Capitolo 17

1 0 0
                                    

<< Camille, su dai! Andiamo! >> mi chiama mio padre.

<< Arrivo ! >> dico prendendo le due valigie, il mio zaino e un'altra borsa dove ho messo tutte le scarpe.

Arrivo avanti la macchina senza cadere, grazie a non so quale benedizione, con tutta quella roba, mio padre mi aiuta a mettere tutto in auto e partiamo di nuovo per Milano.

Eh già, ma stavolta rimarremo qualche mese.

Quando i miei me lhanno detto non ero molto scombussolata perché John mi aveva accennato qualcosa e quindi avevo semplicemente annuito e sono andata a preparare la roba.

Sono un po di mal umore perché John non si è fatto sentire per niente e non a caso quando arriveremo a Milano staremo a casa dei zii, finché i miei non trovano qualche appartamento.

Non mi dispiace molto partire perché Milano è sempre stato il luogo dove volevo vivere fin da piccola, e ricordo quando invidiavo John perché lui poteva vivere in una città e io no.

Ma tu dirai, è impossibile che tu non sia di mal umore lasciando tutto quello che hai, i tuoi amici, la tua scuola e la tua vita.

Invece sì, perché nellultimo periodo il rapporto tra me e Ale è cambiato molto e io non la riconosco, ma in questa settimana, da quando è arrivata Mary, si è scatenata una vera guerra. Io e Ale abbiamo litigato tre volte e per tutta la settimana sono stata solo con Anthony, ha chiesto ai suoi se potevano rimandare la partenza per farmi compagnia. Sharon e Ale non si sono fatte sentire per niente per un intera settimana e non sanno neanche che sono partita, ma alla fine a loro non frega nulla altrimenti mi avrebbero chiamata.

Ma a parte questo, ho voglia di cambiare aria, sono stufa di vivere in quel piccolo paesino sconosciuto dove si vive male.

Mi è dispiaciuto molto quando è partito Anthony, in questa settimana si è rivelato un vero amico, più di Ale in certi versi.

***

Dopo quattro fermate e nove ore di viaggio arriviamo finalmente a Milano.

Mio padre parcheggia avanti casa dei zii per scaricare le valigie.

Scendo e prendo le mie valigie.

Ho un mal di testa atroce, ho a fame e non ho la minima voglia di portare le valigie sopra.

Suono al campanello e mio zio esce aprendo il cancello per farci entrare.

Entro in casa e si sente un odore di pizza, che sicuro avrà preparato zia.

Lascio le valigie affianco la porta della camera di John e vado a salutare zia Angy.

<< Zia! >> urlo abbracciandola, lei ricambia e mi lascia un bacio sui capelli.

<< Sto preparando la pizza, vai a farti una doccia rilassante e poi vieni qui, che è quasi pronta >> dice guardando la massa, dal vetro del forno, che diventa pizza.

Prendo le valigie e le porto in camera di John.

Lascio le valigie dietro larmadio come la settimana scorsa e appendo il cappotto e lo zaino allappendiabiti vicino la finestra.

John è sotto le coperte che dorme e quindi decido di andare a fare la doccia.

Prendo lintimo, un pigiama grigio con le tasche e vado in bagno.

Lascio tutto sulla sedia sotto la finestra e regolo lacqua.

Dopo qualche minuto ,che finalmente lacqua è alla temperatura giusta, mi spoglio ed entro nella doccia.

Finito di fare la doccia vado in camera.

John dorme ancora quindi decido di chiamare Anthony.

<< Pronto? Camille? >> dice lui.

<< Anthony! >> dico io felice di sentire la sua voce e sedendomi sul letto.

<< Sei arrivata? >> chiede lui.

<< Si si, quasi un ora fa, cosa fai ? >> chiedo cercando con gli occhi il libro di John che avevo nello zaino la settimana scorsa.

<< Ora sono tornato dalla palestra e dovrei farmi la doccia, tu? >> dice lui aprendo qualche tiretto dato i rumori che si sentono.

<< Nulla ora sono uscita dalla doccia, comunque vai a farti la doccia che puzzi >> gli dico ridendo.

<< Ehi! Sei tu che puzzi! Comunque ci sentiamo stasera bedda >> dice lui.

<< Io non puzzo, tu si! Ciao! >> dico chiudendo la telefonata e ridendo.

Mi alzo dal letto e vado a prendere lo zaino per prendere le cuffie e il libro che stavo leggendo poche ore fa.

Li lascio sul mobiletto dalla mia parte del letto e vado in cucina da zia.

Mentre aiuto a mia zia ad infornare lultima pizza mi arriva un messaggio di John.

Vieni in camera, piccola

Mi sciacquo le mani e dico a mia zia che vado un attimo in bagno.

Arrivo in camera e non trovo John.

<< John? >> lo chiamo.

<< Si? Sono in bagno, vieni >> mi dice.

<< Sei vestito? >> chiedo prima di entrare.

<< Si >> dice aprendo la porta del bagno che era chiusa con la chiave.

Entro e rimango sulla soglia della porta.

Lui è con un pantaloncino e a petto nudo avanti al lavandino.

<< Dimmi >> dico appoggiandomi allo stipite della porta.

<< Non mi saluti? >> dice finito di asciugarsi la faccia con un asciugamano verde.

<< Dormivi >> mi giustifico.

Si avvicina e mi abbraccia, ricambio e rimaniamo qualche minuto cosi a dondolarci.

<< Scusa per lultima volta >> dice lui guardandomi negli occhi.

<< Tra tutto ciò che è successo a cosa ti riferisci? >> chiedo sdraiandomi sul letto dalla parte di John.

<< Quello è il mio lato! >> dice sdraiandosi sul mio lato del letto.

<< E quello è il mio >> dico guardando il soffitto.

Dopo qualche secondo zia ci chiama perché la pizza è pronta.

Ci alziamo e andiamo insieme a tavola.

Io mi siedo a capotavola, alla mia destra cè John e mia zia, alla mia sinistra cè mia mamma e mio padre e difronte a me cè mio zio.

John mi passa due pezzi di pizza alla capricciosa e io inizio a mangiare in silenzio.

Un Amore Diverso...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora