Capitolo 14

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It's written in your bones
You're meant for something more
There's nothing here for you to wait for

I hear it in your heart
It's yours for you to take
If you could cut the lines and let go

I'll follow all the way to the Sun
And no one's gonna hold us down

I sense it in your voice
It's shining through your eyes
You know there's something more to aim for

(Frida Sundemo- The Sun)

Mi vegliai con le grida di mia madre. Subito dopo la porta si aprì e nello sguardo di mia madre si poteva capire che era preoccupata e in stato di shock.

Mi corse in contro come un fulmine.

«Noelle...» sussurrò con voce rotta mentre delle lacrime calde gli rigavano il viso.

«Charlotte, che succede?» chiesi in panicata, lei mi accarezzò il viso e continuava ripetutamente a piangere. Sono io che sto impazzendo o e lei che è completamente pazza?

Chiama in piena alla paura mio padre più volte, sentì i passi di mio padre farsi sempre più vicini e appena varcò la porta di camera mia e anche sul suo viso apparve uno stato di shock. Non capì il perché. Cosa ho combinato? Ho fatto qualcosa di male?

«Caro, chiama l'ambulanza!» affermò mia madre e io spalancai gli occhi a quell'affermazione. Cosa? Un'ambulanza? Cos'è successo?

Mio padre senza esitare si catapultò in corridoio e sentì i suoi passi allontanarsi da camera mia.
Mia madre rimase lì con me, mi stringeva forte la mano e qualche volta le sue lacrime salate bagnavano le mie mani.

«Perché l'hai fatto?» chiese mia madre in preda ai singhiozzi. Subito dopo prese con forza le mie braccia e vidi un sacco di tagli freschi e un lungo taglio sul braccio. A quella vista spalancai gli occhi, mi guardai attorno e notai che il mio letto era pieno di sangue. Il mio sangue.

Mi svegliai all'improvviso con il respiro affannato. Mi guardai attorno alla stanza e il mio letto era più che pulito. Capì che era soltanto un brutto sogno. Sentivo il bisogno di togliermi le coperte di dosso e lo feci. Guardai fuori dalla finestra ed la pioggia picchiettava sopra essa.

Sentì il campanello suonare ripetutamente. E io pigramente mi alzai dal letto, scesi le scale e andai andai davanti alla porta d'ingresso per poi subito dopo aprirla.

La persona che mi ritrovai davanti è Harvey. Era bagnato dalla testa ai piedi.

«Devo parlarti..» mi disse semplicemente. Io lo feci entrare in casa però rimase sempre davanti alla porta, forse per non bagnare tutto.

«Ti vado a prendere degli asciugamani!» affermai, però lui più volte ribatté però io feci finta di niente e andai a prendere degli asciugamani. Quando tornai lui era fermo nello stesso punto. Gli passai degli asciugamani per almeno potersi asciugare. Lui iniziò ad asciugarsi ed appena finì di asciugarsi mi passò gli asciugamani , ormai un po' umidi. Quindi decisi di metterli su dei termosifoni per potergli almeno un po' asciugare.

«Cosa mi devi dire?» gli chiesi tornando da lui.

«È vero quello che dice Lydia?» chiese con tono serio. Io lo guardai un po' confusa.

«Cos'è che dovrebbe essere vero?» gli chiesi con un po' troppa confusione in testa. Di che cosa starà parlando?

«Lydia mi ha detto che sei diventata sua amica per arrivare a me. Quindi, e vero?» mi chiese continuando ad avere lo stesso tono serio. Io spalancai gli occhi. E serio?

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