|03. Incontri e scontri|

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Pov Alex

Il tuor della scuola con Chapman proseguì come da previsione, una vera lagna, più perlustravo e più costatavo che ogni angolo di quel posto era esattamente come lei, tutto apparentemente perfetto ed ordinato, ma dannatamente noioso.
In Pratica quel liceo era pieno zeppo di gente sofisticata, tutti figli di papà, nessuno che uscisse un attimo dagli schemi, che spiccasse in mezzo a quella folla di persone vestite bene, ma dal cervello minuscolo.

Ero seduta all'ultimo banco nella mia nuova classe di perfetti sconosciuti, ma in realtà più che seguire la lezione del professor Robinson, mi ero persa nella mia creatività, quella in cui i sogni diventano realtà.
Amavo più di ogni altra cosa esternare ciò che mi colpiva col disegno e molto spesso mi ritrovavo   da sola a fare dei semplici schizzi sul mio quadernino che poi si tramutavano in un qualcosa di più, la mia specialità stava nella  rappresentazione di nudi femminili e particolari del viso, ma in quel aula mi ritrovai a disegnare tutt'altro, era come se mi lasciassi guidare dalla mia mano più che da un ispirazione ben definita, era un po' un paradosso con la mia realtà del momento, nulla di definito eppure dovevo ugualmente percorrere al buio la mia vita, ripartire da un nuovo inizio, seppur gli inizi spaventano sempre un po'.
In realtà non avevo mai avuto una fonte d'ispirazione precisa, come una musa ad esempio, disegnavo tutto ciò che mi dava uno spunto, un emozione, questo era il mio modo per rilassarmi, per non pensare.
La mia più grande passione mi aiutava a restare a galla nei momenti difficili, quelli in cui rimani sola, perché nessuno riesce a tenere il tuo passo, quando nessuno riesce a capirti davvero, quando rimani da sola contro tutti.
L'arte non è come le persone, lei non mi ha mai abbandonata e non lo farà mai, l'arte non chiede è ne pretende, l'arte è sogno che si tramuta nella realtà di chi la guarda, l'arte è emozione pura che ti scuote portandoti ovunque tu voglia, l'arte è come un fuoco ardente che non si riesce a spegnere mai.

-"Allora ragazzi, la lezione è finita qui, mi raccomando studiate quel testo che vi ho raccomandato, che domani interrogo!" Intervenì il professore di letteratura al suono della campanella, interrompendo i miei pensieri che avevano permesso di farmi sopravvivere a quella lezione così noiosa.

Mi alzai e chiusi repentinamente il quadernino con dentro i miei schizzi, prima che qualcuno notasse i miei lavori, non ero molto propensa a mostrarli a chiunque, in realtà non avevo mai mostrato niente a nessuno di mio.
Mi avviai velocemente all'uscita seguendo a catena tutti gli altri.

-"Signorina Vause, mi scusi posso parlarle un attimo?" Il professore mi prese da parte, propenso a parlarmi di chissà quale cosa.

-"Che succede?" Domandai con fin troppa poca voglia di parlare con lui.

-"Senta, non è accettabile, il suo vestiario, noi siamo un liceo serio è rispettabile, uno dei migliori negli Stati Uniti, so che lei è nuova qui, e sinceramente non so neanche la che scuola lei frequentasse precedentemente, ma qui da noi non è permesso un atteggiamento del genere, spero le sia chiaro per una prossima volta."ogni parola assurda che uscì dalla sua lurida boccaccia, era la conferma, che più che di un liceo si trattava di un carcere minorile, in cui ogni persona che faceva parte di quel sistema aveva il compito d'indottrinare i propri allievi, fino a farli diventare dei automi bugiardi.

-"Non è permesso avere gusti sessuali diversi?" Alzai il sopracciglio in segno di sfida, da anticonformista incallita avevo trovato pane per i miei denti.

-"Beh certo, ma di sicuro non è permesso esternarlo con una T-Shirt, Signorina Vause!"continuò lui con tono un po' più marcato, alimentando quel discorso ormai troppo inutile anche solo per essere ascoltato.

-"Professor Robinson, sinceramente, faccio ciò che mi pare, mi vesto come mi pare e amo chi mi pare, e ora mi scusi ma devo proprio andare!"
Andai via senza neanche dargli il tempo di rispondere, sembrava un incubo, era tutto così assurdo, ero in quella città da due soli giorni e non avevo ancora trovato qualcosa o qualcuno che fosse positivo per la mia salute mentale.

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