Capitolo 8

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And she will miss you - Gracie Abrams

Per la prima volta in tutta la mia vita mi sto preparando per andare ad una festa. Non ci avevo mai pensato, però Lydia mi ha convinta più volte e così ho accettato.

Ho un'armadio unico per dei vestiti, che però non ho mai usato perché sinceramente non mi ci vedo molto bene. Però per questa occasione mi sembrava ottima.

Decisi alla fine di indossare un vestito rosso che mi arrivava alle ginocchia, un copri spalle ero che mi coprisse abbastanza le braccia e come scarpe degli stivaletti a tacco basso.

Lydia poco fa mi ha mandato un messaggio dicendomi dove dovevo andare specificamente. E così mi feci accompagnare da mia madre. In macchina c'era ad occupare il silenzio c'era la musica melodica di un piano forte.

Mia madre parcheggiò davanti ad una casa di lusso. Salutai mia madre e scesi dalla macchina. Varie persone entrarono nella grande casa e sinceramente mi sentì a disagio, sembravano molto più giovani, studenti da università.
Presi un grosso respiro e decisi di entrare dentro, appena entrai tutti mi fissarono, come se non mi avessero mai notata, ad un tratto altre persone sussurravano e mi sembrava di ritornare al liceo..

«Noelle!» sentì gridare da una voce maschile, girai la testa per vedere chi mi stava chiamando e notai Harvey in lontanando che mi faceva cenno di venire da lui con la mano. Io senza pensarci due volte mi avviai verso di lui e con tutti gli occhi di tutti puntati addosso.
Quando lo affiancai non feci altro che ammirarlo.

«ti senti a disagio Noelle?» chiede ad un tratto mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli, io spalancai gli occhi e negai con la testa. Ma mentì.

«sai Lydia sarà molto felice di sapere che alla fine sei venuta, aveva il terrore che tu gli avessi detto solo si perché ti stava stressando da giorni..» dice Harvey. Ad un tratto scese dalle scale Lydia con un vestito bianco che arriva fino alla ginocchia e i suoi capelli biondi sono mossi. Tutti la guardarono con ammirazione e anche io lo stavo facendo. Guardai Harvey che guardò la sua ragazza con un sorriso enorme sul viso, potevo notare i suoi occhi illuminarsi. Lydia ha il cuore di Harvey, e Harvey ha il cuore di Lydia. Si amano con tutto il loro cuore.

Harvey andò verso la sua ragazza e la prese per i fianchi stringendola a se. Sentì molte persone fare i complimenti a Lydia per la sua tale bellezza, e tutti gli fecero gli auguri. Lydia ad un tratto mi vide e mi venne incontro abbracciandomi.

«sono contenta che tu sia venuta!» afferma felice sciogliendo il nostro abbraccio. Io la guardai sorridendole.

«auguri Lydia!» dissi dandole un pacchetto bianco con il fiocchetto oro. Lei mi sorrise con tanta felicità.

«Lydia vieni con me..» gli disse Harvey prendendola per mano e i due innamorati andarono via. Tutti seguirono i due innamorati molto curiosi, e io feci lo stesso. Andammo in giardino dove al centro del giardino c'era un piano forte e attorno al piano forte un sacco di petali di rosa rossa e bianca. E sul piano c'era appoggiata una rosa rossa che Harvey diede a Lydia. Harvey subito dopo si siede sulla sedia e appoggiò le sue grandi mani sul piano forte. Le sue dita erano estremamente veloci e la musica melodica riempiva le mie orecchie, e ad un tratto una voce melodica cantò e il mio cuore si riempì di felicità quando notai che la persona che cantava era Harvey.

Chiusi gli occhi e ascoltai quella voce angelica che rimbombava nelle mie orecchie. Quelle parole mi colpirono veramente nel cuore. Desideravo tanto che qualcuno me le dedicasse almeno una volta a me, ma appena riaprì gli occhi ritornai con i piedi per terra. Ad un tratto Harvey smette di cantare e di suonare e toglie le sue mani dalla grande tastiera del piano forte. Tutti applaudirono compresa io. Harvey appena si alzò in piedi Lydia lo abbraccio con dolcezza e lo strinse a se come se avesse paura di perderlo.

Subito dopo quando mi guardai attorno e guardai ogni persona qui presente alla festa. Mi accorsi di essere nel posto sbagliato. Sono circondata da persone felici e che hanno una vita fantastica, qui tra tutti, quella sbagliata sono io.

Mi strinsi in me stessa e sentì il freddo attraversarmi tutto il corpo anche attraverso il copri spalle e il vestito.

