Capitolo 10

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Sleeping At Last - Mercury

Come quasi tutte le mattine guardai il sole sorgere dalla finestra insieme al mio amato tè.

E intanto scrissi questo su un foglio bianco:

"Ma noi, in fondo, siamo tutti opere d'arte.
Siamo avete quando ci leghiamo in una coda i lunghi capelli che ci coprono il volto o quando ascoltiamo quella canzone che ci fa tremare i polsi e ci rende lucidi gli occhi.
Siamo avete quando danziamo, soli, in una stanza vuota, seguendo una musica che scorre nelle nostre vene e ci fa sentire liberi.
Siamo avete quando con le nostre lacrime scriviamo poesie sulle nostre guance, sulle nostre braccia.
Siamo arte quando ci addormentiamo sopra al nostro libro preferito o umani amo svegli, fino a notte fonda, con mille sospiri incastrati in gola e tagli aperti sulla nostra pelle che bruciano, sferzati dall'aria, alleviati solamente dalla visione delle stelle, che ardono, nel cielo di gennaio e noi, rapiti dalla loro bellezza, desideriamo solamente brillare con loro, come loro, distanti da quel freddo balcone da dove le fissiamo.
Per noi l'universo è arte.
I pianti sono arte.
Gli astri sono arte.
Non noi.
Noi che siamo scarabocchi, grovigli intricati, contorti, fatti su fogli sporchi e danneggiati.
Eppure se solo potessimo vederci quando parliamo di chi o cosa amiamo.
I nostri occhi splendono di luce identica a quella che emanano le stelle.
Ed essa non è un riflesso, non è esterno a noi, ma interna, è celata nel nostro cuore.
Perché noi siamo semplicemente frammenti di stelle cadute ma che non hanno mai perso la forza di brillare.
Siamo arte."

Lasciai il foglio sul comodino.
Quando il sole brillava in cielo decisi di fare le pulizie in camera mia. Stavo riordinando camera mia, pulendo il mio comodino, fare il letto e riordinando la mia libreria piena di libri. Quando presi in mano uno dei miei libri da esso cadette una fotografia, quando la ripresi in mano la rifeci cadere e portai una mano davanti alla bocca.

Erano i miei fratelli e io lo stesso giorno che morirono. Una forse fitta al cuore ormai vuoto e solo mi fece vedere le gambe e mi sedetti a terra. Quando ripresi in mano la fotografia le mani mi tremavano e portai la fotografia al cuore, come se cercassi di riabbracciarli un'ultima volta, come se volessi cercare la sensazione del loro valore tra le mie braccia.

«mi mancate..» mormorai con voce tremante e delle lacrime mi rigarono il viso. Dopo un po' posso la fotografia sul comodino chiusi gli occhi e presi un grosso respiro per potermi calmare.

Sentì all'improvviso il mio cellulare squillare, raggiunsi il mio cellulare che era appoggiato sul letto ed ricevetti un messaggio da un numero sconosciuto.

"Ehi Noelle, sono Lydia. Mi chiedevo se fossi libera, sai per passare una giornata tra donne! :)"

Sul mio volto mi scappò un sorriso. Sinceramente non ho mai avuto una vera amica, mi farebbe piacere fare amicizia con Lydia.

"Ciao Lydia. Si va bene, fatti mandare l'indirizzo di casa mia da Harvey! ;)"

Decisi quindi di togliermi il pigiama e mettermi una semplice maglia grigia e dei leggings neri, mi legai i miei capelli scuri in una cosa alta. Dopo essermi finita di preparare sentì il campanello suonare, scesi le scale ed raggiunsi la porta d'ingresso.

Quando aprì la porta oltre a trovarmi Lydia trovai anche Harvey con entrambi un'enorme sorriso stampato in faccia.

«ehm, ciao...» dissi sforzando un sorriso, spero che loro non vedono i miei occhi lucidi per il pianto di prima.

«tranquilla Noelle, sono venuto ad accompagnare soltanto Lydia perché è una persona pigra e non ha voglia di tirare fuori la macchina dal garage!» affermo osservando la sua amata ragazza, lei incrociò le braccia e tirò fuori il labbro inferiore mostrando un piccolo broncio.

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