estrema galanteria. "È così dunque:- mi sussurra- noi tutti contro di lui."

"Si raccoglie ciò che si semina." Bisbiglio a mia volta quando lo vedo visibilmente emozionato in un ambiente che non è il suo. "Il vostro prigioniero?" Mi chiede mentre prendiamo posto in modo da formare un semicerchio attorno al tavolo. Harry è a capo di esso ed osserva le cartine come se stesse ripassando un discorso importante.

"È in un posto sicuro."

"C'è modo che possa ritornare utile durante i combattimenti?" Continua con la fredda personalità di chi è abituato a discutere di morti.

"Supponiamo di sì, ma, certo, avrà bisogno di essere supervisionato." Spiego in fretta prima che Harry richiami l'attenzione su di se schiarendosi la voce.

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