Capitolo 1

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Non ho mai capito perché gli uomini si lamentino del tempo che noi donne impieghiamo per prepararci. Ma sanno cosa voglia dire avere un armadio pieno di vestiti che puntualmente evidenziano i difetti? Assecondare quei rotolini di ciccia che rivendicano la loro presenza sui fianchi quasi a ricordarti che mangiare quei cup cake la sera prima non sia stata una buona idea, vi assicuro, non è facile. Se poi aggiungiamo i quintali di fondotinta che servono per coprire i brufoli da liceale che ancora ti ritrovi a 20 anni e la massa di capelli ricci che mi ostino a tenere lunghi da placare, non credo che 3 o 4 ore siano poi così tante.
Finisco mettendomi del rossetto chiaro con Michael che, già pronto da una mezz'ora,mi punzecchia guardandomi allo specchio.
-Serena muoviti! - mi ripete.
-Prendi le chiavi della macchina intanto? Se riesci a trovarle- gli chiedo.
L'ordine non è mai stato il mio forte, la cameretta ha l'aspetto che avrebbe una casa abitata da cinque adolescenti maschi che non hanno un armadio. Ma Michael mi conosce e le trova dopo venti secondi sotto la piastra ancora calda, infatti si brucia.
Rido come una matta, gli do un bacio sulla spalla e usciamo di casa salutando i miei genitori dopo esser rientrata altre due volte per prendere borsa e cellulare.
Mi specchio di nuovo nell'ascensore del mio condominio, che oltre ad essere minuscolo ha una luce davvero pessima, tanto da essere tentata di tornare indietro e cambiarmi, ma so che Michael mi ucciderebbe.
-Dobbiamo proprio andarci?- mi chiede Micheal mentre saliamo in macchina.
-Ormai abbiamo detto agli altri che saremmo andati, ed è l'unica festa che il quartiere organizza ogni fine Estate. Alla fine ci divertiamo sempre, e tra una mazurca e l'altra qualche canzone carina la mettono! - dico.
- Ok, ma voglio almeno due crêpes e un sacchetto di caramelle gommose. E non ballo.- risponde lui.
In realtà io adoro questi giorni dell'anno. Si incontrano tutte quelle persone che durante l'inverno non vedi mai, alcune fanno finta di non conoscerti ma con altre è un gran piacere chiacchierare un po' dopo tanto tempo.
- Vada per le crêpes, ma le caramelle le dividiamo. E balli almeno due canzoni. -Provo a contrattare.
- Una canzone, ma puoi deciderla tu. -Ribatte Micheal.
Mi esce una risata spontanea, tanto so che alla fine lo trascino e si diverte. Lui in risposta alla risata mi prende la mano sorridendo e continua a guidare la mia macchina. La sua è dal meccanico che gli sta montando un impianto stereo molto potente, a quanto ho capito. Adesso che ha trovato un lavoro come assistente del mister di calcio ha deciso di spendere così i suoi soldi, del resto avendo la mia stessa età e frequentando come me l'università, non ha ancora spese a cui badare.
Mi giro verso di lui e lo vedo sorridere, ha quello sguardo fiero di chi ha e sa già tutto ciò che vuole nella vita.
Gli piace la sua facoltà di giurisprudenza, è un ragazzo intelligente e poiché la madre è la migliore amica di un'avvocato che ha un ufficio tutto suo, conta di trovare lavoro appena laureato. Lui si che ha le idee chiare, io dopo la
Laurea che prenderò in lettere conto di diventare giornalista, ma è così strano trovarla ancora un'utopia?
Arrivati dopo circa tre minuti, parcheggiamo vicino alla macchina di Carlo, il migliore amico storico di Micheal. Ha un paio di anni più di lui ma si conoscono da quando sono piccoli, e per quanto sono uniti sono sicura invecchieranno insieme. Ho sempre ammirato l'amicizia tra maschi, molto spesso è più vera di quella tra donne.
Salendo la stradina per il parco, dove si tiene la festa, intravedo Carlo che ride con altri nostri amici, ed è mano nella mano con Giorgia, la ragazza più buona che esista sulla Terra, non per questo è la mia migliore amica. Non so come abbiamo fatto, ma l'uscita combinata organizzata due anni fa è andata alla grande, e adesso noi quattro siamo inseparabili, alcuni ci chiamano "I fantastici 4".
Giorgia mi vede e mi viene incontro, con il suo sorriso perfetto e i capelli lisci come seta, glie li invidio da sempre. La abbraccio e insieme raggiungiamo gli altri.
L'odore di zucchero filato inonda la festa facendo accorrere molti bambini, e alcuni signori già si stanno scatenando a ritmo di polca. Ci sono parecchi stand che vendono leccornie per i golosi e alcuni anche articoli di bigiotteria, ma non ci avevo mai fatto caso. Per un giorno l'anno questo parco è così illuminato da diventare irriconoscibile, sembra più grande e pulito stasera, totalmente diverso dall'utilizzo come zona di spaccio che probabilmente ha di solito. Ci saranno decine di gruppetti come il nostro, alcuni più giovani, altri più snob. Anche se non ufficialmente, ci conosciamo quasi tutti in questo quartiere ma modestia a parte il nostro gruppo è quello con la nomina migliore, abbiamo i ragazzi più "in" e le ragazze sono tutte molto educate per vivere in un quartiere come questo, non troppo centrale. Li adoro tutti, eccetto Jess, lei è la tipica ragazza odiata da tutte le donne e amata dal sesso opposto. La guardo e come sempre  indossa dei jeans attillatissimi a vita bassa e un top che mette in vista il piercing all'ombelico. Ma poi perché indossa sempre quei diavolo di occhiali anche se sono le undici di sera?
