|06. Voglio lei|

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Pov. Alex

Era una mattinata diversa, sembrava quasi un giorno d'estate, mentre il sole batteva cocente su di me, regalando una tonalità di colorito più scuro alla mia pelle bianca come il latte.
Quel giorno mi sentivo come ispirata dall'aria benevola che si sprigionava in me, rigenerandomi completamente.
Intorno a me percepivo una strana sensazione di felicità quasi inaspettata, come un emozione che non vuole andare più via, che ti rimane stampata dentro, condizionandoti per sempre l'esistenza.
La mia vita stava cambiando radicalmente, improvvisamente mi ritrovavo a non vedere più quella città come una prigione o un ostacolo ma forse per la prima volta, mi sentivo nel posto giusto e nel momento giusto.
Quel bacio mi aveva sicuramente cambiata, destabilizzata, anche a tratti impaurita ma allo stesso tempo mi stava regalando la visione della vita da un altra prospettiva, forse più positiva.
Mi sentivo una sognatrice e non una ragazza spenta com'ero stata sempre fino ad allora.
Tutto pian piano stava prendendo forma e colore, come le mie paure che non smettevano di aumentare, come ogni palpitazione del mio cuore che ogni volta che lei mi si avvicinava batteva in modo esponenziale.
Lo so era assurdo, ma mi stavo innamorando, e non potevo fare nulla per impedirlo, perché il mio cuore aveva già scelto.

La mia sorellastra mi piaceva, era innegabile, cavolo se mi piaceva, più la guardavo e più mi accorgevo di quanto fosse bella, e mi ripetevo come avevo fatto a non accorgermene prima? Sicuramente l'odio per lei mi aveva accecata, fino ad appannarmi gli occhi.

Lei era una che voleva sempre raggiungere la perfezione nel suo mondo fatto di troppe responsabilità.
La diversità era molto evidente tra noi, io ero un casino vivente e lei ambiva alla perfezione assoluta e per questo motivo mi rendevo conto che forse non sarebbe mai potuta funzionare, nonostante lei avesse preso un posto fisso nella mia testa vuota.

Lei si era persa nel suo mondo che prima le aveva donato tutto e dopo le aveva tolto tutto.
Potevo mostrarle che era in grado di essere felice, anche senza tutto quella falsità che si era costruita.
Volevo conoscerla per come era davvero e non per la maschera che aveva conquistato tutti.
Volevo perdere ancor di più la testa, anche se sapevo benissimo di quanto fosse pericoloso perderla, ma sentivo ugualmente il bisogno di starle accanto, di smarrirmi nel suo mondo che fino ad allora avevo solo rifiutato e che stranamente stava diventando anche il mio.

-"Tranquilla è qui vicino, siamo quasi arrivate!"Dissi con un sorriso che avrebbe illuminato l'intera terra, mentre camminavamo fianco a fianco verso il misterioso posto.

-"Quanto mistero oggi!Sicura che non devo preoccuparmi?" chiese lei dubbiosa, ma anche era curiosa.

-"Beh se per preoccuparti intendi che magari ti ucciderò e dopo ti faró a pezzettini, chi può dirlo! Sai a pensarci é una bella idea! Sai che peso toglierei all'umanità?" Esclamai divertita, adoravo usare il mio sarcasmo, era una parte fondatamente di me e lei l'aveva capito.

-"Daiii, non scherzare! Piuttosto dove mi stai portando?" Continuó curiosa, ma mi mostrai ancor più vaga.

-"Lo scoprirai tra pochissimo, Barbie! Non avere fretta dai, non è da te!" Ci scherzavo con lei, sopratutto affibbiandogli quel nomignolo che lei odiava da morire.

Continuammo a percorrere quel lungo viale alberato senza mai staccarmi dalla presa delle nostre mani, che erano ben intrecciate l'una all'altra, per non perdersi.
Quando arrivammo finalmente a destinazione, lei rimase sorpresa, non si sarebbe mai aspettata che l'avrei portata in un semplice e comune Lunapark di quartiere.

-"Questo è il posto? " sorrise scuotendo il capo, come per dire è semplicemente un Lunapark?.

-"Si, eccoci arrivati nel posto più svagoso del mondo, dici che è troppo banale per una principessina di papà come te?" Affermai comica, stuzzicandola sempre più.

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