Bastille ft Ella Eyre - No Angels
Mi ero appoggiata alla finestra ad ammirare il sole che sorge, tra le mani avevo una tazza di tè inglese e lo sorseggiai tranquillamente. Ogni giorno mi sveglio a quest'ora e ammiro il risveglio, ammiro il sole che sta sorgendo.
Buongiorno agli ultimi istanti. A quelli che passi con la giusta compagnia. A quelli che li vivi e senti che un anno sta per finire. A quelli che dici: "non possiamo rimandare a domani, domani è un nuovo anno!." Ai momenti, gli ultimi, dell'anno tanto sudato. A chi si prende del tempo per sé per ripassare tutto. A chi ripassa anche le cose che si dovrebbe scordare. A chi inizia da Gennaio scorso e si ferma solo a Dicembre. A chi ricorda tutto. A chi invece non ricorda nulla di speciale. A chi chiude gli occhi e rivede tutto lì. Buongiorno a chi ne approfitta per dire qualcosa di importante. A chi sente che deve farlo stasera. A chi, anche oggi, farà le cose all'ultimo minuto. A chi si sbrigherà. A chi non vedrà l'ora. A chi pensa già alla serata. A chi se la passera ballando. A chi bevendo e mangiando. Buongiorno a chi non vuole pensare alla mezzanotte. A chi non vorrebbe che arrivasse. A chi non vuole lasciare questo anno. A chi ha paura del prossimo che arriva. A chi quest'anno ne ha passate tante e si è affezionato ad ogni cosa. Al minimo rumore, al minimo pensiero. Al caffè con gli amici, al bacio dato di nascosto, alle mani strette per strada, agli abbracci ricevuti, ai sorrisi regalati. A chi si è affezionato alle ferite. A chi è cresciuto. A chi si sente più forte. A chi pensa solo che niente andrà a rovinargli la giornata. A chi si guarda intorno e si sente un po' più solo. Buongiorno a chi continuerà a farsi forza. A chi non mollerà mai. A chi si porta dietro ogni cosa. A chi alla fine ha imparato a contare su di sé.
Quando il sole splendette in cielo, decisi di dovermi togliere il pigiama e cambiarmi. Decisi di indossare una semplice felpa nera e larga, i miei soliti skinny jeans e le mie solite scarpe le Adidas. Uscì dalla mia stanza e decisi di andare e ripotere la tazza in cucina. In cucina c'era mia madre che stava facendo colazione e invece mio padre molto probabilmente e già andato al lavoro.
«buongiorno tesoro.» disse quando si accorse di me. Io ricambiai il saluto e misi la tazza sporca nella lavastoviglie.
«Noelle, potresti portare questo foglio in ospedale?» chiese mia madre porgendomi una busta. Chissà cosa c'era scritto dentro la busta.
«ehm certo.» non sapevo mai dire no, forse sono fin troppo gentile con le persone e che le persone ne approfittano della mia gentilezza.
Quando uscì di casa, decisi subito di prendere un taxi per poter arrivare in ospedale. Chiamai un taxi e subito dopo arrivò, salì sul taxi e diedi le mie indicazioni.Il tragitto fu lungo e silenzioso. Volevo poter ammirare il lungo tragitto, ma appena mi girai verso il finestrino vedi il mio riflesso. I miei occhi chiari erano spenti, avevo più sfumature grigie che azzurre, i miei capelli lunghi e scuri non stavano in ordine, le mie labbra piccole non mi piacevano e le mie guance rosse mi facevano sembrare una ragazza sempre imbarazzata per tutto. Avrei voluto essere diversa. Più bella, più magra. Un po' meno lunatica e malinconica. Più menefreghista e stronza. Avrei voluto essere come le ragazze che mi circondano, che si lasciano scivolare tutto addosso. Invece sono quella che sono. Anche se non mi vado bene.
Perchè il tempo cambia tutto.
Cambia gli sguardi, le emozioni, i sentimenti, i pensieri.
E cambia anche tutti noi.
Forse in meglio, forse in peggio; ma questo non conta.
Il tempo ti cambia, e quello che sei oggi, non sarà mai uguale a quello che eri ieri.
Ogni giorno è una rinascita.
Ogni giorno ricomincia la tua vita, la tua occasione.Quando il guidatore parcheggiò il taxi davanti all'ospedale gli diedi i soldi e scesi dalla macchina. Quando entrai nell'ospedale a me fin troppo famigliare c'era quel silenzio, non ho mai sentito così tanto silenzio qui dentro, ho sempre sentito bambini che ridevano, genitori che parlano con i propri figli, dottori e infermieri che avevano fretta per poter operare un paziente. Ma questa volta no, gli infermieri sembravano malinconici, i bambini non si sentivano ridere, i genitori stavano in silenzio insieme ai propri figli. Cosa stava accadendo?
