|14. Un giorno che arriva e ti cambia|

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Alex Pov.

Avete presente quel giorno in cui cambia tutto?
Quello che alzi gli occhi al cielo e pensi "cavolo è proprio una bella giornata!" Ma forse non ti aspetti che succederà qualcosa che ti segnerà per sempre, e non c'è verso di cambiare il corso del destino perché tranquilli, quello che è destinato a succedere, succede, tutto accade aldilà di noi stessi, e delle consuete paranoie che ci costruiamo nel nostro cervello malato, delle mille parole inutili che pronunciamo ogni giorno per sopravvivere in una società che non ci accetta per ciò che siamo realmente, ma che magari valorizza di più le maschere che siamo costretti ad indossare, perché infondo tutti vorremmo essere belli, intelligenti, in salute e sopratutto "normali", ma la verità è che nessun essere umano al mondo è perfetto, tutti abbiamo i nostri difetti, che sia fisico o psicologico, dovremmo imparare ad essere noi stessi e seguire i propri istinti, senza aver paura del giudizio altrui, perché nessuno è migliore di noi.
Da quel giorno ho capito che se sei destinata alla felicità quella ti raggiungerà e ti troverà, non c'è scampo per chi sa sognare, perché sarà pure una frase fatta, ma la verità è che non può piovere per sempre.

Era un giorno come tanti altri, il sole opaco di dicembre irradiava le enormi finestre di casa Chapman, era da un mese che non trovavo neanche la forza di alzarmi da quel divano, che era ormai diventato il mio fedele letto su cui poltrire beata.
Non mi presentavo più a scuola da un po', non avevo voglia di vedere nessuno, né tanto meno Piper insieme a quel cretino di Larry, il solo pensiero di rivederli insieme mano nella mano mi facè rabbrividire, li odiavo dal profondo del mio cuore, sopratutto lei, che fino ad un mese fa era l'amore più grande della mia vita.
Il rapporto con Piper era cambiato drasticamente, non ci degnavamo neanche più di uno sguardo, cercavamo pressoché di evitarci, è il più delle volte ci riuscivamo con successo, le uniche rare volte che ci scontravamo era al bagno o in cucina, ed ogni volta cercavo di tenere sempre lo sguardo basso, per non lasciar trapelare alcuna emozione che mi attraversasse in quel momento, o semplicemente ero una codarda, perché l'ultima cosa che avrei voluto osservare erano i suoi bellissimi occhi in pena per me, mi era già bastato vederla una volta ed era stato devastante così mi ero ripromessa di non caderci mai più, di conseguenza mi allontanai più che potessi, ma il vuoto dentro di me restava intatto tanto che nessuno riusciva più a scalfirlo.
Mia madre mi chiedeva spesso perché preferissi dormire sul divano piuttosto che sul comodo letto della stanza di Pipe, ma come al solito preferivo snobbare quella scomoda domanda con la mia solita fredda stronzataggine che per fortuna funzionava con tutti, era la miglior protezione al mondo, nessuno era mai riuscito a gestirmi, e neanche io stessa ci riuscivo ormai, avevo perso totalmente il controllo, il contatto con la realtà che mi circondava, allontanavo e rovinavo sempre tutto, mi sentivo apatica dinanzi a qualsiasi emozione, sfiduciata nei confronti di qualunque persona conoscessi, insomma la mia testa era il solito rumoroso casino.
Per fortuna mia madre e il signor Chapman erano partiti da un paio di giorni per un lungo weekend sulla neve, ero felice di non dovermi sorbire le prediche della donna che mi aveva dato alla luce, perche mi spingeva ogni volta ad alzarmi dalla mia piccola e confortante tana in cui mi rifugiavo per scappare dalla realtà, ma d'altro canto convivere solo con Piper era piuttosto frustante e allo stesso tempo pericoloso, già perché Cal si era praticamente trasferito a casa della sua ragazza dopo che i nostri genitori partirono, lasciandoci praticamente sole in quell'enorme lussuosa casa bianca.
Tempo fa avrei fatto i salti di gioia per un weekend da sola con lei, ma ora che tutto era cambiato, mi sentivo a disagio, in pratica il silenzio regnava sovrano in quella casa ed ero certa che le cose non sarebbero cambiate.
Mi alzai da quel divano con molta poca voglia, ma dovevo pur darmi una ripulita, anche perché non mi lavavo da qualche giorno e stavo iniziando decisamente a puzzare, e così ne approfittai visto che Piper era uscita.
Lasciai i miei vestiti alle spalle ed entrai rilassata nel box doccia, mi immersi totalmente sotto il getto d'acqua, il calore dell'acqua bollente mi coccolava la pelle, quella sensazione era così stupenda che migliorò decisamente il mio umore tanto da farmi accendere persino la radio che si trovava nella doccia super moderna dei Chapman, chiusi gli occhi e cantai stonata a squarciagola quella canzone stupenda che mi ricordò il suo volto delicato, i suoi occhi illuminati da quella luce speciale che non aveva nessun altro, la sua bocca che mi incantava così come il suo sorriso contagioso.

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