Cercando di non farmi vedere da Lydia ed Harvey mi immischiai in mezzo alla folla e entrai dentro la grande casa. Sentì la gente che esultava e si congratulava con la festeggiata. Io vagai per tutta la casa e alla fine trovai un bagno. Mi chiusi dentro. La prima cosa che feci appena entrata in bagno e guardarmi allo specchio e trovare ogni mia imperfezione.
Le mie guance troppo rosa che sembro sempre imbarazzata sono sbagliate, le mie lentiggini sul naso è sulle guance sono sbagliate, il mio viso troppo pallido e sbagliato, i miei occhi ne troppo grandi e ne troppo piccolo sono sbagliati, le mie labbra rosee sono sbagliate. Io sono sbagliata. Sono piena di crepe , sul corpo ho solo cicatrici del passato.

Tirai via il copri spalle e misi in evidenza le mie braccia piene di cicatrici. Sfiorai con un dito una cicatrice molto profonda e senza accorgermene una lacrima calda mi sfiori il viso e la lacrima cadette sul mio braccio. Mi guardai allo specchio e il poco trucco che avevo messo era un po' sbavato e mi faceva ancora più orribile di quanto io non fossi già.

Sfregai la mano sul braccio come se cercassi di cancellare quelle cicatrici. Ma le cicatrici non vanno via per ricordarci di non fare lo stesso errore. E mi ricordai che purtroppo quelle cicatrici saranno sempre lì a ricordare i tuoi fallimenti.

Sentì la porta aprire e il mio corpo si bloccò e i miei occhi si spalancarono, però le lacrime non cessarono di scendere.

«N-Noelle?» chiede quella voce roca che mi fece sobbalzare. Mi girai pieno sbattendo le palpebre verso quella persona e notai che era Harvey. Nel suo sguardo potevo vedere lo shock nel vedere le mie braccia piene di cicatrici. Quando me ne stavo per andare lui entrò dentro il bagno e chiuse la porta appoggiandosi sopra essa.

«Noelle cosa sono quelle?» chiede indicano le cicatrici sulle mie braccia, io non dissi niente, mi morsi il labbro inferiore per evitare un urlo di sofferenza o un singhiozzo.

Harvey senza esitare si avvicinò a me e mi prese il polso facendomi avvicinare a lui.

«almeno dimmi il perché...» disse dolcemente. Alla fine dalle mie labbra uscì un singhiozzo sofferente che mi portò ad crollare sulle mie ginocchia e a sedermi a terra. Harvey senza pensarci due volte si abbassò alla mia stessa altezza accarezzandomi dolcemente il braccio, con tanta delicatezza, come se avesse paura di rompermi ancora.

«non voglio per forza sapere il perché, ma promettimi che non lo farai mai più.» dice lui, ma pensai e facile a dirsi che a a farsi. Tutti sono bravi con le parole.

«c'ho che è inciso nel corpo non scompare...» dissi senza pensarci due volte. Harvey mi guardò con tanta dolcezza ma corrugò le sopracciglia. Come se stesse riflettendo sulle mie parole.

Harvey cerco di tranquillizzarmi accarezzandomi il braccio, forse era un suo modo di fare per tranquillizzare le persone, e con me più o meno stava funzionando.
Harvey subito dopo notò il mio primo tatuaggio che incisi sulla mia pelle, era una frase sul braccio attorno alle cicatrici.

«cosa c'è scritto?» chiede e con il dito fece vari cerchi invisibili sul mio braccio.

« 'Etiam, vulnere sanato, cicatrix manet.'
Ma guarita la ferita, la cicatrice rimane.» dissi e Harvey smise di fare cerchi invisibili sul mio braccio e prese tra le mani il mio braccio e lo avvicinò al suo viso. Succedette in un attimo, le sue labbra calde e morbide baciò una delle tante cicatrici ma anche una delle più profonde. Perdi un battito a quel gesto inaspettato.

«hai altri tatuaggi?» chiede allontanando le sue labbra dal mio polso. Io senza dire niente annuì.

«me lo fai vedere?» chiede lui, so che cerca di distrarmi e di non pensare a cose brutte e forse lo ringrazio per quello che sta facendo.

Gli feci vedere un'altra frase che mi sono fatta tatuare sul braccio.

« 'We all have scars. We all have stories' » dissi e lui sfiorò con il pollice quelle parole.

«poi ho una rosa sulla costola e una rondine sulla clavicola...» dissi semplicemente e lui mi sorrise e quel sorriso pieno di dolcezza a gentilezza mi fece sorridere anche a me.

E appena lui mi sorrise pensai: dopotutto questa vita non è poi così male...

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