capitolo 28

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Rimane muto.
Allora io decido di avvicinarmi ancora di più.
Arrivo alla barella.
La vedo.

<ti avevo detto di non guardare il cadavere...>

La riconosco, pultroppo.
Mi sento l'aria mancare.
Mi fa male il petto.

<Nico...>

<Monica...>

Mi appoggio a lui con le braccia sul suo petto. Cado su di lui. Che mi regge.

<Monica, stai calma...>

<non mi reggo...>

Sento le gambe perdere il senso dell'equilibrio. Non mi sento più niente.
Nico mi abbraccia.

<ti prego dimmi che tutto questo è un incubo...>

Mi stringe più forte.
Portano la barella dentro l'ambulanza.
E Nico mi chiede...

<vuoi fare il viaggio dentro l'ambulanza fino all'ospedale?>

<ti prego dimmi che tutto questo è un bruttissimo incubo...>

Riesco a mormorare piangendo... Riesco a sentire l'ambulanza che sfreccia via.
Non potevo crederci.

<andiamo a prendere Marco.>

<non sei voluta andare con l'ambulanza e vuoi andare con Marco?>

<andiamo a prendere Marco.>

Entro in auto. Entriamo in auto.
Ci guardiamo.
Io con le lacrime e lui con la tristezza al posto degli occhi.

Non diciamo niente per tutto il tragitto. Nonostante tutto siamo arrivati puntuali.
Non riesco a trattenere le lacrime nemmeno per quando Marco entra in auto.

<mamma, perché stai piangendo?>

Non riesco a dire niente e Nico mi domanda...

<vuoi andare in ospedale?>

<sì, subito.>

Arriviamo in ospedale con Marco assillante.
Vedo Gabriele.

<ciao Nico! Monica, che succede?>

<lascia stare...>

Nico mi prende per le spalle e mi porta dalle infermiera dove chiede della signora e ci dirigiamo nella stanza 6.

C'è mio padre che mi guarda.
Io lo guardo.
Ci guardiamo.
Ci abbracciamo entrambi in lacrime.

<figlia mia...>

<papà...>

<dove sei stata fino ad ora?>

<non pensare a questo ora...>

Sentiamo il biip della macchina del battito cardiaco smettere di funzionare.
Gli infermieri si fiondano sulla barella.
Di mia madre.
Era mia madre quella.
Ed io non ci volevo ancora credere.
Portano fuori dalla stanza la barella.
Io guardo mia madre con disperazione e piangendo.
Mi lascio abbracciare da Nico.
Arriva Gabriele.

<Monica... Mi dispiace... Non cel'ha fatta.>

Guardo Nico.

<no. NO!>

Urlo ad alta voce. Nico mi guarda piangere disperatamente e giustamente non sa che fare.

<dai Monica...>

<mamma... Ma chi non cel'ha fatta?>

Non ascoltai la domanda.
Ma piangevo sul petto di Nico anche se non riuscivo ancora a concepire il fatto che mia madre era morta.
Vedo mio padre piangere e prendermi per le spalle.

Nico e Monica/che dio ci aiuti 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora