|15. Nel cuore e nell'anima|

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Alex Pov.

Così come una luce improvvisa che illuminava i miei occhi, lei ritornò prepotente tra le pagine delle mia vita. Lei che era semplicemente lei, diversa e uguale, l'unica ragazza che era stata in grado di rapire il mio cuore, l'unica che ogni volta riusciva a mettere a dura prova i miei sensi mandandoli completamente in tilt, la mia era una lotta continua tra cuore e mente.
Bastava che incollasse quegli occhi magici ai miei e tutto prendeva un senso, bastava un solo sorriso e tutte quelle paranoie che mi imprigionavano da una vita andavano a finire a puttane.
Abbattè le mie barriere stringendomi tra le sue braccia facendomi sentire al sicuro, scalfì la mia corazza con il solo potere del suo respiro sulla mia pelle umida, la sua sensualità mi destabilizzava fino al punto da non riuscire più a controllare i miei movimenti, mi rese succube del suo godimento che era direttamente collegato al mio, era l'immensa gioia che mi riportò in vita.
Quella ragazza era troppo importante per me per poterla dimenticare, non era come tutti gli altri, non lo sarebbe mai stata, perché era un universo di cose belle e tutto questo concentrato di felicità immensa mi metteva tanta paura, nessuno era mai stato tanto importante per me fino al suo incontro. Nonostante le mille difficoltà che avevamo attraversato in quel preciso momento mi accorsi che non sarebbe mai uscita dal mio cuore, perché io Alex Vause avrei sempre amato incondizionatamente la mia sorellastra Piper Chapman.

Sei la calma in mezzo al caos, continuava a ripetermi con lo sguardo mentre eravamo finite per l'ennesima volta a letto, in quella rocambolesca e fredda giornata di dicembre, nessun posto di quella casa fu esentato dalla nostra folle passione, ci desideravamo, ancora, forse troppo per due che non stavano più insieme.
Accarezzai la sua pelle morbida segnandone con le dita delicatamente la forma, non potei non osservare ogni suo languido movimento, era bellissima, non parlammo molto, forse perché le parole avrebbero solo rovinato la magia di quel momento, ci soffermammo l'una negli occhi dell'altra, mentre eravamo distese su quel letto che era il tempio sacro dei nostri genitori, i nostri corpi vogliosi si intrecciarono formando un sol corpo nudo, il calore che emanavamo si contrapponeva al clima rude dell'inverno.
Bastavamo solo noi, perché niente sarebbe stato all'altezza o paragonabile alla grandezza di quel istante passato insieme fatto solo di coccole e amore, si amore, perché nell'aria era palpabile che ci amassimo ancora, nonostante tutto ciò che avevamo passato.
Quel amore era strano sembrava così fragile da poter finire da un momento all'altro, eppure era ancora lì davanti a noi, ancora nei nostri occhi, stanchi, sì, ma pur sempre innamorati pazzi.

- "Ora cosa siamo?" Presi coraggio, ponendole la fatidica domanda, con non poca difficoltà.

-"Non lo so!" Rispose subito imbarazzata, leggevo nei suoi occhi la paura di sbilanciarsi troppo, forse perché infondo anch'io avevo la stessa paura.

-"Perfetto, vedo che abbiamo le idee chiare!" mi rifugiai nel solito sorriso, sfoggiando per l'ennesima volta quell'ironia che mi toglieva sempre dai guai, anche perché quella conversazione stava prendendo una piega un po' troppo imbarazzante, ma bisognava pur sempre chiarire e mi sorpresi nel costatare quanta forza avesse quella minuta ragazza bionda nel contrastare ogni volta il mio fare tagliente.

-"Per te cosa siamo?" Mi chiese di colpo, facendomi arrossire e non fu facile nasconderlo, in realtà per me era molto difficile nascondere le mie emozioni, sopratutto con lei. Pensai bene a cosa rispondere, in effetti amavo stare con lei, farci l'amore, ma purtroppo le solite paure ritornarono come un boomerang nel mio petto, una sensazione strana mi pervase improvvisamente, era brutto ma mi sentivo un po' sfiduciata nei suoi confronti, come se qualcosa un po' si fosse rotto, nonostante l'amassi immensamente.

-"Io, ecco, credo sia meglio se rimaniamo amiche, se per te vabene, anche perché ciò che abbiamo fatto è pericoloso e complicherebbe solo ulteriormente le cose, lo sai!" Dissi di getto, l'avevo ferita per l'ennesima volta lo potei leggere nei suoi occhi lucidi persi nel vuoto, era raro che piangesse davanti a me, anche se era capitato più di una volta in passato, ma l'ultima cosa che volevo era che stesse male per una come me, perché lei era perfetta e si meritava la persona migliore del mondo, ed io sapevo bene di essere solo un enorme disastro.

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