Micheal va a salutare altri ragazzi che stanno più avanti e io mi fermo a parlare con Giorgia e Flavia, un'altra nostra amica da una vita, completamente l'opposto di Giorgia. A volte esagera e lo sa, ma la accetto così com'è, e' quella con cui vuoi stare quando vuoi distrarti o divertirti ed è lei che ti trascina nel mondo dei balocchi, solo che a volte bisogna frenarla affinché non diventi Lucignolo.
-Quest'anno mi ubriacherò così tanto che mi scorderò di Luca in meno di un'ora! - esordisce Flavia che ha già una birra in mano. Ma da come parla non è la prima che beve.
-Non ci provare nemmeno, questa volta non te la tengo la testa mentre vomiti Fla! -le risponde Giorgia.
- Vedo che sei già a buon punto con quella bottiglia, quando la finirai di pensare a Luca? È stato veramente uno stronzo con te, e vi siete lasciati più di tre mesi fa! - ricordo a Flavia. Odio vedere le mie amiche soffrire e quel tizio era un cafone, in grado solo di fumare canne tutto il giorno. Merita di meglio.
- E' facile parlare per voi che avete due ragazzi seri che pendono dalle vostre labbra. A trovarlo un ragazzo che mi porti in Francia per festeggiare i cinque anni di fidanzamento. -mi dice Fla.
Effettivamente Micheal quest'anno si è proprio superato, e ha reso quella settimana davvero perfetta. Molte volte mi rendo conto di quanto sia fortunata, non so cosa farei se non ci fosse lui. È il mio punto di riferimento, sempre pronto a capire e sostenere le mie scelte, come quella di intraprendere una facoltà che mi piacesse pur non essendo sicura che mi porterà mai un lavoro. Ci ha uniti una catastrofe e da quel giorno siamo una cosa sola; certo ogni relazione ha le sue liti, ma le nostre in genere hanno la durata massima di due minuti.
Interrompe i miei pensieri proprio lui, che prendendomi per i fianchi da dietro mi tira a sé  dandomi un bacio sulla guancia. Ha le mani di fuoco, come sempre, e adoro sentirmi scaldata da lui e dal suo corpo, specialmente d'inverno, quando la mia temperatura diventa quella del ghiacciolo che sta mangiando Jess in modo provocante.
- Sto andando a prendere le caramelle, vuoi i delfini gommosi?- mi chiede Micheal.
- E gli orsetti per me!- risponde Fla al mio posto.
- Si, grazie Michael.- Dico io sfoggiando il mio sorriso a trentadue denti. - Ci vediamo vicino alla pista, ok?- continuo.
- Ok, ma solo un ballo, quindi sceglilo bene!- se ne va sorridendo.
Dopo qualche secondo di festeggiamenti per le caramelle che arriveranno, Flavia riprende:
- È proprio innamorato, attenta che qualche gallina non te lo rubi, esistono tante Jess al mondo-
- Ma figurati se Micheal guarderebbe mai qualcun altra- le risponde Giorgia.
- Dovranno vedersela con me.- dico infine io imitando la faccia da dura.
Ma so che ha ragione, molte ragazze più belle di me vorrebbero stare con lui, e non nascondo che quando a volte quella strega di Jess le si butta addosso sono parecchio gelosa. Non è che non mi fidi di lui, ma pensare che la gente potrebbe affibbiarmi l'aggettivo "cornuta" è una cosa che non sopporto, e se Jess non avesse dalla sua parte un metro e settanta di altezza e un fisico mozzafiato sarei più tranquilla.
Mentre ci avviciniamo alla pista camminando lentamente, rifletto sul fatto che ogni anno ci siano le stesse giostre, le stesse canzoni e le stesse persone. La maggior parte dei ragazzi vengono qui per bere e tentare di rimorchiare sfoggiando le nuove auto o moto, come se fosse una gara. Forse sono l'unica, ma a me piace quest'aria di festa, mi piace pensare che tutte queste persone lascino per qualche ora da parte le proprie preoccupazioni per svagarsi un po'. Sembrano tutti più rilassati tornati dalle vacanze, non sembrano badare al fatto che di lì a breve si tornerà alla dura vita quotidiana. Forse dovrei smetterla di vedere le repliche di Heidi la mattina a colazione, ultimamente mi ritrovo spesso a fare questi pensieri sulla bellezza della vita e la speranza di serenità nel mondo.
Oltrepassiamo un gruppo di anziani che parlano dei propri nipoti, ma ad un tratto mi blocco, e anche le mie amiche lo fanno per guardare lo spettacolo. Sento una stretta al cuore, è la stessa sensazione che ho prima di entrare in aula d'esame. Il venticello che tirava fino a pochi secondi fa non c'è più, sembra essersi sintonizzato con i miei pensieri. Davanti a noi ci sono i ragazzi del quartiere con la maglietta da animatori che come ogni anno stanno facendo ballare i bambini della festa. Ma noi non ci fermiamo per lo spettacolo in sè, quanto per la persona che c'è sotto quella maglietta. È Matteo.

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