Capitolo 4

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Fink- Looking too closely

Stavo percorrendo il lungo corridoio dell'ospedale e mi fermai davanti alla porta del Dottor Martin, aveva la porta semi chiusa e sentì che stavano parlando di qualcosa e quindi origliai. Mi sentivo da schifo, forse stava parlando di qualcosa di privato, o di un paziente con un grave sintomo e origliare non è da me. Ma era troppo forte. Mi feci piccola e origliai la conversazione con la sua collega.

«non so cosa posso fare..» dice il Dottor Martin, forse si starà sfogando con questa sua collega, o forse non sa come potrebbe operare un paziente con un sintomo molto grave.

«dovresti parlarne per bene con i suoi genitori e dirle la verità. Così peggiorerà le cose..» disse la sua collega avvicinandosi al Dottor Martin e appoggiando una mano sulla sua spalla, il Dottor Martin dava le spalle alla porta e stava guardando le lastre di qualcuno.

«la ferirei. Per tutti questi anni non ha avuto alcun sintomo, ed ora questa cosa esce all'improvviso.- il Dottor Martin si siede e prende un grosso respiro- in tutti questi anni ho sempre cercata di tenerla fuori dal pericolo, ho detto ai suoi genitori che ci sarebbe stato un tot di anni di vita, e questo tot sta per superarli.» dice e sfregò la mano sulla sua tempia. La sua collega osservò le lastre di un paziente, ma c'era qualcosa di strano in quelle lastre, cercai di mettere ancora di più a fuoco e cercare di vedere dove le posso aver viste. Appena capì dove le avessi già viste persi un battito, ero le mie lastre, sono le mie fottute lastre. Non mi posso sbagliare, le ho viste ieri e ne sono sicura al cento per cento che sono mie.

«Noelle e forte so che per questa operazione delicata c'è la può fare..» e in quel momento che ebbi la conferma il mondo mi crollò addosso. Mi ero promessa che sarei stata forte, me lo sono promesso. Ma allora perché mi sento distrutta, perché sento un buco al centro dello stomaco che mi sta mangiando? Fa veramente così male allora, sentirti dire che forse non sopravviverai...

«Noelle ha diciannove anni, non potrebbe superare i vent'anni. Se supera i vent'anni e soltanto un miracolo...» appena sentì quelle parole la busta che avevo in mano mi stava per scivolare dalle mani, ma mi feci forza e la tenni stretta tra le mani, corsi via con tutta la forza che avevo nelle gambe, girai a destra però poi andare sulle scale di rampe ed arriva sul tetto.

Delle lacrime salate mi stavano rigando il viso. Avete presente quando, il cuore si ferma, gli occhi si appannano, la voce sparisce, le tue mani tremano, ti senti mancare l'aria, io ora mi sento così.
Sola nel vuoto.

Le mie ginocchia toccarono il suolo e le mie labbra lasciarono un urlo straziante, pieno di dolore e delusioni.

Nella mia mente mille domande mi stavano trascurando. Perché a me? Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo dolore? Qualcuno mi odia la sua per avermi dato tutto questo dolore?

Tenni ancora tra le mani il foglio di carta che dovevo dare al Dottor Martin. Senza l'avvertimento di qualcuno mi sentì obbligata ad aprirlo, stropicciai la lettera e presi un foglio di carta al suo interno, era piegato in quattro parti. Apri il fogli e lessi con disprezzo quello che c'era scritto.

"Caro Dottor Martin.

Volevamo ringraziarla per tutto il supporto che ci sta dando per la nostra piccola Noelle. Speriamo tanto che lei possa essere felice un giorno. Perché per la nostra piccola Noelle noi vogliamo soltanto il meglio. Quindi se non sopravviverà, perché sappiamo perfettamente che al compiere vent'anni la nostra Noelle non ce la farà per la brutta malattia mortale che l'ha trascurata, ma speriamo soltanto che lei riesca a salvarla dal brutto male e se non c'è la farà, sappia che lui sarà il primo ad essere invitato al suo funerale.

La signora e il signor Hall."

Al leggere la lettera mi si era rivoltato lo stomaco, dalle mie labbra c'erano soltanto singhiozzi, mi mancava il respiro e so perfettamente che sto per aver un'attacco di panico. All'improvviso la porta venne aperta di scatto, e io appoggiai la mano sul petto per cercare di riprendere un respiro normale.

«Noelle?» la sua voce roca mi fece girare la testa di scatto, e quando vide in che condizioni ero messa allargò gli occhi di scatto e corse verso di me il più veloce possibile.

«Ehi Noelle- disse Harvey e notai nei suoi occhi che stava andando in panico e intanto il mio respiro non stava migliorando, all'improvviso Harvey mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi- guardami negli occhi e cerca di riprenderti..» disse dolcemente, feci come mi disse e mi persi nei suoi occhi così tanto verdi e con delle sfumature azzurre. Piano piano ripresi il respiro regolarmente e Harvey quando notò che stavo meglio lasciò un sospiro di sollievo.

«per fortuna ora stai meglio..» disse ma purtroppo delle lacrime salate mi rigarono comunque il viso e mi appannarono la vista. Harvey mi mise sotto il mento due dita e mi fece tirare su il viso, costringendomi a guardarlo negli occhi.

«non piangere Noelle..» disse tranquillo e il suo pollice sfioro le mie guance rosa per cacciare le lacrime. Harvey notò il foglio stropicciato che avevo in mano, quando mi accorsi che stava guardando quella lettera la nascosi subito dietro la schiena e Harvey, non capendoci l perché, corrugò le sopracciglia.

«Noelle perché mi stai nascondendo quella lettera?» chiede all'improvviso. Il respiro mi si bloccò a quelle parole, non voglio che legga quello che c'è scritto, non voglio farli pena, non voglio che mi guardi con un'ottica diversa, se scoprisse che ho una malformazione o mi prenderebbe solo in giro o non mi guarderà più come prima.

«n-non voglio che tu la legga..» dissi balbettando come una stuoia, Harvey tolse quel cipiglio dal viso e sospirò.

«tranquilla, ti lascerò i tuoi spazi. Ma mi prometti che se ti succede di nuovo quello che ti e successo ora mi avvertirai, sai che con me puoi parlare vero?» chiede e sbattei più volte le palpebre per recuperare la vita è annuì. Lui si alzò ma prima che se ne andasse lo fermai.

«perché stai facendo questo?» chiedo tutto d'un fiato, e non ne sono nemmeno sicura che lui mi abbia sentito, lui si girò verso di me e mi fece un piccolo sorriso di tanto di fossette.

«perché amo aiutare le persone, e qualunque cosa succeda io voglio esserci per aiutarti..» disse con tanta tranquillità, nessuno ha mai fatto tutto questo per me. Nessuno si sarebbe mai preso cura di me dopo Harvey. Mi alzai da terra, gli venni incontro e succedette all'improvviso. Lo strinsi in un abbraccio forte, all'inizio sentì i suoi muscoli contrarsi per l'abbraccio, ma poi si rilassò e ricambiò quell'abbraccio alquanto imbarazzante.

«Grazie Harvey- gli sussurrai all'orecchio e lui mi strinse ancora di più- per quello che stai facendo per me..» dissi e forse per un bel po' di tempo fu l'unico momento dolce che abbiamo avuto, e anche fu l'ultima volta che lo rincontrai di nuovo.

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