Intanto io taci girando per i corridoi con la mia busta in mano alla ricerca del dottore, e magari alla ricerca di qualche spiegazione. Passai davanti alla sala dei bambini ma non vidi nemmeno un bambino, ma vidi Harvey che come sempre aveva la sua chitarra in mano e accordava le corde. Mi sembrava spensierato e malinconico. Aveva lo sguardo basso, non riuscivo a vederli il viso, vorrei poter andare lì e chiedere spiegazioni ma so perfettamente che non sono affari miei.
Me ne stavo per andare.«Noelle so che sei lì..» disse e fermai i miei passi e mi girai verso Harvey che aveva ancora lo sguardo basso, mi avvicinai a lui e mi abbassai alla sua altezza e gli appoggiai la mano sulla spalla. Quando il mio tocco delicato sfiorò la sua pelle calda lui alzò immediatamente il viso, il suo viso era rigato dalle lacrime e mi si strinse il cuore a quella visione.
«H-Harvey cosa ti succede?» chiesi sbattendo più volte le palpebre, lui non rispose semplicemente tirò su con il naso e guardò da un'altra parte. Sinceramente non conoscevo niente di questo ragazzo, forse è per il mio essere gentile e il mio essere preoccupati per tutti che mi fa sentire così. Ero preoccupata, vedere una persona così distruggersi ad un tratto, crollare anche se sembrava la persona più brava e sempre sorridente del mondo.
«Harvey qualunque sia il problema, so che non vuoi sforzarti a dirmelo e ti posso capire, non mi conosci nemmeno..» dissi subito io. Lo sentì tirare su di nuovo il naso e si strinse a riccio, porto le gambe al petto e le braccia circondarono le gambe.
Quando lo vidi così schiuso capì che doveva sfogarsi, piangersi addosso e cercare di rimarginare le ferite nuove per poi poterle ricucire e metterle da parte.
Mi rialzai e stavo andando verso l'uscita quando ad un tratto qualcuno mi avvolse con una mano calda il polso per tirarmi indietro, mi girai e vidi Harvey che tirò su il viso rigato da lacrime salate.«No- disse con voce rotta e tornai dov'ero- non andartene ti prego.» dice con coca molto roca, mi dispiaceva vederlo così.Quando una persona piange, non piange mai per un motivo, piange per tutte quelle cose per le quali non ha pianto a tempo debito.
«una bambina dell'ospedale l'ha stanno operando, gli hanno dato il tre percento di sopravvivenza...» dice con tanta tristezza in quelle parole, mi stava mettendo ansia e tristezza allo stesso tempo, si vede che ama il lavoro che fa e che ci mette tutto il cuore.
«non puoi capire come ci si sente quando vedi uno di quei bambini che se ne stanno per andare. Quei bambini non hanno ancora vissuto questo mondo, mi sono sempre promesso che gli avrei fatto fare il giro del mondo e gli avrei resi felici, ma ogni uno di loro sta vivendo la vita su un filo sospeso in aria e devono cercare di non cadere...» disse e quelle parole mi diedero la
conferma che Harvey teneva molto di più a quei bambini, più di qualsiasi cosa, più della sua vita.«Harvey, un consiglio che posso darti dopo la mia esperienza e di rialzarti in piedi, guardare il mondo a testa alta e sperare che tutti loro possano vedere il mondo con tanta felicità. Solo così loro possono farcela, ma se tu ti chiudi a riccio e ti dai tutte le colpe del mondo così non risolverai un bel niente.» Gli dissi e lui mi guardò dritto negli occhi, come se cercasse di leggermi dentro per capire cosa mi stava succedendo. Ma purtroppo non sono un libro aperto.
«perché mi stai aiutando anche se non mi conosci?» chiede abbassando lo sguardo per terra, io presi un grosso respiro e sapevo che con lui potevo essere sincera.
«perché sono troppo buona con la gente...» dissi e lui alzò lo sguardo con le sopracciglia corrugate. Prima che lui potesse dire qualcosa mi alzai, uscì da quella stanza così silenziosa e così vuota e me ne andai per la mia strada.
STAI LEGGENDO
Wallflower
RomansaDicono che il tempo guarisca le ferite, non credo sia vero. Con il tempo il dolore dell'assenza diventa abitudine, non diminuisce, forse aumenta, semplicemente però trovi il modo per convivere con esso, semplicemente diventi consapevole che non ti...