Wallflower

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La psicologia afferma che per star bene non bisogna aspettarsi niente. Tutto quello che ci capita deve essere una sorpresa. Se una persona ci manda il "buongiorno" il giorno seguente non dobbiamo aspettarlo di nuovo. Non possiamo abituarci alle cose, tanto meno alle persone. Se si considerano gli avvenimenti come delle sorprese e mai come delle aspettative, si è più felici.
Se scoprissimo che ci rimangono solo cinque minuti per dire tutto ciò che vorremmo dire, ogni cabina telefonica sarebbe occupata da persone che chiamano altre persone balbettando che li amano.
Ad esempio non credo ai principi e alle belle addormentate, ai vissero per sempre felici e contenti, credo alle persone che si sopportano, a quelli che ogni tanto si dicono "ti odio" e maledicono il giorno in cui si sono incontrati.
Però alla fine qualcuno mi merita soltanto chi fa qualcosa per rendermi felice. Però alla fine a  quante cazzate crediamo per un attimo di felicità?

In tutta la mia vita l'ho passata tra casa e ospedale, molto spesso mi sono chiesta, se io avessi una vita diversa potrei mai essere più felice? Potrei mai innamorarmi veramente? Potrei essere forte quanto lo sono adesso?

Che cosa ho per avere una vita così difficile e "infelice"? Beh ho un'aritmogena al ventricolo destro. La malattia aritmogena del ventricolo destro é determinata da una modificazione di un gene. Sono state descritte alterazioni di diversi geni che possono però portare alla stessa malattia. Di solito la malattia è trasmessa per via ereditaria.

Ho avuto un'infanzia abbastanza trascurata. Avevo solo dodici anni quando l'abbiamo saputo. Stavo facendo palestra, stavamo giocando a pallavolo tutto all'improvviso mi sentì debole, la testa mi girava e la sentivo come vuota e ad un tratto sveni. I miei genitori erano super preoccupati, e alla notizia non sapevano cosa fare, come comportarsi. Non mi hanno mai operata, perché alla fine non ho sentito quasi più alcun sintomo, non mi sentì più debole, non sentì più la testa vuota e non sono più svenuta. Però, per tutti questi anni ho continuato a fare controlli su controlli, la mia vita è stato un via e vai.

Secondo i miei coetanei a scuola ero la "diversa", solo per il semplice fatto che ho una malformazione al ventricolo destro, e secondo me mi rivolgevano la parola solo perché gli facevo pena. Io non volevo essere etichettata in qualche modo, e non volevo nemmeno far pena a nessuno, volevo soltanto essere uguale a tutti.

È che non sono una di quelle ragazze che restano impresse. Sono brava a scivolare via, senza farmi notare. Per esempio se scomparissi, nessuno se ne accorgerebbe. Non so voi ma io non mi sento importante per nessuno,neanche per la mia famiglia a volte. Sembrerebbe che anche ai miei faccio così tanta pena che mi regalano ogni cosa che desidero, non sono affatto viziata, e come se mi leggessero nella mente e capissero che cosa desidero e cosa no. Ma il fatto che non voglio tutta questa attenzione verso i miei genitori, prima che stessi male erano sempre al lavoro, nessuno mi aiutava con i compiti, nessuno mi ha insegnato niente. L'ho imparato con il tempo, ero e sono una ragazza che riesce ad apprendere molto e spesso non ci faccio nemmeno caso. Solo che dopo quell' "incidente" i miei hanno fin troppe attenzioni, e io sinceramente vorrei soltanto che tornasse tutto così come prima, e so perfettamente che se non avessi mai avuto tutti questi problemi le loro attenzioni verso di me non ci sarebbero.

Sono anche una ragazza fin troppo timida. Sto sempre in silenzio e come se stessi nel mio mondo.

Wallflower.
Significa quando una persona è timida e se ne sta in disparte.
Effettivamente è proprio così, un fiorellino sul muro nessuno lo nota, eppure se ne sta lì ad osservare tutto mentre pensa che si trova nel posto sbagliato.

Ma forse, la cosa che più mi fa male, è che nessuno immaginerebbe mai il casino che ho dentro. Forse sono brava a nascondere, o forse agli altri non interessa..
Potresti scomparire e nessuno se ne accorgerebbe.

La tristezza peggiore è quella improvvisa, quella che arriva senza un motivo. Sentirsi il vuoto dentro e non riuscire a colmarlo. Sentirsi così fragili da morire dentro.

E così che mi sentivo. Incolmabile. Sapevo perfettamente che nessuno avrebbe mai colmato questo vuoto dentro di me. Semplicemente avevo paura di essere dimenticata...

Alla fine forse è per questo che nessuno mi vede. Perché forse sono invisibile. Invisibile dal mondo intero. Invisibile dal fatto che potrei scivolare via e nessuno potrebbe più raggiungermi. Sono invisibile per l'umanità.

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