capitolo 6

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Mi faceva male il braccio. Non riuscivo più a muoverlo. L'uomo intanto era uscito da quell'ospedale cacciato da Gabriele.
<come stai?>

<il braccio. Non riesco a muoverlo.>

<mh... Sì... Ti si è rotto il braccio. Te lo andiamo a fasciare.>

<okay... Lascia che mi fa male...>

<come vuoi.>

Poco tempo dopo...

Mi guardai ad un specchio che si trovava all'ingresso. Un occhio nero. Un braccio fasciato. Una gamba zoppa. Bé poteva andarmi peggio.

Andai da Nico per medicarlo.

<ciao nì.>

<ciao mon... Ma che ti è successo?>

Oh, shit. Non potevo dirgli che il mio ex era stato qui. Anche perché domani avrebbero dimesso Nico. E potrebbe benissimo andarlo a cercare per ammazzarlo.

<emh... Sono caduta...>

<la solita frase che dicono tutti... Se devi mentire fallo bene...>

<non posso dirtelo.>

<ehi. Siamo fidanzati da ieri e non mi vuoi dire come ti sei slogata il braccio?! Mi deludi.>

Avevo voglia di dirglielo.

<Ok te lo dico... Ma mi prometti di non arrabbiarti?>

<mh... Dipende... Dai spara.>

<va bene... Il mio ex è ritornato. E mi ha preso a calci e a pugni per aver ucciso Edo.>

<COSAH??>

<sì... Ma... Non preoccuparti... È uno psicopatico.>

<No guarda non mi preoccupo... Uno stronzo ti ha preso a calci e a pugni prendendoti tu la colpa di aver ucciso Edo ed io non mi preoccupo... No...>

<senti... Non è successo niente... Non devi pr->

Gabriele entrò in stanza.

<Monica, ho una buona notizia da darvi.>

<quale?>

<Nico... Puoi uscire dall'ospedale>

Esultammo insieme e ci abbracciammo. Eravamo così felici.

<sì ma devo prepararmi la valigia...>

<già fatto. Suor'Angela ha provveduto.>

<che bello!! Dai andiamo.>

Più tardi...

<dai entra in auto.>

<No suor'Angela io con lei non vengo in convento. Intanto è un pulmino non un auto, e poi siamo entrambi infortunati e non vorremmo peggiorare la situazione.>

<ha ragione Monica>

Dopo tre minuti il veicolo sfrecciava per le vie della città.

<siamo arrivati.>

Che bello era vedere nuovamente il convento. Azzurra e gli altri ci aspettavano con un bottiglia di spumante per festeggiare. Ma io pensavo a Edo.

<ma Edo dov'è? > interviene Azzurra.

<suor'Angela non vi ha detto niente?!>

<Monica... Non volevo dirglielo.>

<ecco. Lo sapevo.>

Scoppiai a piangere. Corsi dentro il convento ed entrai in quella che era la mia stanza. Ero disperata. Non meritavamo di festeggiare. Abbiamo ucciso un bambino innocente. Non possiamo festeggiare.

<Monica... A me... Dispiace tanto...>

<l...lascia stare Nico... Esci da questa stanza.>

Lui ubbidì.

NICO'S POV

Ecco. Lo sapevo. Lei pensa che io sia stato l'assassino. Ma la capisco. Ha ragione. Anzi. Anche io avrei reagito così. Ma va bene. Anzi credo proprio che me ne debba andare da qui. Già. Sarà la soluzione migliore. Sarà meglio per tutti no?.

MONICA'S POV

Esco da quella stanza. Devo pranzare. Arrivo in cucina e trovo tutti a mangiare. Il pesto. Lo odio. Ma mi devo accontentare. Mentre tutti smascellano nessuno parla. Silenzio assoluto. Poi ognuno ritorna nella reciproca stanza.

Io ritorno nella mia e resto tutta la sera a sentire musica. Mi addormento.

We raga scusate se il capitolo è piccolissimo ma non vi preoccupate... Ho belle cose in mente...
Violino o violoncello?
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Nico e Monica/che dio ci aiuti 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora