|04. La risposta è nelle stelle|

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Pov Alex

A quella festa avrei fatto di tutto per non parteciparvi, ma purtroppo per colpa di Barbie mi era toccato subire anche quel ennesima tortura.
Lei che da quando ero arrivata era stata la causa di tutti i miei mali, il mio inferno, la mia sciagura, un grandissimo danno che mi affliggeva perennemente.
Era una cretina senza cervello che era nata per rovinare la mia esistenza, che fino ad allora era sempre stata tranquilla.
Odiavo chiunque in quella città ma la mia sorellastra riusciva sempre a superare tutti in quanto odio.

La festa si teneva in una raffinata casa, situata su una delle spiagge più prestigiose di Boston.
La casa era popolata da adolescenti ricchi sfondati, sembrava quasi di essere in un di quegli stupidi telefilm adolescenziali pieni di ragazzini stronzi e molto facoltosi.
Quella sera le due uniche cose positive erano, che la casa era abbastanza grande per far si che io e Piper non ci saremmo mai beccate, neanche se l'avessimo voluto e per fortuna per tutta la serata non me la sarei dovuta subire, sopratutto insieme a quella banda di deficienti che si portava sempre dietro come suoi cagnolini, e poi un'altra cosa positiva era che l'alcol girava a fiumi, c'è ne era di tutti i tipi, a partire dalla solita birra passando per roba molto più forte, così presa dal momento di noia, iniziai a scolarmi tutto l'alcol possibile ed immaginabile, visto che era diventata la mia unica salvezza per riuscire ad uscire viva da quella festa. Forse bere fino a perdere conoscenza mi sarebbe stato d'aiuto per non provare così tanto disprezzo.
Sopraffatta dall'alcol, uscì da quella casa che era diventata un covo di conigli arrappati, vedevo tizi scambiarsi effusioni ovunque, ragazzi mezzi fatti che si slinguazzavano anche le pareti, tipe vomitare in bagno, stronzetti che sniffavano in ogni angolo.
Mi resi conto fin da subito che quella gente stava messa molto peggio di me, eppure io ero già molto più che brilla, ma mi era rimasto ancora quel poco di dignità che mi contraddistingueva da quei figli di papà.
Decisi di cambiare aria tornando all'esterno, sulla spiaggia, a passo lento e confuso barcollai sulla sabbia e appena fui abbastanza vicina alla riva mi accomodai come in un salotto, mentre alle mie spalle risuonavano le note di una chitarra scordata, c'erano dei ragazzi che chiacchieravano intorno ad un falò, il fuoco ardeva lento, dando un po' di colore a quella notte.

Mi lasciai trasportare da quel atmosfera rilassante e mi accoccolai sulla sabbia, adoravo ascoltare il suono del mare che con le onde si infrangeva sul bagnasciuga e la brezza marina che arrivava fino alle mie narici, con un profumo di naturale bellezza che mi inebriava facendomi andare letteralmente in estasi, amavo anche la sabbia e la sua consistenza così leggera che quasi metteva alla prova i miei sensi, e per non parlare del cielo stellato che ogni volta che l'osservavo mi faceva perdere nei meandri della sua immensità, era un sogno, avevo trovato il posto adatto per passare la mia serata da ragazza mezza ubriaca, che ha voglia di non essere in nessun posto, ma allo stesso tempo di essere ovunque.
Ma improvvisamente quella mia quiete venne interrotta dalla voce stridula della mia sorellastra.

-"Sei un bastardo! Non ti voglio più vedere! Anzi non vi voglio più vedere!" Sembrava essere incazzata con il suo fidanzato.

-"Dai Piper ma non è successo nulla con Polly te l'ho detto stavamo solo parlando, dai non fare la stupida, torna dentro!" Mi girai, lei piangeva, mi sa il tipo gli aveva messo le corna con una delle sue leali amiche, che solo a pensarci mi veniva da ridere.

-"Lasciami in pace è finita!" Lei si avviò in solitaria lungo il bagnasciuga, lui invece se ne tornò dentro, sembrava molto scossa.
Se avesse fatto una cavolata?
Decisi che seppur l'odiavo gli avrei dato supporto, così dopo poco la raggiunsi.

-"Chapman aspetta! Che succede?" Dissi  seria, è vero era una stronza ma comunque non volevo che stava male a causa di quel deficiente, anche perché potevo maltrattarla solo io.

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